La sfida “PS5 vs Xbox Series X” inizia da un termine tanto odiato da chi pratica esports o gaming competitivo in genere, la latenza. A questa maledetta parola associamo altri problemi e significati, talvolta erroneamente connessi. Quando si parla di latenza l’immaginario collettivo pensa anche al connection lag, all’input lag, allo shuttering, al flickering e alla lentezza in generale. In questo strano micromondo, le componenti che entrano in gioco e che generano questo annoso problema sono molteplici ma sono raggruppabili in due grandi macrocategorie. È colpa della console e del controller o è colpa della connessione di rete e di internet? Sebbene possiamo provare a indagare su questioni di connettività, attaccandoci ore al telefono per chiedere lumi ai servizi assistenza dei provider, alziamo le mani, invece, quando si parla della nostra amata macchina di gioco e dei suoi meccanismi di funzionamento interni.
Bisogna ammettere,però, che tra Sony e Microsoft, chi ha speso parole nei reveal, affrontando “il problema della latenza”, è stata l’azienda fondata da Bill Gates. In realtà l’azienda americana ha fatto molto di più. Sfruttando la confusione creata dai numeri del confronto “PS5 vs Xbox Series X”, Microsoft ha spostato l’attenzione su un dettaglio che, seppur marginale per il gamer da salotto, diventa fondamentale per il giocatore competitivo che pratica esports.Xbox Series X ha mostrato le sue carte, puntando ad entrare nel mondo degli esports che, al momento, parla solo la lingua del PC Gaming.
Paragonando il joypad dell’attuale Xbox One con quello della Series X, si è passati da una velocità di campionamento degli input analogici e digitali di 8 ms a 2 ms.
Ma non si tratta solo di tecnologia, in realtà c’è ancora molto di più.
Nel giugno dello scorso anno Microsoft annunciava di aver stretto un accordo di partnership con Cloud9. Alla base di questo di questa joint-venture vi era l’intenzione di sviluppare nuove tecnologie e strumenti per ottimizzare e migliorare le prestazioni dei cyber atleti. Il colosso americano non ha fatto un accordo del genere con il primo fesso che passava davanti ai cancelli di Redmond. Cloud9, infatti, è una delle organizzazioni più quotate in America nel panorama degli esports professionistici. All’attivo, vanta numerosi team impegnati in altrettanti campionati di alto livello.Microsoft ha deciso di puntare forte sul giocatore competitivo e sulla sua voglia di mettersi in gioco.
L’obiettivo di questa partnership è creare una serie di strumenti e tecnologie di analisi dei match e delle performance degli atleti in grado di ottimizzare i loro allenamenti e le loro prestazioni. Microsoft, dal canto suo, può approfittare di questa collaborazione per entrare dalla porta principale nel mondo degli esport, non come semplice sponsor, ma come partner strategico per lo sviluppo del business in due dei principali palcoscenici mondiali: il NA LCS e il circuito pro di CS:GO.Gazzetta dello SportCome vedete c’era dell’altro e non solo scelte tecniche e progettuali di sviluppo. Microsoft, sfruttando questa collaborazione, ha potuto analizzare e studiare da vicino numeri e dati che muovono il mondo degli esports. Utilizzando la sua presenza, in una prima fase silente, ora può uscire allo scoperto e dimostrare di aver fatto bene i compiti a casa.
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