Come successo già al lancio di PlayStation 4 ed Xbox One – solo che questa volta nessuno, stranamente, se ne lamenta – su Nintendo Switch stanno piovendo riedizioni di titoli già disponibili su altre piattaforme. Questa volta è il turno dei due Azure Striker Gunvolt.
Che il pubblico abbia ancora una gran voglia di
Mega Man è abbastanza chiaro, basti pensare al successo ottenuto dalla campagna Kickstarter di
Mighty No. 9. Altrettanto chiaro è che questa voglia per ora non sia stata accontentata del tutto (di nuovo, basti pensare al
risultato finale della campagna Kickstarter di
Mighty No. 9).
Inti Creates negli scorsi due anni però ci ha indubbiamente provato, e per quanto
Azure Striker Gunvolt e relativo sequel siano fondamentalmente dei prodotti abbastanza diversi dalla serie Capcom – aspetto che gioca a loro favore, visto che ne va ad affermare un’identità più personale – non si può nascondere un
background comune. Dopotutto Inti Creates ha lavorato alla serie Zero di
Mega Man, e dopotutto l’ubiquo (e ambiguo) Keiji Inafune figura come produttore esecutivo nei titoli di coda. Per cui era naturale che prima o poi qualcuno decidesse di portare la serie anche al di fuori dell’eShop di 3DS – per quanto il primo capitolo sia comunque disponibile su
Steam. Con quali risultati?
Da troppo poco a troppo
Da una trama troppo abbozzata…
Se siete nostri lettori da un po’ di tempo, avrete già avuto modo di leggere le nostre recensioni “singole” legate ai due capitoli raccolti in questo Striker Pack (
in caso contrario, potete tranquillamente recuperarle dal nostro archivio). Uno degli aspetti che all’uscita del primo
Azure Striker Gunvolt avevamo inserito nello spazio riservato ai contro era legato ad
una narrazione troppo abbozzata, incapace di capitalizzare il fascino del mondo di gioco che gli sviluppatori avevano ideato a contorno dell’esperienza. Un
approccio indubbiamente vecchia scuola – attitudine che come vedremo tornerà sia dal punto di vista delle meccaniche che a livello di “concetto”, quando arriveremo dalle parti del capitolo 2 – che però tarpava le ali ad un setting che strizzava l’occhio al cyberpunk grazie alla presenza della solita
Zaibatsu capace di manovrare occultamente il mondo (nel nostro caso si tratta di
Sumeragi, che controlla energia, informazioni e le tecnologie militari) e allo stile tutto neon e potenziamenti. Un peccato, perché sarebbe stato interessante approfondire quanto c’era dietro ai cosiddetti
Adepti, umani in grado di utilizzare dei super-poteri grazie alla misteriosa energia Septimale, e in generale poter contare su un comparto narrativo più presente.
Azure Striker Gunvolt 2 ci accontenta, ma per diversi versi forse sarebbe stato meglio non farlo.
…A una troppo presente
L’intreccio
diventa più articolato, sviluppandosi su due piani paralleli (uno da giocare nei panni di Gunvolt, l’altro invece nelle vesti di Copen, altro personaggio cardine del titolo d’esordio). Il problema è che però spesso e volentieri il gioco, preso dalla foga di voler raccontare finalmente la sua storia, andrà ad impattare anche abbastanza violentemente sulle fasi giocate, sovrapponendo il testo a quanto disegnato a schermo e
rendendo il tutto più caotico – oltre a
smorzare vistosamente l’azione.
Identità ludica
Azure Striker Gunvolt ha una sua precisa identità, pad alla mano
L’approccio vecchia scuola cui accennavamo poco più su si respira, giocoforza, anche dal punto di vista ludico.
Azure Striker Gunvolt come detto
non gioca a imitare Mega Man, ma propone un proprio sistema di combattimento che, per quanto assolutamente atipico e
tendenzialmente incapace di rendere impossibile una sfida, risulta pad alla mano appagante e ben studiato. La pistola in dotazione a Gunvolt – che può poi sostituire durante la partita con modelli che variano le modalità di fuoco – non è la principale arma d’offesa, e serve soprattutto per “taggare” i nemici presenti a schermo. Una volta agganciati in questo modo poi è l’Elettrosfera a fare tutto il lavoro,
andando a colpire automaticamente i bersagli marcati e infliggendo loro danno finché rimane attiva. Sembra facile a dirsi, ma in realtà bisogna considerare che l’Elettrosfera è provvista di un suo indicatore
che si svuota durante l’uso, che si ricarica lentamente quando questa è “spenta” oppure istantaneamente se si preme due volte la freccia giù (interrompendo però l’azione), e che questo indicatore può essere allo stesso tempo svuotato e condizionato anche da alcuni nemici – in particolare un paio di boss. Non solo, ma bisogna anche
tener conto del numero di marcature che la pistola in uso permette di utilizzare, ricordarsi che ad ogni cambio di arma queste vengono rimosse di default e capire quali (e quante volte, visto che più è alto il numero di “tag” maggiori sono i danni infilitti) nemici vanno selezionati.
ÈIl risultato finale non è difficile da affrontare, ma se si punta ad ottenere un buon punteggio è decisamente stimolante.
La sfida non è tanto portare a termine le missioni proposte, quanto farlo ottenendo delle valutazioni elevate,
in perfetto stile vecchia scuola. A questo poi bisogna aggiungere la possibilità di attivare alcune sfide, che incentivano a rigiocare i livelli per ottenere bonus e ricompense da utilizzare per creare nuovo equipaggiamento – fondamentalmente elementi che danno una serie di bonus minori (e poco influenti, in massima parte) a Gunvolt. Bene, e nel secondo capitolo?
Azure Striker Gunvolt 2 è un sequel, anche in questo caso, vecchia scuola. Perché per quanto molti giocatori siano convinti del contrario, nelle precedenti generazioni era molto frequente imbattersi in un capitolo 2 (o anche 3,4 e 5) ad un anno di distanza dal precedente, mantenendo invariata la formula di base e andandone a limare i difetti. Gunvolt 2 fa proprio questo, aggiungendo qualche elemento di raffinamento ludico per quanto riguarda il protagonista della precedente esperienza ma riservando la maggior parte delle novità a Copen, che in ossequio a quanto visto nella serie
Mega Man diventa in grado di
utilizzare alcune delle abilità dei boss sconfitti. Il salto poi, in occasione di questo Striker Pack,
è anche meno marcato, visto che anche nel primo capitolo diventa possibile
scegliere lo “stile” del contatore del punteggio: si può quindi decidere in entrambe le esperienze se vedere il punteggio scendere a zero dopo aver subito tre colpi, mantenerlo sempre in alto (a costo di vederlo crescere molto più lentamente) oppure rischiare tutto e vederlo schizzare alle stelle, perdendo però tutto se si viene colpiti anche una sola volta.
Approccio pigro
Buona riedizione, ma si poteva fare di più
Dal punto di vista della performance nulla di trascendentale da segnalare: entrambi i titoli si comportano bene, e beneficiano della maggior potenza di calcolo di Switch (rispetto al vetusto 3DS) riuscendo a far girare il tutto
a 60 frame al secondo, oltre che a supportare l’alta definizione. C’è però da dire che la sensazione è che
l’immagine spesso e volentieri sia stata presa e “stirata” per riuscire ad entrare dentro lo schermo (del televisore, ma anche di Switch in modalità portatile), rispetto alla versione per 3DS. Si poteva sicuramente chiedere di più,
specie se si considera il prezzo a cui il pacchetto viene venduto: si parla di 34.99€, laddove sull’eShop della precedente console entrambi i titoli erano venduti a 12.99€. È vero che il pack in questione
include tutti i DLC precedentemente rilasciati, ma d’altra parte si parla comunque di due esperienze che possono essere portate a termine dedicando al prodotto complessivamente una decina di ore – al netto della sua rigiocabilità.
Verdetto
8 / 10
Inafune ogni tanto ne fa una giusta
Commento
Pro e Contro
✓ Non è un clone di Mega Man
✓ Gameplay assolutamente indovinato
✓ Setting affascinante...
x ... Ma raccontato poco (o raccontato troppo)
x Prezzo un po' alto
#LiveTheRebellion