Francesco Alteri

News+ SeaRing e i nuovi Dev Diary

Siamo nell’era dell’immagine e dei social… No?

Per prima cosa parliamo di SeaRing: “SeaRing è un gioco d’azione-puzzle indie 2D che immerge i giocatori in un mondo ricco di storia e avventura“; che è un modo elegante di dire “ci piace Undertale“. E su questa affermazione vorrei soffermarmi un secondo, perché non solo ci servirà dopo, ma apre una parentesi enorme sull’originalità di un titolo e di riflesso sul suo valore.

Per quanto mi riguarda un titolo non deve essere originale al 100% per essere un buon titolo. Hollow Knight non è originale al 100%, eppure è lo stato dell’arte dei Metroidvania. Stessa cosa vale per SeaRing. L’influenza di Undertale (che a sua volta prende a piene mani da EarthBound) è palese, ma da quello che ho potuto provare nella demo, SeaRing ha tutte le carte in regola per essere un gran titolo. Con un occhio sempre puntato alla comicità e al ritmo di Toby Fox, ma anche con una sua identità unica e speciale. Tutto questo, ovviamente, se queste prime battute, che potete provare gratuitamente scaricando la Demo su Steam, avranno un seguito ben pensato, scritto e sviluppato.

A tal proposito, vi riporto, prima di partire con il cuore del pezzo, con la descrizione della Demo presente nel comunicato stampa. Descrizione che sicuramente fa il suo lavoro meglio di quanto possa farlo io:

Sulla Demo:

Quando aprirai gli occhi, ti ritroverai lontana dal mare, sdraiata su una spiaggia sabbiosa, spinta a scoprire per la prima volta l’intransigente Regno del Fuoco. Passeggia per  villaggi mozzafiato, incontra una miriade di NPC esilaranti (e magari anche un tocco abbronzati) e completa i vari puzzle, mentre incontri il sadico Saladino e il suo equipaggio di granchi criminali, la cui missione nella vita è porre fine alla tua. Conquisterai questa buffa gang di nemici, o soccomberai alla pressione e lascerai che le tue speranze e i tuoi sogni si dissolvono sotto il sole?

Caratteristiche del Gioco:

I nuovi Dev Diary

Spero che le cose scritte qui sopra vi abbiano incuriosito almeno po’, nel caso mentre wishlistate passiamo al cuore del pezzo. I Social sono contemporaneamente la salvezza e l’arma di distruzione di massa della nostra specie. Da una parte la comunicazione anche tra nazioni agli antipodi è a portata di mano, con la possibilità non solo di avere supporto costante soprattutto per chi fa contenuti, ma anche, e più importante forse, la possibilità di creare vere e proprie relazioni simili e allo stesso tempo diverse da quelle quotidiane. Dall’altra parte l’onnipotenza di poter scrivere quello che ci pare nascosti dietro alla sicurezza di uno schermo e la totale assenza di educazione digitale, hanno portato negli anni a situazioni al limite della coscienza umana. Ed è inutile girarci attorno, perché della gente è morta per quei “so solo ragazzi”.

Non sono qui, però, per dirvi che per quanto mi riguarda se non siete rispettosi sul web probabilmente siete delle persone terribili anche nella vita normale, ma per parlarvi del lato positivo dei social. Di quelle relazioni, di quello scambio costante di amore reciproco per e tramite un progetto come SeaRing o come tanti altri. Io ho sempre visto i Dev Diary come una sorta di viaggio dentro la vita degli sviluppatorə e non solo come strumenti per capire l’evoluzione di un titolo. Non che ci sia nulla di male a trattarli come manufatti aditi a sviscerare i passaggi dai primi bozzetti al risultato finale, assolutamente, ma ho sempre pensato che trovare qualcosa che li collegasse a quelle vite dietro il codice, li rendesse molto più umani e concreti.

Ed ecco perché credo che i social siano la nuova frontiera dei diari di bordo dello sviluppo. Lə ragazzə di SeaRing hanno iniziato il loro viaggio social su Twitter il 6 gennaio 2020, mettendo una breve descrizione e un video di pochi secondi:

https://twitter.com/SeaRing_game/status/1214210457189437440
Da quel giorno ogni nuovo aggiornamento, idea, informazione è stata riportata o retwittata direttamente dal profilo privato dei vari “membri dell’equipaggio”. E la cosa che mi ha colpito è che sono molto sinceri. Ci sono meme, parodie, retwitt di altri progetti. Fanno esattamente quello che chiunque di noi fa tutti i giorni con i 300 “amici” su Instagram. Lo fanno, però, mostrando anche qualcosa del titolo, il che trasforma tutto questo processo in un vero e proprio Dev Diary. Chiaro, c’è tanto Storytelling Marketing e le grandi aziende seguono questo iter da tempi non sospetti; ma anche per loro vale la stessa cosa: per quanto siano grandi case di produzione, chi mette le mani in pasta è umano, e quindi rimangono comunque delle bellissime storie da seguire.

Vi ricordate di quando vi ho parlato di Undertale all’inizio del pezzo? Vi ho detto che ci sarebbe servito anche dopo. Bene, perché mentre scorrevo il profilo Twitter di SeaRing mi è caduto l’occhio su un retwitt molto particolare. Un retwitt che mi ha fatto sentire a casa. Durante la creazione di qualcosa a volte si scende a compromessi. Qualsiasi cosa si stia creando eh, non solo videogiochi. Diciamo che si tende ad abbozzare qualche elemento per vedere come va, per poi sistemare quando si ha il quadro generale più completo. Ecco, quando si fanno queste cose implicitamente scaviamo nella nostra memoria alla ricerca di qualcosa che non sia definitivo ma che a suo modo centri perfettamente il mood che cerchiamo. Questi momenti, soprattutto nello sviluppo di un videogioco, raccontano tanto sia del titolo, sia di chi ci sta dietro. Nel caso di Searing il momento è questo:

E io non posso che sorridere davanti ad un placeholder che secondo me è perfetto lì dove è stato messo. E’ esattamente quello che faccio io quando creo qualcosa, questo pezzo compreso. Prendo dei frammenti, delle frasi magari, che hanno un suono o qualcosa che mi ricorda quello che devo scrivere e poi sistemo. I “nuovi Dev Diary” sono oro per quanto mi riguarda, al di là della qualità finale del titolo. Non so se SeaRing sarà un bel gioco, lo spero per loro, ma come ogni cosa va provata con mano prima di parlare. Quello che so è che rileggere quei tweet è stato per me un piccolo viaggio dentro SeaRing e sono davvero tanto contento che sempre più sviluppatorə usino i social per raccontare e raccontarsi.

Dopotutto siamo nell’era dell’immagine e dei social… No?

#LiveTheRebellion