Recensione Daylight PS4

Con il sopraggiungere della nuova generazione videoludica, il genere horror sta passando una nuova era di giovinezza e, in particolare, pare che ci si stia focalizzando sempre di più su titoli ricalcanti i film ripresi “in presa diretta” quali REC, Cloverfield e ESP. I ragazzi di Zombie Studios, cavalcando il successo di altri titoli quali, ad esempio, Outlast e Slenderman, hanno distribuito su PC e PS4 il loro nuovo lavoro: Daylight. Dopo aver recensito la versione PC , ci siamo addentrati nuovamente nel Mid Island Bay Hospital per scoprire se cosa attende gli utenti della nuova console targata Sony.

PICCOLI BRIVIDI
In Daylight andremo ad interpretare Sarah Gwynn, una ragazza che si risveglia all’interno di un ospedale psichiatrico caduto in disuso da diversi anni. Il nostro scopo, guidati da una misteriosa voce guida, sarà quello di farci strada tramite la sola luce del nostro cellulare per riuscire a fuggire dalla struttura e, contemporaneamente, scoprire l’origine degli orrori che infestano l’ospedale. Al di là di un’idea abbastanza banale e di uno sviluppo rapido e non particolarmente curato, è proprio la narrazione la vera pecca di Daylight. All’interno del titolo degli Zombie Studios, infatti, saremo costretti a vagare in stanze ricreate casualmente per recuperare alcuni file che ci permetteranno di sbloccare un oggetto facente funzione di “chiave” per accedere allo stage successivo. Questa meccanica si ripeterà dall’inizio alla fine del titolo, lasciando tutta la narrazione, i colpi di scena e la scoperta del background dell’ospedale alle mere note e articoli di giornale recuperati. Questa ripetitività di fondo rende la vicenda del tutto frammentaria e di scarso impatto sul giocatore che, il più delle volte, si troverà demotivato nel proseguire a causa di schemi ripetitivi e di facili spaventi dovuti alle ormai abusate scene di scatto.

 

POTENZIALMENTE INFINITO?
La capacità di calcolo dell’Unreal Engine 4 permette a Daylight di risultare differente ad ogni partita. Le stanze che ci troveremo ad attraversare, infatti, saranno ricreate di volta in volta, rendendo la comparsa dei nemici e il nascondiglio delle note e dell’oggetto chiave una sorpresa ad ogni partita, trasformando quindi Daylight in un titolo potenzialmente infinito. Peccato che la scarsa rigiocabilità della storia e la semplicità nel prevedere i “salti sulla sedia” rovinino questo elemento che, altrimenti, sarebbe stato sicuramente un elemento di forza della produzione. All’interno del Mid Island Bay Hospital, infatti, saremo continuamente attaccati dalle forze sovrannaturali e potremo difenderci solamente fuggendo oppure tramite l’utilizzo di speciali bengala capaci di allontanare le entità maligne. Nulla di particolarmente complicato, comunque, e che, dopo poco tempo impiegato per apprendere l’utilità di fare economia di bengala, risulta subito intuitivo, non offrendo mai un livello di sfida elevato. Da evidenziare, infine, come il character design dei nemici, seppur poco vario, sia efficace nella sua semplicità e capace, in più sezioni, di spaventare il povero videogiocatore costretto ad affrontare streghe e spettri. Un’altra pecca di Daylight, purtroppo, sta nella sua longevità che, a causa di una durata complessiva di circa tre ore e mezza, rende i 15 euro del costo una spesa troppo elevata in confronto al contenuto videoludico proposto.

UN SONORO DA PAURA
Daylight, purtroppo, non riesce a stupire neanche dal punto di vista visivo che, a causa di ambienti spogli e scarni, di una modellazione poligonale dei nemici scadente e di un’illuminazione non del tutto soddisfacente, delude sotto tutti i punti di vista (soprattutto pensando che ci troviamo di fronte ad un titolo sviluppato con un “innovativo” motore grafico e che, di conseguenza, avrebbe dovuto stupire particolarmente). Ottimo, invece, il comparto sonoro che, grazie ad una quasi totale assenza di colonna sonora, ad un ottimo doppiaggio e all’introduzione di rumori quali scricchiolii, sussurri e voci lontane, non potrà che soddisfare ogni amante del buon horror che si rispetti. Peccato, purtroppo, che talvolta alcuni dialoghi della protagonista (soprattutto le frasi ricorrenti durante la partita quali “cos’è stato”, “c’è qualcuno laggiù”, etc) appaiano fuori luogo e ripetute totalmente a caso. Concludiamo con un plauso agli sviluppatori per aver introdotto un’ottima visione 3D che, grazie all’utilizzo di un visore Sony HMZ, ci è apparsa nitida, priva di cali di frame e capace di immergerci totalmente nel gioco, aumentando di molto l’immedesimazione con la protagonista.

Verdetto
6 / 10
Poca luce, ma che non rimane accesa nei bar
Commento
Daylight, nonostante le buone premesse, non riesce a stupire sotto nessun punto di vista. Una trama banale e narrata in modo frammentario, un comparto tecnico arretrato e una longevità davvero scarsa impediscono al titolo di emergere e di conquistare il videogiocatore. Un comparto sonoro ottimo, un gameplay a tratti innovativo e una splendida visione 3D riescono a salvare un progetto che, purtroppo, finisce nel cassetto “occasioni sprecate”. Un vero peccato.
Pro e Contro
Ottimo comparto sonoro
Sviluppo delle stanze in modo casuale potenzialmente interessante
Qualche salto sulla sedia garantito

x Narrazione frammentaria e di poco spessore
x Visivamente arretrato
x Longevità scarsa e rigiocabilità nulla

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