Recensione Yomawari: Night Alone

Abbiamo più volte ripetuto come NIS America, in quanto publisher di Nippon Ichi Software, abbia cercato di portare anche in occidente una serie di titoli di nicchia giapponesi, indipendentemente da quanto fosse sfortunata la console di appartenenza. Il prossimo 28 Ottobre sarà disponibile su PlayStation Vita e PC Yomawari: Night Alone, survival horror 2D della casa di sviluppo nipponica.

Nella versione fisica, il titolo di Yu Mizokami sarà accompagnato da htol#NiQ: The Firefly Diary, con tanto di poster speciale a siglare la collaborazione tra i due sviluppatori. Ma cosa ha in comune Yomawari con il titolo uscito lo scorso anno? Scopriamolo insieme.

 

Versione Testata: PlayStation Vita

Alone in the Dark
Una bambina passeggia col proprio cane sul ciglio della strada, quando, per un malaugurato incidente, il fedele compagno viene investito da un camion. Sconvolta, la bimba torna a casa e non riesce a dire la verità alla sorella maggiore, che decide di andare alla ricerca del quattro-zampe peloso. Passano le ore e cala il buio, la sorella non torna, e la bimba decide di andarla a cercare; una volta ricongiunte, le due verranno attaccate da un demone, che rapirà la più grande lasciando la piccola protagonista al buio da sola. Così inizia Yomawari: Night Alone, con un errore ingenuo di una bimba che si trasformerà in una notte alla ricerca della sorella scomparsa, fuggendo da demoni di ogni tipo e cercando di scampare alla morte.

Il comparto narrativo di Yomawari si appoggia principalmente sulle immagini; sarà rarissimo vedere la nostra bimba che scambia dialoghi con qualcuno che non sia la sorella o il piccolo Poro, mentre le leggende che circondano il quartiere del gioco saranno narrate tramite cartelli e collezionabili. Oltre la storia principale, Mizokami ha riempito il titolo di una decina di quest secondarie, attivabili tramite oggetti specifici raccolti durante le esplorazioni, e completabili sia durante il corso delle vicende personali sia una volta visti i titoli di coda. Yomawari: Night Alone è terminabile in una decina di ore a seconda dell’abilità del giocatore, aspetto su cui ci soffermeremo più avanti.

 

Una torcia per vederli
un Trial and Error mascherato da Survival Horror
Yomawari: Night Alone è un survival horror; la protagonista è però troppo piccola per combattere gli spiriti, e sarà costretta a evitarli, nascondersi in determinati punti o distrarli con gli oggetti che troverà lungo il cammino. La bimba potrà fare affidamento su una torcia, con cui potrà vedere gli spiriti e soprattutto trovare gli oggetti nascosti sul terreno: solo illuminandoli, infatti, sarà in grado di raccoglierli e aggiungerli alle sue tasche. Inoltre, esplorare ogni anfratto della città aiuterà anche a riempire la mappa di gioco, rendendo via via più semplice trovare la strada per tornare a casa, che si rivelerà essere l’unico posto sicuro nella fredda notte. Purtroppo è proprio nel fattore sopravvivenza che Yomawari mostra il fianco e si avvicina a The Firefly Diary: il titolo di Mizokami è infatti un Trial & Error mascherato da Survival Horror, e la bimba morirà sempre al primo contatto con gli spiriti, spedendoci al più vicino punto di salvataggio (delle statue Jizo a cui offrire una moneta ogni qualvolta volessimo salvare e/o spostarci) e portando spesso a un back-tracking frustrante per tornare dove siamo morti, a causa anche della lentezza dei movimenti. Fortunatamente, se doveste morire dopo aver raccolto un oggetto chiave, quest’ultimo resterà nelle tasche della bimba, andando a limitare leggermente lo sfiancante ritorno sui propri passi.

Ogni spirito reagirà in maniera diversa ai vostri comportamenti: alcuni verranno attirati dalla torcia, altri si muoveranno solo se correrete (con R), altri ancora vi attaccheranno in ogni caso obbligandovi a nascondervi nei cespugli o dietro i cartelli. Al giocatore il compito di imparare a conoscere ed affrontare ogni spirito, cercando di raggiungere il proprio obiettivo ogni volta.

Se è vero che Yomawari è completabile in circa dieci ore, è altrettanto esatto che il tutto si basa esclusivamente sull’abilità del giocatore e soprattutto sulla pazienza di quest’ultimo a riprovare dopo l’ennesima morte nel quartiere commerciale. A differenza di The Firefly Diary, però, non ci sono sfide impossibili che possano essere completate solo con fortuna e pazienza. Gli enigmi ambientali che compongono l’avventura richiedono quasi sempre di trovare un oggetto particolare, sia esso una chiave o un talismano, per poter proseguire nella ricerca della sorella perduta; è bene, quindi, esplorare sempre ogni nuova location con la torcia accesa, consci del fatto che gli spiriti potrebbero attaccarci al minimo rumore.

yomawari

Cammina solo
Fortunatamente, laddove Yomawari eccelle è proprio nell’atmosfera cupa e ansiogena che dovrebbe caratterizzare i titoli del genere. Nonostante il character design in stile chibi, infatti, Yomawari è un titolo crudo che non si risparmia getti di sangue e morti cruente. Ad aumentare il fattore ansia, poi, contribuisce la totale assenza di musiche, che lasciano lo spazio a rumori ambientali sia causati dai passi della bimba, sia dagli spiriti rancorosi che ci inseguiranno senza pietà. Il design di questi ultimi è basato, ovviamente, sugli spiriti folkloristici giapponesi, resi tremendamente inquietanti anche nel loro piccolo. Il titolo è solamente in inglese, ma dati i pochi testi a schermo è facilmente comprensibile anche da coloro che non lo padroneggiano.

Verdetto
7 / 10
Sai già benissimo cosa fare con la torcia
Commento
Sebbene più alla mano di The Firefly Diary, anche con Yomawari: Night Alone ci troviamo di fronte ad un titolo tosto e capace di scomodare ben più di una divinità se preso sottogamba. Il fattore difficoltà è come sempre relativo da giocatore a giocatore, ma è sicuramente da tenere in conto nel caso in cui vogliate acquistare il titolo di Nippon Ichi: Yomawari non è un titolo all'acqua di rose, richiede calma e concentrazione per essere finito senza frustrazione. Fortunatamente, dalla sua, Yomawari ha un'atmosfera riuscita, grazie anche alla totale assenza di colonna sonora, ed una serie di eventi secondari che potrebbero spingervi a rimanere nel quartiere infestato qualche ora in più rispetto a quelle richieste.
Pro e Contro
Ottima atmosfera
Eventi secondari da scoprire

x Backtracking sfiancante
x A tratti frustrante

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