AR+ di Pokémon GO è una realtà mista e sempre più aumentata
Di Pokémon GO, AR+ a parte, avete sicuramente sentito parlare più volte. Quando nel 2016, ad esempio, si correva tutti verso un Charizard selvatico, o alcuni ci hanno rischiato o lasciato la vita per giocare di notte o senza far attenzione alla strada. Di cose se ne sono dette tante e non tutte proprio belle, perché la libertà di pensiero funziona così. Per quanto riguarda Pokémon, poi, né la serie principale né lo stesso GO si fanno problemi a star nell’occhio del ciclone.
Quei gruppi di persone in giro per le città a picchiettare uno schermo sono la prova reale che i videogiochi esistono. Per quanta prepotenza il gioiellino di casa Niantic ci metta nel cercare di farsi riconoscere porta avanti l’innovazione già iniziata con Ingress – quella dei giochi nel mondo reale. Lo fa con in più una componente che sfrutta anche la telecamera dei dispositivi mobili che ci ostiniamo a portare in mano, la realtà aumentata o AR in breve. Questa “semplice” aggiunta vuole portare nel mondo reale delle creature che non esistono davvero, perché i giocatori vivano il sogno di averli con loro.
Un obiettivo ambizioso: una realtà nella realtà.
Forte del successo avuto con Pokémon GO, il producer si è spinto più in là con Harry Potter: Wizards Unite, che sfrutta la stessa tecnologia ma tramite il franchise del maghetto con la cicatrice. Una metarealtà, insomma, per proiettare un personaggio immaginario ma non troppo nel mondo in cui vive davvero. Ma anche questa medaglia ha due facce. Da un lato una tecnologia che cerca di creare una via di fuga dalla vita di stigma, accuse di dipendenza e malattie mentali. Dall’altra chi ne abusa, confermando le accuse di chi non darebbe un soldo di cacio a tutto questo.
È vero che all’atto pratico dell’AR+ Pokémon GO può fare benissimo a meno, e anche il telefono ringrazia. Il punto è che la tecnologia implementata da Niantic cerca di espandere sempre di più l’esperienza di gioco, oltre i bordi del telefono e nel mondo reale. Siamo partiti nel 2016 con un modellino dei Pokémon proiettato sul mondo reale, restando però fisso al centro dello schermo. Qualcosa di tanto banale adesso quanto allora era innovativo.
AR+ ha continuato ad evolversi…
Come per magia quel modellino 3D fisso a un certo punto ha preso dimensioni proprie. Non era più fisso su schermo, era nel nostro mondo e la prova inconfutabile era l’ombra proiettata al suolo. Questo è stato un ponte di collegamento per la successiva funzionalità Compagno potenziata – non più un compagno per modo di dire, ma un Pokémon che corre al vostro fianco sulla mappa. Un compagno con cui potete giocare anche insieme agli amici tramite un semplice codice QR. Scannerizzatelo, mettete a fuoco un oggetto reale e una volta completati i preparativi i vostri compagni saranno visibili insieme su tutti gli schermi collegati. Fate foto insieme, date loro bacche, giocate e divertitevi.
Tuttavia nemmeno questo era lo scopo ultimo della realtà mista Niantic. È iniziato tutto da un semplice video, che sembrava poco più di una folle idea per il futuro. L’obiettivo più ambizioso era una sorta di mixed reality, una realtà mista appunto, in grado di far correre i Pokémon facendoli scomparire dietro gli ostacoli. All’orizzonte c’è una Realtà Integrata, l’ennesimo potenziamento della realtà mista tanto cara a Niantic e Pokémon GO.
Dopo lunga attesa finalmente la software house americana annuncia che la funzionalità è realtà (mista, pun not intended). Che cos’è la Realtà Integrata di Pokémon GO? Beh, esattamente questo: una realtà virtuale integrata nella nostra, in cui i Pokémon con cui interagirete in AR+ scompariranno dietro gli ostacoli del mondo reale. Una funzionalità che – sembrerebbe – potrete decidere di attivare o meno, e che farà di quel mostriciattolo su schermo un elemento vero e proprio del nostro mondo (certo, sempre virtuale).
Togliamoci il sassolino dalla scarpa – no, la Realtà Integrata di Pokémon GO non sarà necessaria più di AR+ a godersi l’esperienza. Il vero e proprio ambiziosissimo obiettivo di Niantic è spingere le persone a uscire di casa per giocare insieme e socializzare. Far sì che le persone siano vicine, anche se allontanate dalle circostanze ma con la promessa di reincontrarsi. Ingress, la prima creatura della software house che cercava di espandere la nostra realtà, diventa sempre più marginale nel suo panorama. È Pokémon GO a voler offrire un portale, una piana intangibile di realtà mista di contatto. Una che però non prescinda dal mondo in cui viviamo, che tra l’altro nello stesso annuncio Niantic vi chiede aiuto a “mappare”. Che cos’è davvero Realtà Integrata? Un altro tentativo di portare insieme le persone, per scoprire un’alternativa alla propria realtà ed aiutare a rendere più facile crearne una mista.
Reality Blending è una realtà mista ancor più realistica.
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