Filippo Veschi

Speciale Cinque giochi Wii che davvero non conosci

In occasione dei primi 10 anni di vita di Nintendo Wii sul suolo europeo, lo scorso sabato vi avevamo parlato di 5 titoli per la controversa console Nintendo probabilmente non molto noti al grande pubblico. In realtà non si tratta che della punta dell’iceberg, vista l’enorme mole di giochi stravaganti, non convenzionali e molto interessanti che hanno visto la luce su Wii, pur restando lontano dai riflettori. Al di là delle sterili polemiche sui motion controls, sulle scarse potenzialità grafiche, sullo stigma dei casual gamers, Nintendo Wii è stata nel corso della sua vita una console estremamente interessante. Proviamo a ricordare lo scenario della seconda metà degli anni 2000. La crisi economica del 2008 ed il passaggio al costoso sviluppo per piattaforme HD avevano sferrato un brutto colpo a tutti gli studi di sviluppo di dimensioni intermedie. Mentre si andava delineando il trend che dura fino ad oggi, con una netta separazione tra multinazionali in grado di sfornare i cosiddetti “tripla A” e piccoli team indipendenti, in quegli anni Wii rappresentò l’ultimo baluardo dei cosiddetti giochi “di serie B” o “midcore. Titoli realizzati da team di una certa dimensione, ma senza i muscoli di colossi come Activision, EA o Ubisoft, sia a livello monetario che di promozione e marketing. Si trattava di giochi sicuramente non perfetti, con lacune più o meno evidenti ma anche con idee e situazioni molto interessanti, ingiustamente passati inosservati per via di una stampa ed una critica specialistica che si concentravano quasi esclusivamente sui giochi per PlayStation 3 ed Xbox 360. Tra questi titoli ve ne proponiamo 5 che quasi sicuramente non avete giocato.

Deadly Creatures – 2009
Come nel precedente articolo apriamo le danze con un titolo della defunta THQ. Il particolarissimo Deadly Creatures, uscito nel Febbraio del 2009, metteva i giocatori nei panni di una tarantola e di uno scorpione, in un action adventure influenzato da Metroid Prime e God of War. Ambienti banali e quotidiani vengono trasformati dal punto di vista dei due aracnidi in enormi location da esplorare, mentre l’incedere della storia è scandito dall’acquisizione di nuove abilità e da una trama parallela che parla di due umani, mai inquadrati dalla telecamera, alla ricerca di un tesoro della guerra civile americana sepolto in un deserto nel sud degli States. Animali comuni come insetti, altri aracnidi, topi e serpenti costituiscono i nemici da affrontare nel corso dell’avventura, con una serie di mosse ed attacchi ereditati dagli action games, comprese truculente esecuzioni alla God of War. Alla sua uscita Deadly Creatures ha ottenuto recensioni contrastanti, per via di un mix di gioco non perfettamente equilibrato: se i livelli della tarantola offrivano una maggiore libertà di azione ed esplorabilità, quelli dello scorpione erano sicuramente più lineari e con scontri maggiormenti ripetitivi. Controverso anche l’utilizzo dei motion controls per gli attacchi: se è vero che l’esecuzione delle mosse finali era incredibilmente soddisfacente, non era raro che i primitivi sensori di Wiimote e Nunchuck non rilevassero correttamente i movimenti effettuati, con annesse frustrazione ed imprecazioni.

Nonostante questi difetti Deadly Creatures rimane un titolo di sicuro interesse per l’approccio alternativo alla realizzazione di un titolo maturo, per l’idea di uno storytelling laterale e per il modo in cui riusciva a rendere alieni ed affascinanti ambienti del tutto ordinari.
 

Mushroom Men: The Spore Wars – 2009
Con un concept simile a quello di Deadly Creatures, Mushroom Men: The Spore Wars ci porta nuovamente a riscoprire oggetti ed ambienti quotidiani dalla prospettiva di un personaggio molto piccolo. Stavolta saremo chiamati ad interpretare un fungo antropomorfo e senziente, in un platform 3D dall’attitudine sandbox e reminescente dei lavori Rare su Nintendo 64. L’atmosfera bizzarra e surreale è alimentata da una travolgente colonna sonora realizzata da Les Claypool dei Primus ed il titolo mantiene per tutta la durata dell’avventura uno stile ed un umorismo degno della Rare dei tempi che furono. Nonostante la sua durata modesta e la generale indifferenza da parte del grande pubblico, Mushroom Men è servito come biglietto da visita per lo sviluppatore Red Fly Studios, che negli anni successivi ha potuto sfruttare l’esperienza ed il motore grafico di Mushroom Men per i port Wii di Ghostbusters 2009 e di Star Wars: Il Potere della Forza 2. Pur restando ad anni luce di distanza da mostri sacri del genere, Mushroom Men è stato uno dei pochi esponenti a vedere la luce in quegli anni, proprio mentre il ritorno di popolarità dei platform 2D stava oscurando quelli 3D (ed in particolare quelli in stile N64).

Nonostante le sue modeste ambizioni, c’è da riconoscere al lavoro di Red Fly Studios un’atmosfera ed un’ambientazione affascinanti e molto particolari, per certi versi vicine a quelle dello Psychonauts del grande Tim Schafer.
 

Cursed Mountain – 2009
Sempre nel 2009 è Deep Silver a rilasciare su Wii un gioco chiamato Cursed Mountain. Si trattava di un Survival Horror secondo la più classica delle accezioni, lontano anni luce sia dai “simulatori di spaventi” che oggigiorno affollano Steam che dagli sparatutto horror alla Resident Evil 4 e sequel. Ad essere interessante stavolta è l’ambientazione: l’Himalaya. Nel gioco interpreteremo un alpinista scozzese, intento a cercare informazioni sul fratello misteriosamente smarrito durante un’escursione sulla catena montuosa più alta del pianeta. Ci ritroveremo quindi a percorrere villaggi tibetani, templi buddisti, campi base in condizioni sempre più estreme, nella nostra scalata verso la vetta e verso la verità. Durante il gioco saremo costantemente tormentati da nemici sovrannaturali di varia natura, soprattutto fantasmi, e come nel survival horror più tipico raccoglieremo documenti che arricchiranno una storia per nulla banale che ci porterà alla scoperta del lato più oscuro della religione buddista. Nel caso di Cursed Mountain i controlli di movimento saranno più un limite che una potenzialità, rivelandosi spesso frustranti nell’esecuzione delle gesture necessarie per esorcizzare i fantasmi buddisti che infestano le incredibili location del gioco. Nonostante questo scivolonte il gioco resta un’eccellente esempio moderno di Survival Horror, che inserisce in un’ambientazione del tutto inedita meccaniche tipiche dei primi Resident Evil e Silent Hill.

La ricchezza tematica di Cursed Mountain ed il suo setting unico lo rendono un titolo interessante da recuperare anche al giorno d’oggi, magari nel suo port PC, anch’esso passato in sordina.
 

Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon – 2010
Nel 2010 il publisher Rising Star Moon, specializzato in giochi giapponesi di nicchia come No More Heroes e Muramasa, portava in Europa Fragile Dreams: Farewell Ruins of the Moon. Si trattava del nuovo JRPG di Tri-Crescendo, team giapponese che aveva visto una certa notorietà grazie al suo Eternal Sonata su Xbox 360 e PlayStation 3. A differenza del precedente titolo, un JRPG vicino allo stile dei Tales of, Fragile Dreams ibridava profondamente il genere con quello dei Survival Horror. Una meravigliosa ambientazione postapocalittica, costellata dei messaggi e dalle memorie degli ultimi esseri umani contribuiva a creare un’atmosfera triste e malinconica che permeava il gioco fino al suo potentissimo finale. Alcune scelte di design sbagliate, come una gestione dell’inventario simile a quella dei primi Resident Evil e l’inclusione della durabilità delle armi, costringevano il giocatore a dei lunghi e fastidiosi backtracking che spezzavano il ritmo di un’avventura altrimenti perfetta, fatta di di scontri con terribili creature e fantasmi, esplorazione e tanta, tantissima malinconia. La trama toccava argomenti importanti come la solitudine, l’incomunicabilità tra persone, i sentimenti umani con uno stile delicato e coinvolgente.

Ancora oggi vale sicuramente la pena affrontare anche i momenti più frustranti di Fragile Dreams pur di godere della bellissima storia raccontata da Tri-Crescendo.
 

Zangeki no Reginleiv – 2010
Ultimo titolo di questa breve rassegna ed unico ad essere rimasto relegato esclusivamente al territorio giapponese è Zangeki no Reginleiv. Pubblicato da Nintendo e sviluppato da Sandlot, è un adattamento del racconto del Ragnarok della mitologia nordica. Chi ha familiarità con la serie Earth Defense Force di Sandlot riconoscerà immediatamente alcuni punti di contatto con Zangeki no Reginleiv. Le stesse meccaniche di gioco sono infatti state traslate nella nuova ambientazione, con i giganti di Loki al posto degli alieni insettoidi ed un setting fantasy invece che fantascientifico. Il titolo, ad altissimo tasso adrenalinico, mette in mano al giocatore decine di armi differenti, ciascuna con i suoi usi e caratteristiche specifiche, con un controllo semplicemente perfetto basato sulle motion gesture più evolute permesse dai Wiimote Plus. Le enormi arene e le interminabili ondate di nemici fanno sentire il loro peso sul limitato hardware Wii, con cali di framerate anche drammatici ma che non inficiano la quantità di divertimento che il titolo è in grado di offrire. Zangeki no Reginleiv è al tempo steso un grande titolo fantasy, un’action game frenetico, un’esempio di motion controls ben sfruttati ed un lavoro molto ambizioso per una console come Wii. Sfortunatamente Nintendo ha deciso di non pubblicare il titolo in occidente, dove è rimasto inedito.

L’unica possibilità di godere di Zangeki no Reginleiv è al momento attuale di reperirlo dal mercato dell’importazione parallela, a patto di avere un Wii giapponese o modificato, o di possedere un Wii U giapponese, dove è disponibile per il download come titolo Virtual Console.
 


Con questi ulteriori cinque titoli chiudiamo il nostro omaggio a Nintendo Wii, una delle console più ingiustamente sottovalutate della storia recente, che nonostante tutto è stata fucina di esperienze di gioco originali ed interessanti, anche se con limiti e problemi. La nostra selezione non è in alcun modo completa od esaustiva, ma solo un piccolo assaggio di quello che Wii ha offerto al mondo videoludico mentre i più si stracciavano le vesti di fronte alla svolta casual di Nintendo od al più si limitavano a scelte più convenzionali e sicure come i vari Mario, Zelda, Metroid. Wii resta, nonostante tutto, una console interessante da recuperare e da studiare, soprattutto per quel che riguarda i titoli di nicchia.

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