Dino Cioce

News+ Quando una strage ispira un videogioco

Può una strage ispirare un videogioco? So che vi sembra stupida come domanda ma purtroppo è quanto è successo in Nuova Zelanda. Succede che tale David Shanks, il responsabile dell’ufficio di classificazione di opere letterarie e cinematografiche, ha impedito la pubblicazione di un videogioco per via del suo chiaro riferimento alla strage di Cristchurch, avvenuta lo scorso 15 marzo. 50 persone vennero brutalmente uccise, in due distinte sparatorie avvenute all’interno di luoghi di culto islamici. L’allarme lanciato da David Shank ha, in realtà, dei risvolti ancora più inquietanti.

Non è purtroppo un episodio sporadico.

“Questo non è il primo gioco di analoga tipologia che abbiamo visto, e infatti nell’aprile di quest’anno ho parlato con i media di un altro gioco rozzo e vizioso che promuoveva l’omicidio di massa … A quel tempo ho detto che non vedevo alcun motivo nel dare ai produttori di questo gioco l’attenzione che stavano cercando classificandolo. Ho anche chiesto ai produttori di videogiochi una maggiore sensibilizzazione per garantire che a questo prodotto tossico non venisse concessa alcuna promozione e piattaforma di gioco… Così non è stato”

David Shanks, responsabile dell’ufficio di classificazione di opere letterarie e cinematografiche della Nuova Zelanda
Ci interroghiamo sull’esistenza o meno di influenze e legami di alcun genere e tipo tra il mondo del cinema e quello dei videogiochi. Capire chi deve legittimare chi o cosa. Comprendere se esiste un nesso tra l’intermedialità e/o la transmedialità dei medium. E poi accade questo. La semplicità del male, o della realtà di tutti i giorni.

Si, è proprio di questo che si parla.

La realtà ispira un videogioco. A volte, come qualche personaggio pubblico italiano ha sottolineato non molto tempo fa, succede anche il contrario. Quando un attentato in una sinagoga tedesca viene filmato in perfetto stile FPS, analogamente a quello di Cristchurch, è difficile dargli torto. Un’altra strage in stile videogioco.

Come sempre ci si deve interrogare sulla funzione che un videogioco assolve. Altri non è che un mezzo dove veicolare i messaggi. Giusti o sbagliati che siano. Possiamo fare i perbenisti e andare in chiesa tutte le domeniche, ma se poi la sera mi ascolto le canzoni di Marilyn Manson questo non vuol dire che io sia il figlio dell’anticristo. La musica, come il cinema, la televisione, la letteratura, il disegno, i manga, i fumetti sono tutti dei medium che portano dei messaggi. Sta a noi interpretarli.

È tutta questione di consapevolezza.

#LiveTheRebellion