Giuseppe Pizzuti

ILoveRetro Retrocensione – Beyblade: Let it Rip

Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dello scorso decennio, un manga intitolato Bakuten Shuuto Beibureedo fece il suo debutto il Giappone. Ad alcuni questo titolo non dirà nulla, ma in realtà ha segnato l’infanzia e l’adolescenza di tantissimi con il titolo di Beyblade. Il manga, creato da Takao Aoki, divenne presto un anime trasmesso anche in Italia, sulle reti Mediaset, conta tre stagioni che hanno avuto un discreto successo in tutto il mondo; e come accadde spesso con le creazioni di quel periodo, l’anime fu solo uno dei colpi in canna di questo franchise, a cui furono dedicati linee di giocattoli e alcuni videogiochi, usciti essenzialmente per Game Boy e per la prima PlayStation.

 

“Beyblade BA BA BA BAU” – Cit.

 

Sulle orme del manga
Il titolo riprende la modalità di gioco creata all’interno del manga
Il più famoso videogame dedicato alla saga è sicuramente Beyblade: Let it Rip! Rilasciato da Crave Entertainment (fallita per bancarotta pochi anni fa) per l’originale PlayStation il 5 dicembre 2002 in Giappone, e arrivato nel Vecchio Continente dopo oltre 8 mesi. Il titolo riprende la modalità di gioco creata all’interno del manga: due giocatori, chiamati blader, lanciano la propria trottola (chiamata Beyblade) all’interno di un’arena finché, dopo una dura lotta, uno dei due blade smette di ruotare oppure esce dallo stadio in cui ha luogo la battaglia, segnando la vittoria del possessore della trottola ancora in movimento. La grande differenza rispetto ai giocattoli creati in seguito al successo della serie, risiede nella vita che i Beyblade hanno: un escamotage utilizzato per esempio con Yu-gi-oh e “il cuore delle carte”: ecco quindi che la creazione di Takao Aoki e il videogame di cui stiamo parlando si fanno più interessanti… o forse no?

 

Un gioco “povero”
Beyblade: Let it Rip! Non è di certo un titolo che si fa ricordare per le modalità presenti! A differenza della vasta maggioranza di videogiochi mai creati, questo non contiene alcuna storia da seguire, né una trama a cui potersi affezionare, anzi questa è del tutto assente! Subito dopo aver avviato il gioco, il giocatore sceglierà il nome del suo alter ego (che ricorda il famoso Blu della serie Pokémon), a cui Kenny, piccolo genio presente nel manga regalerà un beyblade base a scelta tra il bianco Dragoon S e il Dranzer S di colore blu, che potremo poi personalizzare vincendo gli incontri in una delle due modalità presenti: questa è forse la parte più divertente dell’intero titolo. Scegliere i vari pezzi, trovare il modo per amalgamarli bene tra loro e scegliere il giusto Bit Power, ossia lo spirito che muove e potenzia la nostra trottola, sarà un piacevole passatempo tra una lotta e un’altra. Ma com’è possibile potenziare il proprio BeyBlade? Ovviamente grazie alla interessantissima modalità torneo.

 

Il nostro alter-ego, nipote tra gli altri del Professor Oak

Il nostro alter-ego, nipote tra gli altri del Professor Oak

 

Torneo o amichevole?
Già, le due uniche modalità di gioco disponibili sono il torneo e gli scontri amichevoli contro alcuni dei personaggi principali del manga e dell’anime con i loro speciali Beyblade e Bit Power. Ecco allora che potremo sfidare Takao (Tyson), Max, Rei e Kei oltre ad altri personaggi per un totale di 8 blader, senza considerare quelli inventati appositamente per questa magnifica riproduzione videoludica della creazione di Takao Aoki, chiamati Blader A e Blader B e Blader C… perché dare loro dei nomi era troppo complicato. Come già riportato in precedenza, il torneo risulterà importante se vogliamo avere a nostra disposizione uno strumento di battaglia sempre più potente. L’unica vera difficoltà che presenta questa modalità sta nell’obbligo di “scendere in campo” per un certo numero di scontri consecutivi senza avere l’opportunità di salvare la partita se non prima di aver vinto la finale.

La modalità Scontro invece è semplicissima e permette di battagliare in scontri amichevoli con i personaggi presenti, utile solo se si vuole migliorare le proprie abilità, con la possibilità di giocare in multiplayer locale con un altro blader con cui fare scintille.

 

 Il Gameplay
Basterà un lieve movimento brusco a farci perdere il controllo
Il gameplay del titolo invece ripropone (essenzialmente) i tipici scontri presenti nell’anime: i due concorrenti, in scontri 1 vs 1, devono premere il pulsante X del loro controller nel momento giusto mentre una barra si carica: chi si avvicina di più al limite ultimo effettuerà il lancio più potente, partendo quindi con un leggero vantaggio sull’avversario. Una volta ascoltato il commentatore commentare il lancio con un “What a great launch” oppure “What a weak launch” di cui presto ci stancheremo, ecco che finalmente le due trottole entrano all’interno di un’arena circolare che presenta tre uscite seminate lungo la piccola circonferenza. La parte più difficile del gioco sta nel controllare il nostro Bayblade con i tasti direzionali o con l’analogico, in quanto basterà un lieve movimento brusco a farci perdere il controllo dello strumento e a segnare la nostra sconfitta. Ma lo scopo principale della battaglia non è quello di non uscire dall’arena, ma quello di far sì che sia il nostro avversario a farlo, speronandolo in continuazione fino a causargli la sconfitta. E per fare ciò potremo utilizzare proprio il nostro Bit Power, che ci consentirà di vincere più velocemente, malgrado il suo utilizzo sia raro in quanto le battaglie durano pochi secondi.

 

01-beyblade-let-it-rip-check-games-4u

 

Crave Entertainment cercò quindi di portare avanti una moda che vive ancora oggi: riproporre un franchise già collaudato in ambito videoludico. La scommessa però non fu vincente, e anzi si rivelò un fiasco, malgrado oggi possa essere considerato come uno dei titoli più ignoranti – nel senso più positivo del termine – e per questo indimenticabile per molti di noi videogiocatori.

Tag:

#LiveTheRebellion