Stefano Calzati

Speciale Insospettabili Sospetti – Rapinatori da ospizio

Zach Braff torna dietro la macchina da presa per regalarci una nuova commedia, remake in salsa moderna del film “Vivere Alla Grande” del 1979. Sarà riuscita la banda di rapinatori della terza età, formata da Freeman, Caine e Arkin, a portare a termine il colpo del secolo? Scopriamolo insieme!

In un freddissimo e piovoso martedì milanese siamo stati all’anteprima di Insospettabili Sospetti (Going In Style), commedia a base di senilità, amicizia e rapine, diretta dall’iconico JD di Scrubs, Zach Braff e sceneggiata da Theodore Melfi. Le premesse per una pellicola divertente e scanzonata c’erano tutte, complice un cast di primissimo livello, che va a pescare tre dei più talentuosi anziani del cinema (e già grandissimi da giovani), Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin, pensionati sul lastrico, aggiungendo un pizzico di Matt Dillon, che non guasta mai, e una spolverata di Christopher “Doc” Lloyd, che meriterebbe un cameo in ogni film. Pronti per una rocambolesca rapina?

La rapina come rivalsa verso le banche
E se un giorno, mentre vi state godendo la vecchiaia dopo anni di duro lavoro in fabbrica, la stessa azienda vi cancellasse il fondo pensione? E se la vostra banca, dove per anni avete depositato i vostri guadagni, vi volesse pignorare la casa per “tutelarsi”? Sicuramente non la prendereste bene, soprattutto se dovete aiutare una figlia e una nipote lasciate sole dal disgraziato genero, un Peter Serafinowicz imprenditore nel campo della cannabis. Questa la situazione in cui si trovano all’inizio della pellicola Joe (Michael Caine) e i suoi due amici, Willie (Morgan Freeman) e Albert (Alan Arkin). Tre vecchietti che non hanno alcuna intenzione di arrendersi davanti al sistema bancario e a una società che non gli rende il rispetto che dovrebbe. Tre personaggi assolutamente azzeccati e cuciti su misura sugli interpreti; Joe è il classico nonno pronto a farsi in quattro per la famiglia, uomo di classe e dalla gran parlantina. Willie è sempre ottimista, nonostante i reni che fanno i capricci (“avresti bisogno di un trapianto i prima possibile” gli dice il suo medico, ma senza assicurazione sanitaria non è assolutamente facile) e la convivenza, da 25 anni, con Albert, burbero e cinico, un uomo che “aspetta di morire da vent’anni“, secondo i suoi spietati amici! In questo contesto, il fil rouge che unisce più di tutti i tre è uno spiccato senso dell’umorismo, che si annoderà allo spettatore per tutti i 96′ della proiezione, senza magari farlo sbellicare, ma intrattenendolo con battute fini e una costante altalena tra commedia pura e riflessioni sulla società e sulla vecchiaia, uno stile frutto del background di Braff e dei ruggenti anni di Scrubs.

Se le banche si sentono in diritto di rapinarci, perché non dovremmo fare lo stesso? Questa la domanda che si fa la nostra scalcinata banda di vecchietti!

E allora, se la società non ci rispetta e rischiamo di finire in mezzo a una strada, perché non rischiare con un bel colpo grosso in banca, coloro che hanno “distrutto questo paese e infranto i sogni della gente“? “Tanto cosa abbiamo da perdere? Male che vada ci arrestano e passiamo gli anni che ci restano con un tetto sulla testa e l’assistenza sanitaria garantita!“. Proprio quando si è con le spalle al muro possono nascere le idee più geniali e vincenti, capaci di rivoltare la vita come un calzino, ma non senza un pizzico di ispirazione. Quella che Joe ha all’inizio del film, quando nell’odiata banca per chiedere dei chiarimenti sulla sua situazione finanziaria si trova nel bel mezzo di una rapina, portata a termine da dei veri professionisti del crimine, danzatori sul filo del rasoio per vocazione, e mai beccati dal goffo detective Hamer (Matt Dillon).

Divertimento geriatrico!
Ma in fin dei conti, questa interessante sceneggiatura, come si traduce su schermo? Fughiamo subito ogni dubbio, il film funziona bene, è compatto, non si perde in momenti morti e diverte dall’inizio alla fine. Il ritmo è ottimo e le gag si susseguono in maniera perfetta, inframezzate, come accennato, da momenti più introspettivi, quasi commoventi a tratti e molto teneri (potrebbero essere i nostri nonni in fondo), in cui la pellicola ci racconta le emozioni della vera amicizia, della complicità (anche criminale) e della rivalsa sociale. È però l’umorismo in salsa geriatrica il vero protagonista qui. I tre “arzilli” attori si cimentano in continui battibecchi, prese in giro e ironia assortita, proprio come si farebbe con gli amici di una vita, facendo sorgere il dubbio su quante battute siano presenti sul copione e quante siano invece improvvisate.

Il terzetto Freeman, Caine, Arkin, è un vero spasso, da guardare e ascoltare.

Non è certo un tipo di commedia nuova, tutt’altro, ma qui, come per gli sport di squadra, è l’unione che fa la forza, e il terzetto è veramente esplosivo, un team che da solo vale in prezzo del biglietto, solo per vederlo “giocare”. La costante discesa da onesti contribuenti a criminali perfetti è messa a schermo in maniera assolutamente azzeccata e brillante, per come inizia (i primi passi nel mondo criminale, taccheggio in un supermarket, sono tutti da ridere) e per come si concretizza, con il trio addestrato da un esperto criminale di origini sudamericane, Jesus (John Ortiz), dotato di una spiccata predilezione per i cuccioli e gli animali in genere (è dalla proiezione che voglio un cucciolo di Carlino). Il tutto culminerà finalmente nell’attesissima rapina, dove anche le doti registiche di Braff impenneranno (deve ancora trovare un suo taglio personale, ma ci arriverà), grazie ad un piano che “Inside Man” gli fa un baffo, seguito alla perfezione dai determinatissimi dilettanti del crimine. Ciò che viene dopo, con un Matt Dillon più incarognito che mai, dopo il fallito arresto del mese prima, è tutto da godere verso il gran finale.

La forza della semplicità
Insospettabili Sospetti è una commedia semplice, senza fronzoli, e questo non dev’essere assolutamente considerato un difetto. Forse una volta visto non ce lo ricorderemo per anni e non brilla come un “Qualcosa è Cambiato”, ma per tutto il tempo che passeremo seduti su una comoda poltrona con in mano dei pop corn, non ci farà rimpiangere di aver scelto una bella serata al cinema. Questo significa indubbiamente che l’obiettivo è stato centrato, grazie a degli interpreti sempreverdi e sempre giovani dentro, capaci di divertire e divertirsi su una sceneggiatura spumeggiante, come dei ventenni. E allora dai, tutti al cinema a fare da pali a questi insospettabili sospetti!

#LiveTheRebellion