Antonino Lupo

ILoveRetro Retrocensione: Tombi!

“Ma certo, Tombi! Avevo la demo su PS1!”

 

Se Metal Gear SolidThe Legend Of Zelda: A Link To The Past possono essere considerati senza troppi giri di parole due grosse pietre miliari degli anni ’90, il piccolo ragazzino dai capelli rosa sembra avere la straordinaria capacità di risvegliare una gigantesca mole di ricordi in chiunque, ogni volta che ne viene pronunciato il nome. E se è vero che di Tombi! ne sono usciti ben due capitoli, per qualche motivo è il primo che i giocatori più nostalgici ricordano con maggior affetto.

Creato dall’ormai defunta WhoopeeCamp, il platform-action-RPG del 1997 è spesso ricordato dagli affezionati con un amore quasi paragonabile a quello delle più grandi mascotte di casa Sony, da Crash BandicootSpyro. Eppure, in pochi hanno avuto la fortuna di giocarlo per intero; molti (sottoscritto incluso) hanno fatto la loro prima conoscenza del giovane Tombi con un disco di demo giocabili sulla prima PlayStation, divorato più e più volte per la grande quantità di splendidi titoli al suo interno, riuscendo solo successivamente a mettere le mani su una copia completa del gioco.

 

La fine di una stella
WhoopeeCamp fallì nel 2000, dopo aver pubblicato solo due giochi
Questo anche a causa del fallimento di WhoopeeCamp, che aveva sperato di rivoluzionare l’industria dei videogiochi fin dalla sua fondazione nel 1997: sebbene le premesse non fossero affatto scarse (sia Tombi! che Tombi! 2 hanno ricevuto ottime recensioni), l’azienda fallì nel 2000 e tutti i suoi membri presero strade diverse. Per questo motivo, non è raro trovare entrambi i capitoli della serie in vendita a prezzi esorbitanti sul web, in forma di vere perle per collezionisti del settore. I pochi fortunati che ancora posseggono una copia dei due giochi se la tengono ben stretta, coscienti che un giorno i due piccoli gioielli potrebbero valere persino più di adesso.

 

 

Whoopee Camp Logo

RIP

 

Nonostante la rarità del gioco, quasi tutti quelli che hanno avuto anche soltanto l’occasione di provare Tombi! sono in grado di ricordarlo con grande affetto e nostalgia. È vero: la colonna sonora del Villaggio degli Esordi, il gameplay dinamico e intuitivo, gli elementi da RPG e i personaggi eccentrici, il level-design e il comparto artistico si evincevano già dai primi livelli mostrati nella demo; ma il piccolo capolavoro di WhoopeeCamp ha persino più frecce al proprio arco, man mano che l’avventura di Tombi prosegue alla ricerca dei maiali cattivi. Allacciate le cinture e preparate il portafogli, dunque: alla fine di questa Retrocensione, il vostro unico desiderio sarà di spendere un buon centone nell’acquisto di questo splendido titolo dell’era PS1.

 

Tombi!

“Tam, ta-ta-ta-tam-tam…”

 

Funga!
 

 

Tutte le tracce audio di tombi! hanno una loro identità unica
Tombi! si ricorda prima di tutto dalla sua splendida colonna sonora, e chi dice il contrario sta semplicemente mentendo. Io stesso avrò completato il gioco quattro o cinque volte nel corso della mia vita, ma non sono mai stato in grado di contare quante volte ho sentito la traccia del Villaggio di Tutti gli Esordi (un numero spropositato, se si contano anche le riproduzioni della demo). Certo è che quel ritmo sincopato, scandito da percussioni allegre e trainanti, è rimasto impresso nella memoria di chiunque sia riuscito ad ascoltarlo e viverlo sulla propria pelle almeno una volta.

 

Ma non solo il Villaggio degli Esordi: un po’ tutte le tracce audio di Tombi! hanno una loro identità unica e inimitabile, e, sebbene lo stile e il timbro degli strumenti si possano riconoscere in pressoché qualunque livello del gioco, tutti i brani della perla di WhoopeeCamp riescono – in qualche modo – a essere profondamente diversi l’uno dall’altro. Si passa dall’inquietante alone di mistero intorno alle Cave di Lava ai dolci archi del Villaggio di Bacco, senza dimenticare l’angosciante Monte della Fenice o le placide note dello Scoglio della Sirena e della gigantesca Villa Rossa. Per chi volesse immergere il proprio animo in una musica evocativa e carica di nostalgia, l’utente di YouTube Channel Johnbonne ha raccolto in una playlist gran parte dei brani tratti dal gioco (e pubblicati da YouAllSuck5000), permettendo a chiunque di godere ancora una volta delle splendide musiche create dagli sviluppatori.

 

Fat Pig Capitalist
 

Tombi Pigs

Ogni parola su questi infami sarebbe superflua.

 

Un gioco che mischia platform, action e RPG
Ovviamente, non di sola musica è fatto Tombi!, ed è sicuramente per questo che il titolo WhoopeeCamp riesce a colpire ancora oggi a distanza di vent’anni circa: il gioco mischia aspetti tipici dell’action / platform a elementi da RPG, spingendo il giocatore all’esplorazione degli ambienti (estremamente labirintici in più di un’occasione, con una serie di aree secondarie da esplorare) ma anche all’interazione con oggetti, nemici, personaggi e scrigni del tesoro, nascosti in giro per i vari livelli del gioco. Ogni zona avrà delle “quest” (denominate semplicemente “Eventi”) da completare, una serie di compiti che permetteranno di andare avanti nella storia o di ottenere degli oggetti speciali, in alcuni casi completamente inutili (ne parleremo dopo). Tutti i 129 eventi sbloccabili nel gioco, però, sono semplicemente delle “dirette” conseguenze dell’unica, vera quest che Tombi insegue fin dall’inizio: “Braccialetto del Nonno“.

 

All’inizio del gioco (in una splendida sequenza animata, per inciso), un ragazzo selvaggio dai capelli rosa si ritrova a vagare per una pianura in cerca di cibo, con nient’altro che uno sfollagente, dei pantaloncini verdi rovinati e un vistoso braccialetto d’oro al polso, regalatogli dal nonno. Improvvisamente, un povero contadino indifeso viene assaltato da un gruppo di maiali bipedi con forconi, gilet rossi e guanti bianchi, e Tombi si lancia immediatamente al salvataggio; durante lo scontro, tuttavia, viene accidentalmente messo fuori combattimento, e i maiali riescono a fuggire rubandogli il braccialetto d’oro. Al suo risveglio, il ragazzino si lancerà alla ricerca del braccialetto e dei maiali malvagi, e giungerà al Villaggio di Tutti gli Esordi per iniziare la propria avventura.

 

Tombi!

Una risposta che probabilmente non avremo mai

 

Alla ricerca dei sette maiali cattivi
Nel corso del gioco, Tombi imparerà sempre più cose sui maiali cattivi e incontrerà sempre più personaggi in cerca di aiuto: scoprirà, ad esempio, che i maiali collezionano oro “per qualche strana ragione”, e che la terra su cui sta vagando era un tempo pacifica e serena. Scoprirà che sette maiali cattivi, decisamente più potenti degli altri, hanno lanciato i loro incantesimi su sette diverse zone della regione, maledicendo – ad esempio – la Foresta dei 100 Fiori con spore terribili e pericolose, il Monte della Fenice con perenni tempeste e le Cave di Lava con impenetrabili mura di fuoco. E scoprirà che, per sconfiggerli, è necessario raccogliere i sette sacchi del maiale cattivo, trovare i loro nascondigli e imprigionare i suini all’interno dei sacchi per spezzare le maledizioni.

 

 

Dentro un cartone animato
Un gioco splendido anche sul lato estetico/artistico
Colonna sonora e trama sono due parti consistenti di Tombi!, ma WhoopeeCamp ha compiuto uno splendido lavoro anche sul fronte estetico e artistico. Fin dai primi istanti, il giocatore sarà immerso in un mondo pieno di colori vivi e accesi, che si vedono già sul corpo del protagonista stesso: la bislacca capigliatura rosa di Tombi è un segno fortemente caratteristico del personaggio, un colore che risalterà su gran parte degli scenari presenti nel gioco e che rimane impresso nella memoria proprio per il suo essere inusuale. Non solo: gli splendidi sfondi e gli ambienti disegnati in stile cartoon accompagneranno tutta l’avventura di Tombi, che sarà caratterizzata da un level-design a dir poco fenomenale (per quanto fin troppo complesso in alcuni casi).

 

 

Tombi!

 

Memorabile, ad esempio, è la zona della Casa Stregata: con più di una ventina di stanze sparse per le quattro facciate della casa, non c’è memoria che possa aiutare a ricordare alla perfezione dove stia ogni singolo oggetto o scrigno, e sarà inevitabile esplorarle tutte ogni singola volta che avremo bisogno di qualcosa in particolare. Altrettanto memorabili, poi, le zone della Foresta di Funghi e delle Cave di Lava, in cui le capacità di platforming e i riflessi del giocatore saranno messi a dura prova, o anche (in positivo, stavolta) il semplice Villaggio di Tutti gli Esordi, un tripudio di colori vivi dove torneremo più e più volte per completare gli eventi lasciati in sospeso all’inizio del gioco.

Ogni area di Tombi! è studiata con perizia estrema e con grande cura dei dettagli, tanto da causare sempre un senso di stupore al giocatore che dedica loro il suo primo sguardo. Impossibile dimenticare, ad esempio, la già citata Foresta di Funghi, con le grandi file di funghi giganti sullo sfondo, o la Giungla Masakari, con la sua fittissima vegetazione che seppellirà Tombi fino alla testa, limitando la visibilità del giocatore.

 

“Ore!”
Tra morsi e backtracking…
Tombi! è tanto bello da vedere quanto affascinante e divertente da giocare; lo strambo protagonista potrà, sì, utilizzare le sue armi per stendere i maiali Koma o tutte le creature ostili del mondo di gioco, ma la sua offensiva migliore sarà sempre il morso: saltando sulla testa dei nemici, Tombi li morderà e li stenderà al suolo, lanciandoli poi fuori dalla mappa con una forza animalesca e sovrumana. Una formula di gameplay che sembra prendere parecchio dai primi platform apparsi nel mondo dei videogiochi (in cui saltare sulla testa del nemico era l’unica tattica efficace), ma che trae qualcosa anche dai giochi dell’epoca: estremamente rilevante è, infatti, il fenomeno del Backtracking (già riscontrato sulla stessa piattaforma di gioco in Bugs Bunny: Lost In Time e il già citato Metal Gear Solid), una fortissima componente della formula di gameplay che richiederà di tornare di continuo nei luoghi già esplorati, per trovare nuovi oggetti o risolvere problemi impossibili da affrontare in principio.

 

 

Tombi!

 

Formula che si applica anche agli scontri con i boss: i sette maiali cattivi potranno essere trovati tornando nelle zone già visitate, e catturati saltando sulla loro testa per lanciarli direttamente all’interno dei sacchi del maiale, che vagheranno in giro per il livello in attesa di essere riempiti. E sono proprio i sette boss (più un boss finale) ad essere uno dei fattori più affascinanti del gioco: ognuno di essi rappresenterà un elemento della natura, dall’acqua al fuoco passando per la terra (il maiale topo del Villaggio di Bacco) e la semplice fertilità (il maiale della Foresta dei 100 Fiori). In questo modo, l’avventura di Tombi si trasforma in una vera e propria odissea contro gli elementi stessi, e un tentativo di sconfiggere chi tenta di dominarli per scopi malvagi.

… Con un pizzico di poesia
Sembra esserci, dunque, una sorta di poesia dietro l’intera avventura del ragazzino dai capelli rosa, una poesia di elogio alla natura e alla sua sconfinata bellezza. Si tratta di un’eco che si ode un po’ dappertutto nel corso del gioco, dalla meravigliosa figura della Fenice alle lacrime dei fiori, necessarie per far rifiorire una fontana magica che darà vita a un’altissima “Torre dei Fiori”; al di là della semplice lotta tra il bene e il male che fa da sfondo al gioco, c’è quindi uno scopo ben più nobile che si nasconde dietro l’apparente egoismo di Tombi (il cui unico interesse è trovare il braccialetto del nonno), e che si rivela nella figura dei Vecchi Saggi, quattro anziani dalla conoscenza sconfinata che conoscono il mondo fin dalla sua formazione. Essi non desiderano altro che rivedere il mondo nel suo stato originario, ma è necessario l’aiuto di un eroe che possa estirpare la piaga dei maiali cattivi direttamente alla radice; quando arriva Tombi, i loro desideri possono finalmente essere esauditi.

 

Il Vecchio Centenario, doppiato dalla voce di Aku Aku nei primi Crash Bandicoot Ciro Carraro)

Il Vecchio Centenario, doppiato dalla voce di Aku Aku nei primi Crash Bandicoot (Ciro Carraro)

 

“E questo dove lo metto?”
C’è, però, qualcosa che non quadra, qualcosa che in molti probabilmente ignoravano quando hanno giocato il titolo di WhoopeeCamp per la prima volta. In qualche modo, l’intera esperienza di Tombi! sembra essere “incompleta”, come se qualcosa fosse stato tagliato all’improvviso.

Un’avventura incompleta, tagliata all’improvviso…
Sebbene le quest conosciute nel gioco siano 130, infatti, le quattordici pagine degli Eventi presentano dei considerevoli spazi vuoti al loro interno; sembra come se delle quest fossero state pensate e mai inserite, per essere semplicemente tagliate fuori all’ultimo momento dello sviluppo. Questa ipotesi sembra essere confermata da una serie di oggetti (come il Gioiello del Capo o i vari pesci sacri) che non hanno effettivamente alcuna utilità e vengono ottenuti solo al completamento di una determinata quest, da alcuni oggetti chiave che continuano a restare nell’inventario anche dopo essere stati utilizzati (come lo Specchio Magico o il Diserbante), e, allo stesso modo, da alcune linee di dialogo (come quelle della Strega Mizuno, al Villaggio degli Esordi) che fanno intuire l’assenza di qualcosa di consistente.

Una teoria confermata anche dall’analisi dei file di gioco contenuti nel CD: sviscerare gli elementi del disco, infatti, consente di trovare immagini di diversi oggetti e armi mai inclusi nel gioco (ma presenti sul disco), insieme a una cut-scene del cosiddetto “Villaggio di Ferro” (assente in qualunque versione di Tombi!) che viene riportato al suo stato originale dopo aver spezzato la maledizione di un maiale cattivo. Osservando attentamente gli ambienti di gioco, inoltre, è possibile notare persino alcuni elementi di spicco apparentemente inutili, come una sorta di slot-machine alla Capanna del Grande Gnomo, che avevano probabilmente una qualche utilità nella mente degli sviluppatori.

 

Tombi!

 

… Eppure una delle più evocative mai realizzate
Tutti fattori che, senza alcun dubbio, avrebbero contribuito ad ampliare e rendere ancora più completa l’esperienza di gioco offerta da Tombi!, e oggi, dopo circa 20 anni, è un peccato sapere che un gioco così unico e particolare sia arrivato sul mercato sostanzialmente incompleto. Anche così, però, l’avventura del ragazzino dai capelli rosa resta una delle esperienze più significative dell’infanzia di chi scrive, e forse una delle avventure dal gusto più evocativo che avremo mai la fortuna di ricordare.

 

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