Si sa, ogni Final Fantasy racchiude la sua anima. Racconta una storia per trasmettere un messaggio. Final Fantasy IX ci ha portato a capire l’inellutabilità della morte ma anche ad accettarla. Final Fantasy VIII ci ha fatto capire che è possibile combattere il destino ma non disattenderlo. Final Fantasy X ha dissacrato la rigidità dei dogmi religiosi.
E poi c’è Final Fantasy VII
Final Fantasy VII è un gioco quanto mai attuale e non per il remake appena uscito, quanto per i concetti chiave che contiene. Uno di questi è la psicologia.
Cloud Strife è un protagonista molto complesso: soffre di un disturbo della personalità che nasconde con una finta sicurezza. Un personaggio mai convinto di poter cambiare le cose.
A loro volta i co-protagonisti portano con sé bagagli pesanti che solo durante il loro viaggio riusciranno a risolvere o quasi. Red XIII si ricrederà sul padre, convinto fosse fuggito dalla battaglia, Barret farà i conti con un suo vecchio amico e così via.
Ma il tema che fa da innesco alla trama e ci accompagna per tutto il viaggio è l’ambiente. Nei primi minuti infatti siamo membri del gruppo eco-terrorista Avalanche che ha intenzione di commettere un attentato terroristico nei confronti della multinazionale Shinra, accusata di stare esaurendo le energie del pianeta, la mako energy.
La Shinra ha cambiato lo stile di vita del pianeta fornendo a tutti energia elettrica, convertita dall’energia Mako, portando tuttavia un grande divario economico tra le classi sociali.
In Midgar, la città dove ha sede la Shinra, vi sono infatti diversi livelli dove le classi meno abbienti vivono in condizioni di povertà nelle parti più basse della città, mentre i più benestanti vivono su livelli più alti.
Appena accediamo al gioco si comincia subito a percepire lo smog e la sensazione di soffocamento. Midgar infatti è una città completamente dedicata alla produzione industriale, e non lascia spazio a zone verdi, ad eccezione di una piccola area. I reattori dominano la città e sono i responsabili dell’assorbimento dell’energia Mako ed è in uno di essi che l’avalanche è diretta.
La nostra missione dunque, come ogni gruppo terroristico che si rispetti, è far esplodere il reattore.
L’avalanche è convinta che l’energia Mako sia l’energia vitale finita del pianeta e che senza di essa la vita non esisterà più, una volta esaurita.
Niente di più complottista potrebbe sembrare al giorno d’oggi. Ma nel corso della storia scopriremo quanto il pianeta poggi su un fragile stabilità. Ormai risulta prosciugato di quella energia o lifestream che, in effetti, si rivela essere l’energia elettrica di cui tutti i cittadini beneficiano.
Ci troviamo dunque a impersonare i cattivi, almeno apparentemente (il reattore non ha persone al suo interno), per poi diventare i fautori della rivoluzione industriale e salvatori del mondo oppresso dal prosciugamento.
Non si respira una bell'aria a Midgar
Stessa storia, stesso posto, diverso pianeta
Final fantasy VII pur essendo un gioco uscito nel 1997, rappresenta lo specchio, seppur rappresentato in maniera semplicistica, della situazione ecologica odierna.
E’ chiaro che non si tratta solo della linfa vitale del nostro pianeta ma di una miscellanea di esseri viventi che vivono in un equilibrio instabile. Basta un piccolo sassolino per far cadere la bilancia sul lato sbagliato.
Si può dire infatti che la Shinra è il corrispondente reale di molte multinazionali che ancora oggi sfruttano le risorse biologiche e fisiche della Terra per la produzione di materie e servizi per l’uomo.
Solo che, come Gaia, il pianeta di FFVII, anche la Terra ha il suo lifestream che piano piano tende a esaurirsi. Il riscaldamento globale e il conseguente scioglimento dei ghiacci, la perdita di biodiversità, il buco dell’ozono sono solo alcuni dei molti fattori.
Ma, mentre il pianeta Gaia stesso ha creato le weapon, cioè esseri giganteschi dotati di potenza di fuoco, per difendersi dalle minacce alle sue riserve di vita, il pianeta Terra non ha questi espedienti.
E allora forse dovremo capire anche noi da che parte stare: realizzare che stiamo esaurendo le energie vitali del nostro pianeta e quindi sollevarci contro noi stessi e contro chi ne abusa a sua volta oppure sfruttare e godere di quanto ci viene fornito voltando il capo al rischio esaurimento.
E a volte penso che dovremmo essere un po’ tutti come il gruppo avalanche. Non nella maniera distruttiva con cui si era presentato, ma nella consapevolezza che ci ha mostrato quando ne facevamo parte e che voleva mostrare agli abitanti di Midgar e al pianeta intero.
Il finale può essere a scontato nei giochi di ruolo dove si sale di livello e si acquisisce sempre più abilità mentre nella vita reale non avremo materia o nemesi da affrontare come Sephiroth o la Shinra. Ma sicuramente possiamo dire la nostra e trasmettere quanto ci ha insegnato questo gioco per salvare il nostro pianeta.
Possiamo essere membri dell’avalanche anche fuori dallo schermo.
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