Un’attualissima parabola sull’importanza di proteggere l’ecosistema marino.
Flipper,
in questa versione Blu-ray rimasterizzata,
è una vera delizia. Vuoi perché è un film così leggero da mettere immediatamente di buon umore lo spettatore, vuoi per riscoprire un Elijah Wood in erba e l’ennesima strafottente interpretazione di Paul Hogan (
forse anche una delle migliori), ma soprattutto per i colori e gli scorci delle Bahamas (
dove è stato fisicamente girato il film, mentre nel film l’isola non viene mai precisamente geolocalizzata) e del suo pezzettino di oceano, su cui nel 1996 vennero puntati riflettori, camere e microfoni per raccontare una storia di salvaguardia marina estremamente attuale, capace di iniettare nella coscienza dello spettatore un messaggio chiaro e preciso, pragmatico, senza filosofeggiare troppo: l’oceano, fonte e patria della vita stessa, va protetto e rispettato. Per questo
Alan Shapiro introdusse il tema dell’inquinamento in questo remake della pellicola datata 1963, per quanto inutile sia stato, ad osservare l’attuale situazione ambientale.
Mai far inca**are un delfino
1996,
il Nintendo 64 viene lanciato in Giappone,
Braveheart vince l’Oscar,
ma soprattutto i Red Hot Chili Peppers tornarono a calcare i palcoscenici per il One Hot Minute tour, l’album (
uscito nel ’95) del “John Frusciante uscito dal gruppo” quattro anni prima, di Dave Navarro al suo posto e di Kiedis che ricasca nel vortice della droga; un ritorno imperdibile per un fan sfegatato come
Sandy Ricks (
Elijah Wood), biglietti già presi, aspettative alle stelle e una madre che, in procinto di separarsi dal marito, manda il suo ragazzo a vivere dallo zio per un po’, a Coral Key. Un escamotage abusato dagli sceneggiatori del cinema
teen anni ’90, eppure i giovani personaggi che ci si ritrovano in mezzo non si abituano mai a queste situazioni familiari. Concerto saltato, morale a terra e uno zio mai conosciuto con cui convivere forzatamente,
Porter (
Paul Hogan), uomo (
forse più “animale”) tutto d’un pezzo, rozzo, sporco, un vero lupo di mare dall’umorismo volgare, terra-terra, l’attitudine bohémien di chi fa quello che gli pare e piace, eppure romantico, capace di godere dei semplici piaceri della vita, della natura, immerso in una routine avventurosa, anche sentimentalmente. Uno che per non sprecare l’acqua lava i piatti direttamente nella doccia, strofinandoli coi piedi, roba da usare l’attestato HACCP come carta igienica.
Paul Hogan con performace del genere si è portato a casa un Golden Globe per Mr. Crocodile Dundee, e questo film ce ne ricorda il perché, con lampi comici sempre azzeccati e ancora sorprendentemente freschi. Un adolescente demoralizzato e scontroso che trova sollievo nel suo Game Boy (
e molti di noi ci sono passati) e suo zio che cerca, in un modo tutto suo, di impartirgli lezioni di vita; una coppia che si scontrerà più volte, apprezzandosi e conoscendosi sempre di più, trovando un punto di contatto quando si parla di amici e soprattutto nemici.
Che camicie!
La vicenda infatti comincia a virare quando a bordo della bagnarola di Porter, che sta insegnando a Sandy come pescare e vomitare per il mal di mare, incrociano la sua nemesi,
Dirk Moran (
Jonathan Banks, il Mike Ehrmantraut di Breaking Bad), e la sua combriccola di zoticoni ignoranti senza Dio, gente che pesca sparando fucilate in acqua, getta rifiuti nell’Atlantico (
o peggio, come si scoprirà) e cerca il bersaglio grosso, qualche delfino da arpionare senza pietà e senza alcun motivo, semplicemente per gioco, in preda all’esaltazione collettiva. Il banco preso di mira è proprio quello di
Flipper, salvato dalla provvidenziale omertà di Sandy nel rivelarne il nascondiglio (
dietro la barca di Porter), un incontro che cambierà per sempre le loro vite e quelle del loro ecosistema condiviso. Flipper diventa quindi la star,
Yang mammifero che completa lo
Yin de Lo Squalo, con la differenza che questa volta l’attore è lì in carne, pinne e quoziente intellettivo. Una vera icona del cinema, attore nato, con uno charme travolgente e un atletismo senza pari, oltre ad un’ottima verve comica, protagonista di sequenze ormai cult (
come il classico balzo fuori dall’acqua accopagnato dalla caratteristica “risata”) che hanno contributo a rendere questa specie una delle più amate dall’uomo.
Flipper, guardacoste, giocoliere e fine vendicatore di chi tratta l’oceano e i suoi abitanti in modo crudele e scriteriato. Un vero eroe pinne-munito.
Non solo giocoliere e abilissimo funambolo, ma anche un animale risoluto, capace di lottare senza paura contro squali martello e ben più temibili esseri umani, nero di rabbia dopo essere scampato all’avvelenamento da diossina che sta decimando la fauna marina. Certo, è tutto fiabesco, un po’ inverosimile, ovviamente glassato di buoni sentimenti e di love story appena accennate, come quella tra Sandy e
Kim (
Jessica Wesson), nonché tra Porter e la biologa marina
Kathy (
Chelsea Field), tutto seguito da una regia che non disdegna virtuosismi anche piacevoli, come sequenze subacquee dall’anima documentaristica e l’utilizzo di delfini animatronici perfettamente integrati nel tessuto scenografico.
Non è certo cinema d’essai,
è più una roba da domenica mattina su Italia 1, ma è certamente uno dei migliori manuali di istruzioni per costruire un’avventura leggera con un bellissimo e importante messaggio di fondo, divertendo per 95’, soprattutto se guardato in compagnia di un bimbo, pur nelle sue ingenuità, voragini riconoscibilissime a chiunque appassionato. Alla fine però è tutto talmente colorato, il mare così limpido e il sole così caldo, che ci si ricorda solo di quel simpaticissimo delfino e dei suoi amici, alzandosi dal divano un po’ più leggeri, bramosi d’estate e di vacanza,
e si spera un po’ più rispettosi dei nostri mari e di chi li abita.
#LiveTheRebellion