Al giorno d’oggi, di giochi che fanno davvero paura, ce ne sono davvero pochi. I ragazzi di Red Barrels tentano di introdurre qualcosa di nuovo con il loro Outlast, titolo uscito lo scorso anno su Steam e disponibile da febbraio per gli utenti di Playstation 4 che, se iscritti al programma Plus, potranno scaricarlo in forma gratuita (per gli altri il costo è di circa 20 euro). Saranno riusciti nel loro intento?
VERSIONE TESTATA: PS4
La trama di Outlast vede il giornalista Miles Upshur investigare all’interno di un manicomio nel quale, secondo alcuni documenti trapelati, pare stiano accadendo cose molto strane. Questo è solo l’inizio della discesa all’inferno di Upshur che, in continua fuga da creature spaventose e da personaggi dalla mente deviata, dovrà riuscire a fuggire dall’edificio prima di impazzire o di perdere la vita. Nonostante la storia appaia semplice, la narrazione procede senza gravi pecche dall’inizio alla fine e, grazie ai molti file che si possono trovare in giro, riusciremo a farci un’idea su cosa è veramente successo all’interno del manicomio di Mount Massive. La longevità del titolo si attesta attorno alle sei ore, ma, nonostante la durata non entusiasmante, non ne uscirete insoddisfatti una volta terminato. Ad ogni modo, al di là di una trama discreta, il vero punto di forza di Outlast sta nell’atmosfera. Atmosfera che, sin da subito, si distacca da qualsiasi altro gioco degli ultimi anni riuscendo a terrorizzare il giocatore e catapultarlo all’interno del mondo di gioco. Non ci sono dubbi: questo è un titolo che riesce davvero a spaventare e che, per le grandi dosi di violenza, le scene di nudo e l’atmosfera opprimente è strettamente consigliato ad un pubblico adulto.
I ragazzi di Red Barrels sono riusciti a creare un gioco che non solo fa paura, ma che, nella sua semplicità, è pure bello da giocare. Si tratta, infatti, di un titolo in prima persona, ma che, grazie alla totale assenza di qualsiasi interfaccia e all’introduzione di una videocamera digitale come unica arma, risulta differente da qualsiasi altro titolo sul mercato. L’elemento chiave per l’esplorazione del manicomio, infatti, è la suddetta videocamera che, grazie alla modalità “notturna” ci permetterà di vedere al buio e proseguire, quindi, per gran parte del gioco. Questo, oltre a creare un piacevole effetto che ricorda i film in prima persona quali Rec e Blair Witch Project, sarà anche uno degli elementi cardine del gioco in quanto, ovviamente, la batteria andrà lentamente esaurendosi e saremo quindi costretti ad esplorare stanze e saloni alla ricerca di qualche pila per non venire ingurgitati dal buio del manicomio. L’assenza di qualsiasi arma, inoltre, comporta che, di fronte ad un nemico, la nostra unica soluzione sarà la fuga e, una volta fuori dal loro campo visivo, dovremo trovare al più presto un qualsiasi luogo dove nasconderci. Questa specie di “nascondino” riesce a mettere addosso al giocatore una vera e propria ansia, contribuendo nel rendere questo gioco davvero spaventoso. Allo stesso tempo, però, questo elemento mette in mostra anche la scarsa intelligenza artificiale dei nemici che non tarderanno a perderci di vista rendendoci la fuga, il più delle volte, davvero troppo semplice.
A livello grafico Outlast presenta alti e bassi. Gli ambienti sono realizzati ottimamente e riescono a dare quell’atmosfera sporca che tanto funziona con un gioco del genere, peccato che i modelli poligonali dei nemici non siano particolarmente esaltanti e per alcuni cali di frame che, nelle parti più concitate e/o nel caricamento delle nuove aree, possono dare fastidio al giocatore. Impeccabile il comparto sonoro che, tra un doppiaggio in lingua inglese di buona fattura, sospiri e ansimi che mettono soggezione e musiche che contribuiscono a far saltare dalla poltrona, non vi deluderà per neanche un secondo. I sottotitoli, totalmente in italiano, sono inoltre perfettamente sincronizzati con i dialoghi rendendo il gioco perfettamente comprensibile anche per coloro che non masticano bene la lingua anglosassone.
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