Guido Avitabile

Speciale Life is Strange: Quello che ho notato rigiocandolo

Di solito non sono consono rigiocare titoli prettamente narrativi (soprattutto quelli a scene multiple): a meno che non si ottengano ricompense compiendo scelte diverse,  preferisco mantenere intatta la mia storia.

Così doveva andare anche con Life is Strange, il titolo di DontNod che giocai ormai due anni fa e che raccolse consensi ovunque, anche sulle nostre pagine. Approfittando della copia per Xbox One che ricomprai in occasione dell’uscita in versione retail a Gennaio dell’anno scorso, ho finalmente convinto la mia compagna a giocare il titolo di DontNod prendendolo come una scusa per rivedere Max e Arcadia Bay e per prepararmi al ritorno sulle nostre console con tre episodi sviluppati da Deck Nine, un altro team, ambientati nel passato di Chloe, con una Rachel Amber ancora piena di vita.
Un prequel su cui nutro parecchi dubbi e di cui quando leggerete questo speciale, sarà già disponibile per il download il primo episodio di Life is Strange: Before the Storm (mentre la recensione arriverà nei prossimi giorni).  

Ho così seguito il gameplay della mia ragazza, che affrontava il gioco per la prima volta, notando diverse cose che mi erano sfuggite al primo passaggio (una in particolare che spero vi stupisca quanto ha stupito me), più altre piccolezze che magari vi erano sfuggite ed infine qualche scelta di dialogo diversa, basata appunto sul confronto tra due esperienze esperienze. L’articolo contiene ovviamente ogni sorta di spoiler su tutti e cinque gli episodi, ma non ci dilungheremo sul finale dato che abbiamo scelto entrambi di salvare Arcadia Bay ( e soprattutto c’è uno speciale apposta sul finale!).

Twin Arcadia Peaks
Prima di sganciare il pezzo forte, partiamo lentamente con un breve excursus dei cinque episodi e di come la storia di Max Caulfield si colleghi alla serie tv per eccellenza, che ha dato il via  all’epoca moderna dei serial e che sta per concludere la sua terza stagione a venticinque (ventisei) anni di distanza dall’ultimo episodio. Stiamo parlando ovviamente di Twin Peaks, la serie creata da David Lynch che terminerà la prossima domenica. Che il titolo di Dontnod citi senza troppa remora la cittadina dei boschi è palese ad ogni appassionato di cinema che si rispetti, ma siete sicuri di aver notato tutto? Io ad esempio  al primo passaggio due anni fa,  mi ero accorto solo degli omaggi più palesi, come la targa del furgone di Chloe (TWNPKS), la scritta sullo specchio “Fuoco cammina con me” e l’inesorabile parallelismo tra Laura Palmer e Rachel Amber.

Guardando la mia compagna giocare però, ho notato tante altre piccole similitudini tra il lavoro di Dont nod e  l’opera di  Lynch (forte della visione settimanale delle nuove puntate) ad iniziare da una citazione piccola quanto importante, come il poliziotto che si complimenta per la torta di Joyce alla tavola calda, in maniera analoga a Cooper e allo Sceriffo Truman in Twin Peaks. E ancora, passando alle ambientazioni, oltre alle similitudini tra diner, discariche e foreste, durante la festa del Vortex Club ( che ricorda il party di Fuoco Cammina con Me) Max si ritrova ad attraversare delle tende rosse, le stesse tende che sono un simbolo della Loggia Nera, uno dei luoghi cult del lavoro di Lynch. Lo stesso motto del Vortex Club,  che invita ad entrare in un altro mondo, è un ulteriore  parallelismo alla Loggia, come gli eventi  inconsci nella mente di Max nell’episodio successivo, dove tutte le paure della ragazza prendono vita in maniera analoga agli eventi sovrannaturali di Twin Peaks.

E ancora, sempre nell’ultimo episodio, all’interno della Dark Room, Max trova una lettera firmata dallo psichiatra di Nathan Prescott, il Dottor Jacobi, lo stesso psichiatra della cittadina  ideata da  Lynch, e che ora passa la sua vita a registrare video di propaganda contro lo stato.  Non voglio intortarvi ulteriormente per le similitudiini degli altri protagonisti di Life is Strange con quelli del serial di Lynch, ma  dopo aver rivissuto l’intera avventura, il filo che lega il videogioco di Dontnod a Twin Peaks è ancora più evidente. Un filo pieno di rispetto per l’opera originale ovviamente, ma che non può fare a meno di essere visto.

 

Ovviamente Life is Strange cita in diversi passaggi anche altri film come the butterfly Effect e Donnie Darko, ma ho voluto concentrarmi principalmente sul legame con Twin Peaks perchè secondo me ne rappresenta l’influenza più importante.
 
Prima della tempesta
Prendo in prestito il sottotitolo del prequel appena uscito, per parlare di qualche scelta diversa intrapresa dalla mia ragazza nella sua corsa per salvare Arcadia Bay, diversa da quelle che avevo intrapreso nel mio viaggio su PlayStation 4. Sebbene come detto in apertura,  la conclusione è stata la stessa, e abbiamo deciso entrambi di sacrificare Chloe per il bene della città, ci sono state un paio di tappe diverse nella giostra allestita da Dontnod. Partiamo subito dal primo episodio, dopo aver fermato Nathan nel bagno, io non avevo messo in pericolo la mia carriera scolastica e avevo raccontato tutto al preside, la mia ragazza invece, temendo le ripercussioni del bulletto, ha deciso di non dire nulla. Risultato? Io mi sono beccato per tutta la durata della partita dei messaggi minatori dalla famiglia Prescott, lei è stata richiamata più volte dal preside.

Nulla di che dite?

Andiamo avanti allora, proseguendo nell’episodio, dovremo decidere se difendere Chloe o rimanere nascoste nell’armadio della sua camera mentre viene sgridata da David, e mentre lei ha deciso di lasciare la ragazzetta  dai capelli blu a se stessa, io  ho leggermente barato, da prima rimanendo nascosto, e poi riavvolgendo il tempo per poter uscire e prendermi la colpa, in definitiva ho optato per la seconda scelta, giusto per farmi odiare da David e non far passare guai a Chloe, che nel caso fossi rimasta nascosto, si sarebbe presa un ceffone dal patrigno incrinando ulteriormente i rapporti.

Una scelta già più grave ma  che ancora non è un vero bivio nei due percorsi.

La prossima cambia leggermente il corso degli eventi, ma non li altera irrimediabilmente: dopo il tentato suicidio di Kate che, per la cronaca, abbiamo salvato entrambi, Max viene  convocata dal preside, insieme a David, Nathan Prescott e quel figlio di sultana di Jefferson. A questo punto le viene chiesto di fare un nome: chi è collegato al folle gesto di Kate? Nella mia ingenuità da terzo episodio, consapevole che poi sarei rimasto un mese a chiedermi cosa sarebbe successo,  ho dato subito la colpa a Nathan pensando che in ogni caso mi stava già minacciando via SMS, causandone quindi l’espulsione e l’allontanamento dalle scene. La mia ragazza purtroppo, complice  aver giocato il titolo due anni dall’uscita, ha subito quello che è probabilmente lo spoiler più grande, ovvero chi c’è dietro la scomparsa di Rachel Amber. Venite ancora a dirmi che ti puoi godere lo stesso un’opera sapendo determinate cose  così importanti. Questo l’ha portata a compiere una scelta strana, ma al contempo corretta, denunciare  lo stesso Jefferson per le azioni di Kate. Quest’ultimo viene quindi allontanato dal progetto fotografico, sebbene potrà ancora premiare il vincitore del concorso.
Se Nathan scompare dalle scene  tranne  per alcuni messaggi  provocatori, Jefferson non si vede fino al party del Vortex Club e conseguente cliff hanger finale del quarto episodio nella discarica. L’ultima scelta diversa è quando incontriamo David dopo essere scappati dalla Dark Room, dove bisognava decidere se dirgli o meno del fato di Chloe. La mia ragazza ha deciso di dirgli che era al sicuro, causando solo un conflitto fisico tra il patrigno e Jefferson,  io sono stato più emotivo, dicendo la verità ho infatti provato che David tiene alla punk dai capelli blu, e soprattutto l’attimo di goduria con Jefferson che si accascia al suolo morente è stato impagabile.

Poi però bisogna riavvolgere tutto per salvare Chloe, e una volta salvata la scelta di sacrificarla per Arcadia Bay renderà  uguali le due corse, sebbene i pit stop in punti diversi. È stato comunque piacevole apprezzare la storia di Max da un altro punto di vista, molto simile al mio e quasi mai diametralmente opposto.

Dichiarazioni finali
Finora mi sono limitato a citazioni e  paragoni tra due  modi di giocare, ma non  ho ancora risposto all’affermazione del titolo: cosa ho notato di così sconvolgente da dover spendere quasi millecinquecento parole mentre aspetto che il pre-load di Before the Storm si esaurisca?

Va bene è arrivato il momento di confessare, se vi dicessi che nel primo monologo di Jefferson, l’infame confessa di essere il colpevole? Ma che ovviamente non ci avremmo potuto fare caso se non ne fossimo stati precedentemente al corrente?
So che è difficile da credere, ma Dontnod l’ha fatto davvero: durante la spiegazione prima del Selfie di Max, Jefferson confessa.

Ok non dice a tutti gli effetti “Ho ucciso io Rachel Amber” però è sostanzialmente la descrizione di cosa succede nella Dark Room.

Mi ha abbastanza sconvolto, ed era una cosa che non  avrei mai notato se la mia ragazza non avesse deciso di giocare Life is Strange in occasione di Before the Storm, quindi,  anche se quest’ultimo dovesse deludermi,  avrà almeno il merito di avermi fatto riscoprire certi aspetti del titolo Dontnod.

 

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