Doraemon è stato sicuramente tra le opere nipponiche più di successo e caratteristiche dello scorso secolo, sapendo conquistare tutti tra grandi e piccini grazie al suo carattere ed ai messaggi positivi che porta con sé. Sfortunatamente però, a causa della morte prematura di uno degli autori, non ha mai ricevuto un finale considerabile canonico, lasciando i fan a speculare tra teorie strampalate e fake molto diffusi.
Oggi quindi esploreremo l’argomento, cercando di scoprire se esiste una conclusione vera e propria e sfatando eventuali leggende urbane molto circolate negli anni.
Incipit dell’opera
Doraemon nasce come manga indirizzato ai bambini nel 1969 dalla collaborazione tra
Hiroshi Fujimoto e
Motoo Abiko, adottando il famoso pseudonimo Fujiko Fujo.
La storia segue le avventure di Nobita, un giovane ragazzo alle prese con le difficoltà della vita, che un giorno riceverà la visita del gatto robotico
Doraemon. La curiosa entità spiegherà al ragazzino di provenire dal futuro ed esser tornato nel passato per aiutarlo a “tornare sulla retta via” e uscire da quel periodo difficile.
La peculiarità principale di Doraemon è di possedere una tasca dimensionale da cui estrae vari gadget futuristici (i cosiddetti chiusky) con funzioni sempre nuove e strampalate, dando un aiuto non indifferente al ragazzino se usati correttamente o creando nuovi guai nel caso in cui ne vengano abusate le funzioni.
Come avrete intuito quindi è una di quelle opere che tratta molto da vicino temi quali la crescita, l’indipendenza e cosa sia la vera amicizia, lanciando diversi messaggi positivi nei confronti delle nuove generazioni.
Con la morte di Fujimoto nel 1996, però, Doraemon non ha potuto mai vedere una conclusione al 100% ufficiale, nonostante Shogakukan ci abbia provato. Ecco quindi tutti i finali che potrete trovare in rete, passando anche da leggende metropolitane e vere e proprie creepypasta.
Finale “canonico” – Nobita sposa Shizuka
Con la conclusione prematura dell’opera, diversi anni più tardi, gli autori della casa editrice
Shogakukan, responsabili per la creazione dell’anime di Doraemon, hanno comunque voluto donare una degna conclusione alle vicende di Nobita, optando per il finale felice.
Nell’ultimo episodio di Doraemon infatti Nobita riuscirà a portare avanti la sua vita divenendo un adulto responsabile e raggiungendo uno dei suoi obiettivi principali, ovvero
sposare l’amica Shizuka.
Riconoscendo la crescita dell’amico e il compimento della sua missione, Doraemon torna nel futuro durante una nottata, lasciando a Nobita i preziosi ricordi delle avventure vissute assieme a lui.
Il finale di Doraemon è quindi un lieto fine per entrambi i personaggi principali, con ognuno dei due che riesce a vivere felice dopo aver realizzato i rispettivi desideri.
C’è poco da dire, questo è a tutti gli effetti
il finale più positivo che l’opera potesse avere, anche se potrebbe far storcere il naso a qualche fan essendo a tutti gli effetti il più scontato in assoluto.
Per quanto riguarda le altre teorie che circolano in rete, invece?
Finali fanmade
Di seguito elenco i vari finali creati dai fan e che quindi non sono ufficiali. Tuttavia, li sentirete probabilmente ancora in giro a distanza di anni, ma non vi preoccupate, sono tutti inventati!
Le batterie di Doraemon si scaricano
Il primo finale fanmade che prendiamo in considerazione è forse quello più convincente di quelli che troveremo in queste sezioni. In questa versione alternativa della storia, a causa di un guasto o di un topo,
le batterie di Doraemon vengono compromesse, interrompendone il funzionamento e lasciandolo esanime al suolo.
Nobita inizialmente crede che basti sostituirgli le batterie per far ripartire l’amico, ma viene fatto notare da Dorami che un simile riavvio causerà anche una
totale perdita della memoria di Doraemon. Vengono quindi proposte due soluzioni: accettare il reset di Doraemon o aspettare che la tecnologia avanzi abbastanza per impedire la cancellazione dei suoi ricordi.
Il ragazzino sceglie la seconda opzione, e per arrivare a quello scopo comincia a mettersi d’impegno con lo studio. Ironicamente è questa motivazione che gli permette di compiere l’obiettivo di Doraemon, trasformandolo in uno studente modello prima e in un adulto responsabile poi, arrivando nel mezzo anche a sposare Shizuka.
Alla fine passeranno circa trent’anni dalla sua laurea al raggiungimento di una soluzione per il problema, ma Nobita alla fine
riuscirà a riattivare l’amico, risultando essere quindi a tutti gli effetti un altro lieto fine.
Il motivo per cui questo è uno dei finali più gettonati dal pubblico non informato è che queste vicende sono state narrate tramite un fumetto dallo stile estremamente fedele all’originale.
Ovviamente non è considerabile canonico essendo stato creato non dagli autori originali ma dal disegnatore di doujinshi
Nobuo Sato, ma resta comunque un interessante punto di vista per una conclusione un po’ più complessa ma comunque estremamente lieta alla fin fine.
Doraemon come fantasia di un Nobita malato
Questo è sicuramente il finale più gettonato da parte degli amanti delle teorie del complotto, poiché tratta le avventure di Doraemon come se fossero il frutto della fantasia di un
Nobita molto malato sul letto d’ospedale.
Di questo racconto esistono diverse varianti. Alcune dicono che Nobita sarebbe stato in come per tutto il tempo, immaginando il gattone robotico durante il periodo di incoscienza, mentre altri puntano più sulla malattia mentale, definendo il ragazzino come affetto da autismo o patologie neurodegenerative.
Ovviamente non devo essere io a spiegarvi come un finale del genere per un’opera principalmente indirizzata ad un pubblico di bambini sia
insensato nonché una forzatura, però vista la diffusione che ha avuto su internet e la preoccupazione generata tra il pubblico non mi stupisco più di nulla onestamente.
Quindi sì, è il classico finale in stile “it was all just a dream!”, e nonostante sia estremamente più tragico e triste dei due precedenti, impallidisce a confronto di alcuni di quelli che vedremo tra poco.
Doraemon porta Nobita in paradiso
Parlando di tragicità, secondo quest’altro finale Nobita, ad un certo punto durante la serie, fa una brutta caduta (o un incidente, a seconda delle versioni) ed entra in coma.
Doraemon decide quindi di vendere tutti i chiusky nella sua tasca per pagare un costosissimo intervento e provare a salvare il ragazzo, ma purtroppo non va a buon fine e non c’è nulla da fare.
Il gatto meccanico quindi fa uso dell’ultimo chiusky nella sua tasca, un congegno che gli permette di raggiungere qualsiasi luogo e/o dimensione, e decide di
portare l’ormai morente amico in paradiso.
Sicuramente più concreto del finale precedente, ma ugualmente tragico e assurdo.
Doraemon uccide Nobita
Qui probabilmente parliamo del frutto di scrittori di creepypasta annoiato, poiché secondo questo finale, a causa dell’opportunismo di Nobita, Doraemon
decide di ucciderlo con uno dei suoi chiusky.
Ovviamente anche qui si parla di più versioni della stessa storia, una più sadica dell’altra, tra cui però la più famosa è quella che vedrebbe il gatto blu dare a Nobita una pistola camuffata da chiusky dicendogli di puntarlo alla propria testa e premere il grilletto per attivarlo, causandone la morte.
Mi viene da ridere solo provando a spiegare questa narrazione, anche perché prima abbiamo visto esempi di racconti su cui gli autori quantomeno si vede che si sono sforzati, mentre qui semplicemente sono entrati in modalità gore ed hanno lasciato correre la loro fantasia malata.
Chiudiamo quindi con l’ultima, assurda teoria.
Il “vero” scopo del viaggio di Doraemon
Qui più che di un finale si parla di una teoria sulle vere intenzioni di Doraemon e del suo viaggio nel tempo, ma val la pena sottolinearla per le conseguenze che avrebbe sulla storia.
Oltre a Doraemon, infatti, Nobita nella serie incontra anche uno dei suoi futuri pro-nipoti,
Sewashi Nobi, venendo messo in guardia sul fatto che, tra le varie conseguenze che subirà per il suo stile di vita, finirà anche per sposare una delle ragazze più brutte del suo quartiere (Chaiko).
Essendo però confermato che Sewashi non sia imparentato con Chaiko, ma con Shizuka, i fan hanno ipotizzato che non solo Nobita finirà col lasciarsi con Chaiko e quindi sposarsi con Shizuka come da sempre desiderato, ma che l’intera missione di Doraemon sia di impedire di principio lo sfortunato matrimonio.
Ovviamente qui siamo tra il complottismo e l’overthinking, dato che gli autori non avevano intenzione di creare una storia simil-Terminator con gatti robotici assassini che eliminano rami di alberi genealogici, ma invece volessero utilizzare il viaggio temporale come scusante per introdurre il personaggio di Doraemon nella storia.
Restano comunque considerazioni molto buffe.
Qual è il vero finale di Doraemon?
La risposta più facile e insoddisfacente, come avrete capito, è
nessuno di questi. Quello che più si avvicina ad essere considerabile “canonico” è il primo, ovvero il finale dell’anime, però resta una narrazione lontana dagli autori originali, risultando quindi discutibile definirla come la conclusione definitiva.
Non è possibile quindi tracciare una visione definitiva, però l’impegno dei fan nel voler cercare conclusioni anche fantasiose rimarca quanto la community sia appassionata dell’opera, seppur con risultati ogni tanto discutibili.
Nonostante tutto questo, quel che possiamo ricavare dalle osservazioni fatte durante tutto l’articolo è che, con o senza finale, Doraemon resterà sempre
una delle pietre miliari del mercato d’intrattenimento giapponese, ispirando intere generazioni di creativi e continuando a conquistare il cuore di grandi e piccini.
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