Quando è più utile un uomo morto che un coltellino svizzero.
Dan Kwan e
Daniel Scheinert,
aka i Daniels,
sono due spiriti liberi di incredibile talento, animali leggendari che non sono ancora finiti nel mirino dei bracconieri delle major, affamata di talenti da soggiogare al loro volere.
E Swiss Army Man è quel tipo di cinema che non si pone limiti, inebriato dalla sua natura indipendente e grazie a questo spiazzante, imprevedibile, folle, fuori dagli schemi e dalle regole del mercato. Una pellicola divenuta un vero caso al
Sundance 2016, premio alla miglior regia annesso, e subito entrato nella scuderia
A24, piccolo paradiso terrestre del cinema
indie. Ma i meri riconoscimenti lasciano il tempo che trovano e la prova schiacciante della bontà di un’opera passa sempre attraverso i nostri occhi per poi depositarsi nella nostra mente, come setacciare il letto di un fiume in cerca dell’oro. E devo dire che questa volta,
di pepite ne ho trovate parecchie.
Toccante demenzialità
È un ossimoro su pellicola questo Swiss Army Man. Ho pensato più volte a come rendere minimamente elegante la descrizione della sua trama, ma come si fa quando le premesse vedono
un aspirante suicida,
Hank (
Paul Dano), sulla spiaggia di un’isoletta sperduta al largo di una non precisata costa statunitense, cappio intorno al collo e un coraggio che stenta ad entrare in circolo, scorgere
il cadavere del cinematograficamente redivivo Daniel Radcliffe (
Manny) sul bagnasciuga? Fin qui niente di particolarmente folle potreste pensare, se non che il corpo esanime in questione comincerà di li a poco, perdonatemi, a
scorreggiare (
in grassetto, perché so che vi cadrà l’occhio proprio qui), convincendo il nostro Hank a cavalcarlo come se fosse una moto d’acqua e partire pieno di speranza, o quasi, verso la terraferma. È assurdo, ed è solo l’inizio di un viaggio indimenticabile.
Una scena non avrei mai immaginato di vedere neanche con protagonisti Will Farrell e John C. Reilly, ed è incredibile come il tutto sia
registicamente illuminato, visionario, geniale, perché è proprio questa la sua forza, farsi prendere sul serio con una tecnica invidiabile nonostante la sua tracotante libertà di espressione.
Swiss Army Man è una delle più pure definizioni di libertà cinematografica, nella sua espressione più eccessiva e travolgente
E pensare che appena avviato il Blu-Ray ci si trova davanti a una scena carica di emotività, i resti di un naufragio, una barchetta che galleggia tra le onde dell’oceano riempita in ogni centimetro della sua superficie di frasi scritte a pennarello che partono dall’ironico e affondano nella disperazione, quella del Manny ancora vivo ma ormai alla deriva, condannato. “
Mi sto annoiando”. “
Non voglio morire da solo”.
Un gioco di contrasti, una partita tra comicità grottesca, spesso volgare e terra-terra, e dramma, fantasy, andando pure a invade il campo della psicologia. Perché non bisogna dimenticare che nonostante l’amico inaspettatamente trovato, le gioie che ne conseguono e l’aura di stupidità che lo circonda,
Hank è una persona disturbata, sociopatica, sola al mondo, fuggita di casa e fino a poche ore prima pronta a chiudere i conti con una vita infame e vuota.
Da aspirante morto a insegnante di vita e speranza per chi dall’altra parte, non si sa bene come, è riuscito a ritornare. Un guscio svuotato dalle emozioni di cui lo stesso Hank sarà “benzinaio” nonostante la sua goffaggine, capace di descrivere l’amore alla perfezione eppure troppo insicuro per viverlo davvero, arrivando a travestirsi nella donna dei suoi sogni pur di far ricordare a Manny tutta la sua potenza.
Un personaggio veramente adorabile, a cui è impossibile non voler bene, da accompagnare nel suo rocambolesco ritorno alla vita di 97’.
Ed è proprio qui, nel viaggio, che l’anima multiuso di Manny entrerà in gioco in modo dissacrante ed esilarante, un coltellino svizzero dalle mille e inadeguate funzionalità, sempre più vivo, sempre più loquace, come sempre più clamorosa diventa l’interpretazione dell’ex maghetto.
Erezioni che si fanno bussola (
si, esatto), stomaco che si trasforma in un distributore automatico di acqua fresca e pura, braccia a molla capaci di spaccare in due anche il tronco più tenace e mani pronte a fare letteralmente fuoco e fiamme, il tutto proprio nel momento del bisogno.
Proprio l’utilizzo del corpo di Manny è quanto di più geniale il film ha da offrire, sia per gli utilizzi di ogni suo arto e organo, ma soprattutto per quanto Radcliffe sia incredibilmente inanimato (
tra recitazione pura ed effetti speciali perfettamente integrati), costringendo Hank ad utilizzarlo e muoverlo come se fosse una marionetta, facendogli fare le cose più folli.
Tra peti, erezioni e altre assurdità, tipo che a metterle in scena è un morto vivente, si nasconde un ritratto psicologico e umano di grande finezza, illuminato da una regia talentuosa, carismatica e dall’estetica illuminata.
E intanto i due cantano,
diventando parte integrante di una colonna sonora incredibilmente avvolgente e integrata nel tessuto visivo, la loro amicizia diventa sempre più solida e sfocia quasi in un amore impossibile e appena sussurrato. Quello che riesce a trasmettere è il senso di avventura di
Into The Wild unito a ciò che ci ha appena raccontato Del Toro sull’amore, l’amicizia e i
freak ne
La Forma Dell’Acqua (
straordinario notare quanti punti in comune abbiano le due pellicole), esagerando senza mai farla fuori dal vaso, osando sul versante estetico quanto su quello narrativo. Non tutto è perfetto, ovvio, alla fine i momenti imbarazzanti ed eccessivamente enfatizzati ci sono, ma sono parte della filosofia del “fare quello che ci pare” che alla fine ha ampiamente ripagato i Daniels. Un concentrato di umorismo, suggestioni e surrealismo che insieme si trasformano in una fiaba grottesca e vibrante, con una morale profonda nell’anima, senza la pretesa di insegnare qualcosa, lasciando che sia lo spettatore a poterla fare sua, grazie anche a un finale capace di risolvere tutto il film con eleganza finissima, chiudendo il cerchio dove (
e come) tutto è cominciato.
Una perla che consiglio vivamente di recuperare a tutti coloro che amano il cinema senza catene e che cercano sempre, disperatamente, qualcosa di originale, unico e nascosto.
Alla fine non è vero che è sempre più difficile sorprendersi,
nel cinema,
basta saper cercare bene.
- Attori: Daniel Radcliffe, Paul Dano
- Formato: Blu-ray, PAL
- Audio: Italiano (Dolby Digital 2.0)
- Lingua: Italiano, Inglese
- Sottotitoli: Italiano
- Regione: Regione B (Maggiori informazioni su Formati Blu-ray.)
- Numero di dischi: 1
- Studio: Koch Media
- Data versione DVD: 9 nov. 2017
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