Questo E3 2019 è la dimostrazione pratica di due concetti che porto avanti da anni: “vince” chi fa più spettacolo, e chi vende più fumo.
L’E3 2019 è stato
l’E3 dei grandi assenti. Electronic Arts ha giocato d’anticipo
sul fuso di Los Angeles con un EA Play pre-E3, Sony invece per il momento prende tempo e lascia parlare gli altri. Atteggiamento attendista su cui si sta già
ricamando, e che molti —
troppi — stanno utilizzando per giustificare la performance sottotono di quella che dovrebbe essere la convention di riferimento per il mondo dei videogiochi. Il classico caso di memoria corta che ha già rimosso la conferenza concreta (ma
dati alla mano non eccezionale) dell’anno scorso. La verità è che è stato un E3 2019 scialbo. Ma non siamo qui per parlare di
questo. La scorsa settimana praticamente
chiunque, come ogni anno, si è riscoperto essere un
critico di videogiochi e vi ha raccontato la
sua verità sull’E3. Chi ha vinto, chi ha perso, quali sono state le conferenze qualitativamente migliori e quali sono i giochi più interessanti. Noi come al solito parliamo per ultimi (perchè il dessert arriva sempre
alla fine del pasto), ma
soprattutto parliamo dati alla mano.
E dati alla mano, chi è il vincitore dell’E3 2019?
Anche quest’anno ci siamo affidati ai dati raccolti da
Brandwatch, prima di scrivere queste righe. Ma a differenza degli anni passati, l’analisi questa volta è
abbastanza a senso unico: basta guardare il primo grafico per incoronare il palese vincitore di quest’anno,
Microsoft. Le altre case hanno vivacchiato sulla soglia delle 40000 menzioni, la casa di Redmond ha
sfondato il muro delle 120000. Il merito? Andando a spulciare i grafici, tutto di Keanu Reeves.
Non solo
Cyberpunk 2077 è il gioco più chiacchierato della manifestazione (di misura, va detto, il remake di Final Fantasy VII e Watch Dogs Legion seguono a ruota). Non solo il momento che ha visto Jhonny Mnemonic — o Neo di Matrix, se
preferite — sul palco ha
surclassato qualunque altro annuncio della conferenza Microsoft, incluso l’annuncio della sua nuova console. Ma il cameo di Keanu Reeves ha generato
2380 menzioni in un minuto e un sacco di
meme, notizie e amore da parte di tutto l’Internet nei giorni subito successivi allo show Xbox. Abbastanza per dire che alla fine
il vero vincitore è lui, e niente hanno potuto Halo Infinite e Gears 5, secondo gioco più menzionato della conferenza con un distacco nettissimo,
meno della metà delle menzioni riservate a Cyberpunk 2077.
Agli altri quindi non restano che le briciole, ma qualcuno è riuscito a capitalizzarle meglio degli altri. Perché come si diceva Square Enix e Ubisoft tampinano i polacchi di CD Projekt Red, con
Final Fantasy VII che non riesce a dominare la conferenza della casa nipponica (nell’immediato sono gli Avengers ad accendere il dibattito, che poi però non porta nel concreto da nessuna parte) ma si porta comunque a casa la
medaglia d’argento dell’E3 e
Watch Dogs Legion che invece si conferma mattatore della conferenza Ubisoft assieme a Just Dance. Due conferenze che insomma, stando ai grafici, hanno avuto un andamento molto “polarizzato”, con picchi alla comparsa sullo stage delle IP più forti ma in mezzo una curva più rilassata. Varrebbe più o meno lo stesso discorso per Nintendo, se non fosse che la casa di Kyoto ha applicato — come due anni fa — la regola aurea dell’E3:
Vuoi vincere? Mostra la fuffa
È bastato proiettare sullo schermo una semplice scritta ad annunciare lo sviluppo (telefonato) di un
sequel di Breath of the Wild per chiudere la conferenza con il botto. Superando di più di due volte
Animal Crossing (quarto gioco complessivamente per menzioni, ma decisamente staccato dal podio) e
annichilendo praticamente qualunque altro annuncio. L’ennesima riprova, per chi ancora non lo volesse capire, che a Los Angeles per far parlare di sé bisogna dare spettacolo: le solide realtà vanno lasciate ad un altro momento. Altrimenti il rischio è quello di fare la fine di Bethesda, che da tre anni a questa parte regala conferenze solide e con un andamento molto più regolare delle altre (e quindi verrebbe da dire
qualitativamente più riuscite, visto che l’interesse medio è sempre alto e non ci sono momenti di noia) ma che alla fine è riuscita davvero ad imporsi solo con il teaser di The Elder Scrolls VI.
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