Nel giorno in cui gli appassionati Nintendo salutano la nuova arrivata della casa di Kyoto, Sony decide di organizzare un taglio di prezzo “one-day only” per PlayStation 4, annunciandolo in pompa magna sulla sua pagina Facebook.

PlayStation 4 sa sempre come stupirti. O, molto più banalmente, PlayStation 4 sa come far parlare di lei, anche e soprattutto in occasioni che si presuppone siano dedicate alla concorrenza: Sony ha infatti annunciato tramite quella stessa immagine una promozione lampo, solo per la giornata di oggi, che vede PlayStation 4 acquistabile (solo presso i rivenditori aderenti all’iniziativa, ovviamente) al prezzo di 199,99. Qual è il problema di questo sconto? Semplice, arriva “casualmente” proprio nel giorno di lancio di Nintendo Switch. E come dicevamo, è giusto così.

 

sony vs switch ed è giusto così

Ignoreleganza
Politicamente scorretti o fini ragionatori? Un po’ tutte e due le cose
L’antefatto è il seguente: alle 17:18 di oggi, 2 marzo 2017 (ora ovviamente italiana) è comparsa sulla pagina Facebook l’immagine che vi proponiamo qua sopra, che come detto annuncia i “piani” di Sony per il lancio di Nintendo Switch: uno sconto sostanzioso della sua PlayStation 4 che porta il prezzo, per una sola giornata, al di sotto della soglia psicologica dei duecento euro. Manovra poco corretta? Provate per un attimo a mettere da parte tutti i pregiudizi che si possono avere in una situazione del genere e tutte le “bandiere” sotto le quali ci si è schierati (e anche a ricordarvi che quando Nintendo, a ridosso del lancio di PS Vita, fece ben di peggio tagliando pesantemente e permanentemente il prezzo di 3DS per rendere la sua portatile la più economica sulla piazza, nessuno abbia mai gridato j’accuse) e a guardare al post semplicemente dal punto di vista dell’immagine, o se preferite del marketing dietro al prodotto. Se siete riusciti in questo piccolo esperimento dovrete riconoscere ad una manovra del genere un’insospettabile eleganza, celata sotto l’evidente strato di provocazioni e frecciatine (o di ignoranza, se preferite) che in queste ore ha inevitabilmente permesso alla manovra di fare il giro della rete e a costringere più di qualche articolista a metter mano alla sua penna virtuale. Se non avete notato l’eleganza, probabilmente non avete mai approfondito qual è la normativa vigente per quanto riguarda la pubblicità comparativa, che come consultabile sul sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato recita:

 

La pubblicità comparativa è invece quella modalità di comunicazione pubblicitaria con la quale un’impresa promuove i propri beni o servizi mettendoli a confronto con quelli dei concorrenti. Questo tipo di pubblicità è ammessa solo quando non è ingannevole, mette a confronto beni omogenei in modo oggettivo, non ingenera confusione tra le imprese, né provoca discredito al concorrente.

 

O in due parole, il motivo per cui la pubblicità comparativa in Italia è un bel casino mentre in America Samsung continua ad utilizzarla tranquillamente mentre intervista gente in coda all’Apple Store. In casi del genere cadere nel non rispetto della norma è tremendamente facile, come è tremendamente facile per chi “subisce” la pubblicità comparativa mettere mano al telefono, fare una chiamata al suo ufficio legale e controbattere la manovra porti effettivamente un certo discredito.

L’eleganza dei social media manager di PlayStation Italia risiede proprio in questo: non c’è nessun riferimento diretto a Switch o a Nintendo.

Un vecchio (e fallimentare) commercial di Atari titolava Do The Math. E in questo caso a fare i conti, facendo il proverbiale due più due, sono gli utenti che vedono l’immagine, ma non chi la comunica: per quanto il colore rosso richiami prepotentemente a Nintendo Switch ed il lancio di una console sia a tutti gli effetti un giorno speciale per il mondo del gaming, Nintendo non è nominata e la malizia sta negli occhi di chi guarda. Ed ecco servita una pubblicità comparativa, che poi così comparativa non è, pronta a fare il giro di tutta la rete e a generare pagine e pagine di reazioni e commenti.

Non è un caso se ancora oggi parliamo del Cavallo di Troia
E anche da un punto di vista molto più essenzialista e pratico questa trovata, sulla carta, non può non essere riconosciuta come un’ottima trovata. Il lancio di una console è uno dei classici avvenimenti che porta gli appassionati nei negozi, di solito con il portafoglio pieno e con tutta l’intenzione di svuotarlo acquistando qualche diavoleria videoludica. Mettere davanti a tutti i potenziali acquirenti di Switch un’alternativa, peraltro più a basso costo e dalla line-up (giocoforza) più solida, con per di più l’aggravante di una promozione con durata estremamente limitata, è un’idea che potenzialmente può non solo rimpinguare il numero di PlayStation 4 arrivate nelle case dei giocatori (non che ce ne sia bisogno, visto che la macchina ha ampiamente sfondato la soglia dei 50 milioni di pezzi venduti), ma anche soffocare ambizioni e numeri positivi che potrebbero circondare il prodotto della concorrenza in occasione del suo lancio. Chiaro, un cliente fermamente deciso ad acquistare Switch non si farà dissuadere da 50€ di sconto su PS4, specie se ne è già in possesso, ma si può dire la stessa cosa nei confronti di un utente meno appassionato e semplicemente curioso? Non è poi, in fin dei conti, la prima volta che qualcuno adotta una politica simile. Abbiamo già citato il caso del price-cut dietro 3DS, che ha portato l’handheld di Nintendo dal prezzo di 259.99€ a quello di 169.00€, mentre PlayStation Vita rimaneva ad affogare nel disinteresse anche a causa di una manovra che la trasformava da proposta (poco) più economica ad alternativa decisamente più costosa al prodotto Nintendo. Il mercato è libero ed è giusto che tale rimanga.

Il politically correct non paga
L’utenza vive il mercato come una competizione, e lo è
Se un’immagine come quella da cui è nato il discorso ha tutte le carte in regola per diventare virale, il motivo è uno solo: il mercato videoludico è una competizione è va affrontato in quanto tale. Le belle parole spese da Phil Spencer parlando della concorrenza gli hanno di certo fruttato un’immagine positiva tra gli appassionati, avvicinandolo indubbiamente di più ai giocatori. Ma dal punto di vista dei freddi numeri non pagano e non hanno pagato, mentre di contro l’attitudine politicamente scorretta di Sony (che non è una novità di PlayStation 4, ma è ben presente fin dagli albori della macchina, come vi dicevamo) è una delle pietre angolari su cui il marchio PlayStation ha costruito il suo successo tra il grande pubblico, andando anche oltre gli appassionati nudi e crudi come possiamo esserlo noi. Chi sta scrivendo queste righe ha ancora negli occhi il video, mostrato all’E3 2013, dove un compiaciuto Shuhei Yoshida irrideva i piani di Microsoft mostrando quanto fosse facile scambiarsi giochi fisici (e quindi accedere ai titoli usati) sull’imminente PlayStation 4. Oltre 50 milioni di console non possono che confermare la bontà dell’approccio:

Il mercato è una competizione e l’utenza lo vive come tale. Sony lo ha capito, i suoi concorrenti no.

E a dirla tutta una competizione di questo tipo, finché si mantiene su questi toni e rimane assolutamente sana, non fa altro che stimolare tutti gli attori in campo a far meglio, a proporre continuamente aggiornamenti e novità che migliorano la loro condizione e permettano di guadagnare terreno. Tutto a vantaggio dell’utenza, che si ritrova a dover scegliere tra tre proposte (più o meno) diverse ma con alle spalle società in ogni caso decise a continuare ad investire e lavorare. E se proprio non piace una strategia così a viso aperto, basta semplicemente non premiarla esercitando il libero arbitrio.

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