Luca D'Angelo

Speciale Ascoltaci, Ubisoft

Ciao, Ubisoft. Come al solito aspettavo pazientemente il giocone di turno. Qui, seduto sulla solita sedia col solito controller in mano. Mi rincresce deludere le aspettative ma no: il giocone di turno non era il tuo.

Ho sentito che le cose ultimamente non sono andate bene come previsto per te. Mario+Rabbids un bel fail, peggio ancora Just Dance. Lo so che è brutto a dirsi, ma la gente non c’ha proprio più voglia di ballare. Non c’è nulla per cui ballare, dicono – anche se secondo me un po’ sbagliano.

Ma che è successo, Ubisoft? Eppure con Ezio sembrava andasse tutto bene. Ma che dico Ezio. Andava tutto a meraviglia ancora prima, agli albori di Rayman. E poi con i Rabbids – no, non Mario+Rabbids. Rayman Raving Rabbids, l’origine di quello che poi è diventato un franchise a sé stante. Chiaro che da solo non poteva farcela, e allora dai buttiamo in mezzo Mario ADcarry che ci pensa lui a tutto.

Eppure non c’è riuscito benissimo…

Ci hai provato a recuperarti, ma era troppo tardi.

Sto pensando a cosa poteva andare diversamente, ma nemmeno troppo. Giusto quel poco che bastava a far annuire di compiacimento le persone.

Ecco, uno dei problemi purtroppo è la saga degli Assassini. Ma esaminata dall’esterno, perché si sa che agli italiani piace un sacco essere rappresentati – e cambiare setting dopo due giochi interi? Spostarsi su uno già visitato? E che chiude definitivamente la saga italiana? Imperdonabile. D’ora in poi non potremo ignorare gli errori.

Di sicuro non uno come Assassin’s Creed III, un lavoro di marketing da reggere il confronto con quello Pokémon che è sfociato in qualcosa di peggio dell’ultima generazione di creature buggate. Un protagonista gonfiato e rigonfiato, ma che poi s’è rivelato aver solo indossato uno di quei six-pack gonfiabili da carnevale. Praticamente invisibile.

E che dire di come è continuato il brand? Hai droppato il numero nel nome, e tra l’altro anche il titolo di Assassino in alcuni casi. Quasi ti riprendevi con Unity, peccato solo che fosse un colabrodo per certi punti di vista. I più non sanno nemmeno che in realtà la storia della famiglia Kenway è quasi altrettanto emotiva, perché la scelta di marketing migliore era tagliare dai due giochi che la riguardano gli unici momenti di collegamento tra nonno, padre e nipote.

È qua che siamo finiti: a raccontare la storia di una famiglia, ma frammentata su più media diversi. Così quando parlo di come sia bella la storia di Edward mi devo sentire un deficente perché lo so solo io al mondo come continua dopo il finale del gioco.

Mi ricompongo, ma sappi che non ho apprezzato il gesto. Non lo abbiamo apprezzato. Ed è stato quello l’inizio della fine: spezzettare una storia in giro e affrettare la successiva per averla pronta tipo domani.

Tante, troppe cose ti stanno costringendo a camminare sul filo del rasoio. Lo sapevi che ci sarei arrivato, perché tra quelle c’è chiaramente anche Skull And Bones. Vuoi sistemarlo e lo hai rimandato, e mi sta anche abbastanza bene. Ma non ti dimenticare di quel grigio mostrone della hype culture, perché a un certo punto può distruggerti come ha già fatto con Connor.

Ubisoft, se impari un minimo dai tuoi errori ti conviene ricordarti questo scivolone. È di dominio pubblico ormai che le cose per te non si stanno mettendo affatto bene, e se da un lato le responsabilità dei fallimenti sono spesso condivise in questo caso la bilancia pende un po’ troppo a tuo sfavore.

Arriva il momento dei tagli, delle chiusure degli uffici italiani e non. I fattori che hanno portato a questo sono vari, non ce lo nascondiamo. Ma non ci nascondiamo nemmeno che uno di quei fattori è che a un certo punto il dio denaro ha chiamato. Com’è lecito che sia? Sì.

Ma solo in parte.

Perché quel dio denaro esce dalle nostre tasche.

Ascolta(ci), Ubisoft.

Rimanda tutto ciò che vuoi, sparisci un anno o due se ne hai bisogno. Ma fa’ in modo che quando torni tutti saranno lì a dirti “meno male che sei tornata”, perché altrimenti la situazione è nera per davvero.

Hai toccato un punto in cui sei ancora in tempo a risalire prima di toccare rovinosamente il fondo. E fallo. Fa’ che i prossimi Assassin’s Creed siano la giusta misura di lunghezza, bella trama e difficoltà. Riportami un Rayman bello come un tempo, e ti prego – ti scongiuro – lavora bene a sto cazzo di Skull And Bones. Vedi tu cosa puoi fare con i soliti giochi fissi tipo Just Dance, perché tanto la gente non ha voglia di ballare.

Investiamo un po’ su qualcosa di davvero bello, che ricorderemo per decenni come ricordiamo ancora gli albori di Ezio e Altair. Sì lo so che la sto glorificando pure troppo sta roba degli Assassini, ma che ci devo fare: c’erano i presupposti per capolavori unici nel suo genere. Un tempo. Ma lo sapevamo che il tempo dei DLC prima o poi sarebbe arrivato.

E falli, falli pure sti DLC se ti aiutano così tanto. Però fa’ in modo che siano un extra, e che le storie che ci racconti siano complete e lascino il segno. Aiuta chi ti segue ad andare avanti, a lasciare Ezio in pace nella tomba e Altair nella sua bella cripta vuota. Dacci qualcosa da ricordare con la lacrimuccia agli occhi.

Dacci un nuovo inizio.

#LiveTheRebellion