Redazione ILVG

News+ PS5 bannate? Il Brasile dice no

Ok bannare l’accesso al PSN per violazione dei TOS ma bannare l’intera console è veramente giusto?

Voci di corridoio con fonti non confermate dicono accadesse già in passato, sin dai tempi di PS3, che Sony decidesse di bannare non solo l’accesso al PSN, ma l’intera console, così da renderla inutilizzabile. Perché tutto ritorna a galla proprio adesso? A quanto pare Sony, sempre stando a fonti non confermate, non ha perso il vizio ed ha messo giù il primo ban hardware su PS5. Alla luce di tali fatti, cos’è successo, effettivamente, in Brasile? E perché Sony ha deciso di bannare così tanti utenti?

Un mercato fatto da account ed una punizione severa

Era il 16 Settembre quando Sony presentò il PlayStation Plus Collection, un abbonamento sottoscrivibile solo su PS5. Tale servizio dà l’accesso a giochi già usciti su PS4 ma giocabili sia sulla nuova console che sulla vecchia. Quest’abbonamento, però, è fruibile solo dal medesimo account e cosa poteva nascere sulla base di ciò? Ovviamente un mercato illegale ma alla portata di tutti con, in vendita, l’accesso all’account con sopra il PlayStation Plus Collection.

Ma Sony non ci sta, visto che tale vendita va a rompere i termini di servizio , e comincia a spargere ban a destra e sinistra. Alcuni utenti dicono che il ban abbia toccato sia gli acquirenti dell’account che il venditore, andando a bloccare (sempre senza fonti confermate) a molti l’accesso al PSN, mentre ad altri il ban diretto della console facendola diventare così un bellissimo fermaporta.

Cos’è successo, quindi, in Brasile? Stando a quanto scrive Metropoles, che ha seguito tutta la vicenda da vicino, il Giudice Anderson Antonucci ha imposto a Sony, con una sentenza, il divieto al blocco hardware da remoto alle console. A detta sua, quella di Sony è una punizione troppo pesante contando anche il costo che la console stessa ha in Brasile (che al cambio sono circa 780€). Ha quindi chiuso la sentenza con un esempio forse giusto ma al tempo stesso sbagliato.

È come se fossi accusato di aver violato i termini di utilizzo di un servizio in streaming come Netflix, e di essere punito per questo attraverso il blocco di tutte le funzioni della mia TV

La sentenza, però, non è confinata solo all’episodio della vendita degli account, ma ha una valenza retroattiva che quindi vedrebbe Sony dover sbloccare tutte le console che in precedenza sono state bloccate via hardware (arrivando fino a PS3). È probabilmente un verdetto che difficilmente non ci ricorderemo da qui ai prossimi anni.

Sony come gli altri? Gli altri come Sony?

Non mentirò, penso che la scelta di Sony sia totalmente fuori contesto. Sembrerà una frase scontata e banale, ma se io spendo 500€ per una PS5 allora ho il diritto di farne ciò che voglio. Innegabile che chi abbia rotto i termini di servizio di Sony vada punito, però quanto è giusto il ban della console rispetto al semplice ban dell’account?

Prendiamo Nintendo con la sua Nintendo Switch. Io sono un possessore della suddetta console e diciamo che ho abbastanza informazioni da poter dire, con certezza, che Nintendo ha cominciato a bannare seriamente proprio con l’arrivo della sua ibrida sul mercato, vuoi per un motivo o per un altro. Come funziona il ban di Nintendo? Semplicemente bannando la console lato seriale, e non bloccandomela totalmente, io posso continuare ad usarla acquistando giochi fisici ma non potrò più utilizzare i servizi online. Questo, per me, è un ban giusto.

Le grandi aziende quali Sony, Microsoft, Nintendo, Steam e via discorrendo non hanno l’obbligo di dover avvisare l’utente che sta infrangendo i TOS (che ricordiamoci, vanno letti per poi non dover piangere) con un ammonizione ma non hanno nemmeno il diritto di potermi bloccare la macchina che io, con i miei soldi, ho acquistato. Siamo nel 2020, oggi la carità non la fa nessuno, così come nessuno ha il diritto di togliermi qualcosa dalle mani, soprattutto se di quella cosa io ho lo scontrino (quindi una prova d’acquisto valida).

Se l’ho pagata perché non posso più utilizzarla?

#LiveTheRebellion