Prime Matter è la nuova premium gaming label di Koch Media. E che è una gaming label? Sostanzialmente un’etichetta, una sorta di marchio che identifica i titoli premium di una determinato publisher. Infatti, Koch Media stessa la definisce “[…] una nuova casa per i nostri giochi premium, che offre ai partner attuali e futuri tutta l’esperienza di Koch Media Group insieme ad un team nuovo e dinamico dedicato a massimizzarne il loro vero potenziale“.

Insomma, sviluppatori vecchi e nuovi riuniti sotto un unico grande tetto che porteranno il marchio di qualità Koch Media. Ora, al di là dell’ovvio obiettivo da parte di Koch Media di creare una brand identity che faccia sentire accolti i videogiocatori all’interno di un hotel di lusso fatto di materia prima di qualità; quello che ci interessa è che la società ha deciso di spingere l’acceleratore sullo sviluppo, soprattutto in favore di team indie ancora non affermati.

Il problema della discoverability

Questa non è una cosa da poco. In un mondo in cui un’enorme quantità di titoli, soprattutto indipendenti, si trova a dove fronteggiare il problema della discoverability, avere una gaming label di questo tipo non può che aiutare sia i videogiocatori che gli sviluppatori, che siano nel gruppo o meno. In che modo? Per quanto riguarda i membri di Prime Matter la risposta è scontata: un palco privilegiato per mostrare i loro prodotti. Per tutti gli altri significa dover fronteggiare meno avversari sugli stessi canali, ad esempio Steam.

Se questi sviluppatori saranno spinti da Koch Media lasceranno lo spazio prima occupato ad altri sviluppatori, assottigliando quella massa informe di videogiochi indipendenti che escono ogni giorno. Certo, per chi rimarrà totalmente indipendente si tratta di un’arma a doppio taglio. Se è vero che diminuisce la concorrenza è anche vero che il tempo per i videogiocatori non aumenta, e quindi avendo i membri di Prime Matter il marchio di qualità, è più probabile che gli utenti tendano a scegliere quest’ultimi ai danni degli altri. Questo, però, si chiama capitalismo. L’abbiamo voluto e ce lo teniamo.

La discoverability è un problema serio. Non voltiamoci dall'altra parte.

I videogiochi

Con la nascita di Prime Matter, Koch Media ha preparato anche gli annunci di qualche nuovo titolo. Che poi è sostanzialmente il motivo per il quale siete qui. Non vi parlerò di tutti i titoli presentati, per quello avete il comunicato stampa. Vi parlerò brevemente di tutti i titoli che mi hanno colpito in positivo o in negativo. Una gran parte tenderà verso il negativo ma per un semplice motivo: hanno, secondo me, sbagliato a presentarli. La maggior parte dei titoli è ancora in alpha o in pre-alpha, e per quanto apprezzi la buona volontà, non trovo il senso di mostrare qualcosa di ancora molto lontano dalla conclusione.

Al di là della qualità grafica che sarà per forza un divenire e quindi dare un giudizio ad oggi è stupido, è proprio il concept di alcuni titoli che secondo me ancora non ha una linea definitiva, quasi fossero, appunto, ancora abbozzati. Comunque apprezzo tanto la buona volontà, quindi parliamone.

Payday 3

Ragazzi, è Payday. Letteralmente un Payday uguale agli altri due con la grafica più bella. Ed è giusto che sia così. Payday è già una bella idea non ha bisogno di chissà quali aggiunte fuori di testa: deve funzionare. Punto. Quindi nulla da dire, mi piace Payday, mi piacerà anche Payday 3.

Scars Above

Ecco, con Scars Above già possiamo parlare del discorso che ho fatto prima. Il gioco è molto ma molto abbozzato ancora e non si capisce bene dove voglia andare a parare. Fighi i mostri, figa l’ambientazione, ma c’è ancora troppo poco e troppo tutto buttato lì, soprattutto il sistema di combattimento. Mi ricorda molto Returnal però, quindi se ci lavorano per bene potrebbe essere una bomba.

Echoes Of The End

Echoes Of The End sembra figo. Non mi piacciono per niente le animazioni facciali, ma l’ambientazione fantasy e quel gorilla di roccia che si vede nel trailer mi hanno tenuto incollato allo schermo durante tutta la presentazione. Spero davvero che in futuro ci facciano vedere un po’ di gameplay.

Dolmen

Anche con Dolmen torniamo al discorso fatto sopra: troppo presto. Di questo gioco ho visto minuti di gameplay e non può uscire così. Abbozzato è dir poco. Si tratta di una fusione tra Dead Space (quindi figata) e Dark Souls. Al di là del giudizio personale che non me lo fa affiancare neanche lontanamente a Dark Souls, tutto quello che si è visto non è che una briciola delle potenzialità che ha un titolo del genere. Un TPS RPG con i mostri nello spazio. Uao. E poi durante la presentazione combattono con qualche insetto alieno posizionato un po’ alla bene e meglio. La hype culture è sbagliata, ma così si esagera. Spero davvero che tirino fuori un gran bel videogioco, perché può esserlo. Eccome.

Gungrave G.O.R.E

Così si fa una presentazione. Un trailer spacca mascella che ti fa urlare: “ti prego dimmi di più”. Come ho detto sopra l’hype culture è sbagliata ma se reiterata nel tempo, come è successo con Cyberpunk 2077. Il bombardamento mediatico che abbiamo subito con il titolo di CD Project RED è il male di questa industria. Anni di trailer fasulli che ci facevano venire la bava alla bocca senza farci vedere poi davvero com’era il gioco, neanche a pochi mesi dall’uscita. Preordini in anticipo mostruoso con addirittura console che stavano di lì a poco per terminare il ciclo vitale brandizzate Cyberpunk 2077. Mostrare, invece, un trailer mozzafiato durante le prime fasi di sviluppo genera sì hype, ma quello giusto. Quell’hype che poi ti farà venire voglia di sapere come sarà il gioco nel prossimo evento di presentazione. Io ora voglio sapere di più su questo titolo, non sono bombardato tanto da mettere pressione agli sviluppatori, ma è in lista per un eventuale acquisto futuro e tengo le orecchie pronte a qualsiasi nuovo annuncio. Ottimo lavoro con Gungrave G.O.R.E Prime Matter. Ottimo davvero.

The Last Oricru

Questo titolo è stato il meno interessante di tutta la presentazione. Davvero, The Last Oricru è un insieme di cose messe su senza una logica. Si, ok, le scelte che fai all’inizio condizionano il futuro, non mi sembra chissà quale rivoluzione. Ed è praticamente il selling point del titolo. Neanche la meccanica del lavorare in cooperazione con un altro giocatore sembra interessante e l’ambientazione è anonima. Ma, come ho detto sopra, è in alpha, quindi è ancora troppo presto per dare giudizi definitivi. Spero di ricredermi, anche perché è in questa lista proprio con la speranza di dire in futuro al me stesso del passato: “ti sei sbagliato”.

Codename Final Form

Codename Final Form a uno sci-fi FPS con un design pazzesco e dei colori che urlano futuro da tutte le parti. Non serve che dica altro no?

E con quest’ultimo titolo si conclude l’elenco dei giochi Prime Matter che mi hanno colpito. Come avrete visto è tutto fortemente personale e probabilmente sbagliato, ma, in fondo, è a questo che servono queste presentazioni, a discutere e a dare giudizi personali. Quindi, io vi invito a recuperarvi tutti i titoli Prime Matter in uscita, a prendere un vostro amico e a segnarvi i titoli che più vi interessano.

Io torno a guardare il trailer di Gungrave G.O.R.E, perché sento proprio il bisogno di videogiochi tamarri.

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