La componente multigiocatore locale sta negli anni perdendo sempre più importanza, relegata nella maggioranza dei casi ad essere un semplice ed opzionale contorno quando viene implementata e, sempre più spesso, di solito nemmeno presente (o fortemente ridimensionata di capitolo in capitolo). Die Gute Fabrik, gruppo di sviluppatori indipendenti svedese che forse conoscete per il platform Where is my Heart?, prova con Sportsfriends a rinobilitare il multiplayer locale con un prodotto in cui è messo di prepotenza sotto i riflettori, anche a costo di sacrificare (almeno per questa volta) le funzionalità online. Ma riuscirà questa raccolta di quattro mini-giochi nel suo intento oppure questo “nobile proposito” si rivelerà un handicap?
Versioni testate: PS3, PS4
Il primo titolo che l’offerta mette davanti al giocatore è Barabariball,una particolare e divertente via di mezzo tra un picchiaduro bidimensionale e un gioco di volley. Lo scopo dei giocatori (sia in modalità 1vs1 o 2vs2) è quello di far finire la palla sul fondo del mare dalla parte della squadra avversaria per fare punto. I movimenti sono controllati grazie alle frecce direzionali, mentre il tasto quadrato si occupa di lanciare la palla quando è in mano al giocatore e di attaccare quando invece è libero (con la possibilità in tutti e due i casi di “caricare” il colpo tenendo premuto il tasto) e il tasto X assolve la tradizionale funzione di salto. Caratteristica peculiare di Barabariball è legata proprio a quest’ultimo aspetto: ogni personaggio è infatti in grado di saltare tante volte (anche in aria) quanti sono i “cerchi” che gravitano intorno a lui, possibilità che torna utile per evitare di cadere in acqua e perdere punti e va gestita in modo strategico visto che l’esaurirsi di questi cerchi lascia il giocatore vulnerabile agli attacchi nemici e la ricarica richiede di stare per qualche tempo con “i piedi per terra” su una superficie solida. Un altro pizzico di profondità ai controlli arriva dalla possibilità di utilizzare R1 e L1 per scattare rispettivamente a destra e a sinistra. Arrivando al giudizio, questo primo titolo rappresenta indubbiamente uno dei piatti forti dell’offerta ed è decisamente capace di intrattenere chi gioca, sia che sia accompagnato da un altro giocatore che fruisca dell’esperienza assieme ad altre tre persone. D’altra parte però va anche detto che la presenza di una modalità online avrebbe valorizzato ancora di più il potenziale di questa porzione di opera, che è leggermente offuscato dal “vincolo” di dover giocare con almeno un altro compagno in carne ed ossa.
Dopo Barabariball, lo sport viene momentaneamente accantonato in favore di Johann Sebastian Joust, un mini-gioco prettamente sonoro (si può tranquillamente giocare senza guardare lo schermo) progettato per utilizzare i motion controller ma fruibile anche tramite Dualshock (3 e 4). Una volta avviato il gioco partirà un sottofondo musicale, che crescerà o diminuirà di velocità. A seconda della velocità del sonoro il controller sarà più o meno ricettivo ai rumori, causando il game over dei giocatori (fino a 4 partecipaneti) che su muoveranno oltre la soglia del consentito: i contendenti dovranno quindi sfruttare i momenti in cui la musica accelera per infastidire gli altri giocatori (stando ovviamente attenti a non causare la fine della propria partita) e rimanere il più fermi possibili quando questa è eseguita in slow-motion. Il risultato è qualcosa di prepotentemente atipico e divertente, capace di centrare in pieno lo spirito di fondo del gioco e di risultare adattissimo all’utilizzo in locale, anche in compagnia di persone non avvezze ai videogiochi, senza perdere nulla a causa della mancanza del multiplayer online.
Dopo la parentesi musicale di Johann Sebastian Joust lo sport torna ad avere un ruolo centrale con Super Pole Riders. Scopo del gioco (anche qui, affrontabile sia 1vs1 che 2vs2 con l’aggiunta di poter “condividere” il controller e giocare in quattro anche con due gamepad) è quello di “mandare in rete” una palla che viaggia collegata ad una corda sospesa. Il giocatore verrà messo ai controlli di un saltatore con l’asta, e dovrà utilizzare l’analogico sinistro per muovere lo sportivo mentre controlla l’asta con quello destro, che oltre a poter essere sfruttata in modo “banale” spingendo la palla può essere impiegata per la sua funzione naturale, ovvero il salto, eseguendo una volta in aria un calcio volante capace di spingere vero la porta avversaria la palla o di abbattere il nemico qualora lo si colpisca da una posizione più alta della sua. Il risultato, grazie anche a dei controlli con cui non è immediato familiarizzare da subito, è a dir poco esilarante e si pone, assieme a Barabariball, al vertice dell’offerta proposta, anche se tornano a fare capolino i “vincoli di accompagnamento” che caratterizzavano l’altro sportivo che anche qui si fanno un po’ sentire.
Chiude l’offerta Hokra, altro titolo sportivo (stavolta con l’obbligo di quattro giocatori, che anche in questo caso possono condividere i controller giocando con solo due periferiche) di chiara matrice hockeystica. Ciascun giocatore controllerà un rettangolo numerato, che potrà muovere grazie alla levetta analogica, e dovrà cercare di conquistare un disco (rappresentato con un quadrato nero) e mantenerne il possesso il più possibile all’interno delle proprie basi, agli angoli (opposti) della mappa. Per rubare la “palla” agli avversari, che mentre ne detengono il possesso si muovono più lentamente, è sufficiente andargli addosso, stando attenti ad intercettare eventuali passaggi eseguibili tramite il tasto X (che in assenza di palla permette di eseguire uno scatto che sposta più velocemente il giocatore). Complessivamente Hokra, nonostante vada messa in conto la presenza di altri tre giocatori, riesce al pari degli altri titoli presenti nella raccolta, ad intrattenere chi gioca, in virtù di un gameplay semplice (che permette appunto a due giocatori di utilizzare lo stesso controller) ma ben implementato ed adatto alla situazione.
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