Yakuza 6 è il canto del cigno di una saga pressoché perfetta.
Ogni bella storia è destinata a finire. Così dopo anni di emozioni ed avventure, anche quella di
Kazuma Kiryu, il
Drago di
Kamurocho protagonista della serie di
Yakuza arriva al suo capolinea.
E lo fa con
Yakuza 6: The Song of Life, un titolo che torna alle intimità dei primi capitoli e affronta il tema della famiglia e tutto quello che ruota intorno ad essa.
Siete pronti a dire addio allo yakuza dal cuore d’oro?
Versione Testata: PlayStation 4
Affari di famiglia
Yakuza 6 affronta il tema della famiglia e dei problemi legati ad essa
Kamurocho, 2012. Dopo la conclusione degli eventi di
Yakuza 5 che lasciavano intravedere uno spiraglio di tranquillità nelle vite di
Kiryu e
Haruka, una nuova disavventura è pronta ad abbattersi sui due. Su Kiryu, ancora convalescente, pende l’accusa di alcuni crimini, mentre Haruka, dismessi i panni della idol sarà bersaglio dei media per le sue connessioni con la malavita.
Un periodo duro, per entrambi, ma affrontato con determinazione. 3 anni dopo aver scontato la sua pena e tornato dai suoi “ragazzi” dell’orfanotrofio,
Kiryu scoprirà che Haruka è scomparsa. Nessuno ha notizie della ragazza che sembra sparita nel nulla.
L’ex yakuza sarà obbligato a tornare nuovamente a Kamurocho, e dopo un primo giro di domande scoprirà una terribile realtà.
Haruka è rimasta coinvolta in un incidente stradale che l’ha fatta finire in coma e, cosa più scioccante, è diventata madre.
Yakuza 6: The Song of Life affronta come abbiamo accennato al tema della famiglia e dell’appartenenza. E qua viene ripreso il delicato rapporto fra Kiryu e Haruka già messo alla prova nel quinto capitolo. In Yakuza 6, Kiryu darà tutto sé stesso per trovare i responsabili dell’incidente e scoprire l’identità del padre di Haruto. Finirà così per arrivare in un “tranquillo” paesino che si affaccia sul mare,
Onomichi, nella prefettura di Hiroshima.
Tutto ruota intorno a Kiryu
Song of Life è un titolo nuovamente kiryucentrico
Qua, in questo piccolo villaggio rurale del sud troverà l’accoglienza di una squinternata “famiglia” di yakuza, il cui patriarca è interpretato da
Takeshi Kitano, che lo accoglierà facendolo sentire a casa.
La famiglia però non è solo amore, ma anche fonte di problemi, ed ecco che oltre a quelli relativi ad Haruka, Kiryu dovrà accollarsi quelli di una faida che vede schierarsi gli uni contro gli altri il
Tojo Clan, la
Triade Cinese e la
Yomei Alliance, un clan di Hiroshima.
Al solito
Kiryu si troverà a invischiato in una lotta di potere dagli esiti imprevisti, che nasconde proprio ad Onomichi il suo più grande segreto.
Famiglia. Fiducia. Amore. Tradimenti. Sono gli ingredienti che da anni si amalgamano alla perfezione in Yakuza.
Yakuza 6 torna nuovamente “kiryucentrico”, abbandonando lo sviluppo narrativo multiepisodico degli ultimi capitoli.
La figura di Kiryu ormai è formata e forgiata nella sofferenza, ed è bello vedere quanto la profondità di questo personaggio sia così forte da catturare su schermo tutta l’attenzione. Essendo ambientato nel 2016 è impossibile non notare un cambiamento anche per quello che riguarda l’ambiente e le usanze.
Il Drago di Kamurocho dovrà confrontarsi anche con un conflitto generazionale, che vede Kiryu fronteggiare le nuove leve della yakuza, pronte ad ottenere il comando a qualsiasi costo.
Dopo una serie fatta di storie indimenticabili, Yakuza 6 chiude le avventure di Kiryu con l’ennesimo racconto “epico”.
Emotività alle stelle
Non preoccupatevi di piangere arrivati ai titoli di coda
E nonostante si faccia fatica a credere che ogni volta possa superarsi,
Yakuza 6 riesce a toccare le “giuste corde”. Emozionante e magnetico riesce a ipnotizzare il giocatore come non mai, specie nelle sue fasi finali. Personaggi ben caratterizzati, una narrazione “potente” ed efficace e la capacità di stupire continuamente fanno di Yakuza una serie unica.
Da sempre siamo abituati ai continui plot twist che confondono il giocatore, lasciandolo interdetto e in balia degli eventi. Forse, di tutte le storie, questa è la più prevedibile in termini di “sorprese”. Non faticherete ad indovinare l’identità del padre di Haruto, così come la presenza di Takeshi Kitano non è una semplice comparsata. Ma in generale
la “botta emotiva” che riceverete sarà così forte, che non dovrete preoccuparvi se vi ritroverete a piangere davanti allo schermo quando scorreranno i titoli di coda.
Ma è possibile approcciarsi a Yakuza 6 senza aver mai giocato gli altri capitoli?
I collegamenti con il passato non mancano
Per quanto sia stato confezionato per essere affrontato anche stand alone (
con tanto di riassunti e flashback), 12 anni di fitte trame ormai ramificate si sentono in ogni istante. Ogni volta che appare a schermo qualche personaggio a cui siamo legati come il detective
Date, o
Akiyama (
l’eccentrico strozzino di Kamurocho che accompagna Kiryu da Yakuza 4) o si fa riferimento a fatti successi precedentemente,
il passato di Yakuza torna prepotentemente a galla, lasciando enormi buchi a chi non conosce tutti i fatti pregressi.
E il nostro consiglio più smodato è quello di recuperare i capitoli precedenti, o almeno quelli disponibili su PS4.
A rimarcare un forte legame con il passato troviamo anche diverse sub story che fanno riferimento ai precedenti giochi, piacevoli “connessioni” per appagare i fan.
Mille e una storia
Le quest secondarie rispecchiano i cambiamenti della sociatà
Le Sub story sono l’altra faccia della medaglia di Yakuza,
quella più rilassata e spesso autoironica. Fra ragazze che viaggiano nel tempo, il rilancio commerciale di una mascotte alquanto discutibile e assistenti vocali simil Siri, Kyriu sarà parecchio indaffarato. Anche le quest secondarie se osservate con un occhio al passato
raffigurano una società che è cambiata nel tempo e che viene influenzata anche dalle nuove tecnologie che ci accompagnano ogni giorno.
Fra le mille attività che potrà svolgere Kyriu, potremo rilassarci andando in uno dei
cybercafé e collegarci ad
una delle videochat erotiche. Qua muniti di webcam e tastiera dovremo chattare con le ragazze cercando di conquistare il loro interesse, e ovviamente farle spogliare. Il tutto attraverso un simpatico minigioco che saprà strapparci diverse risate.
E non solo quello.
In una società sempre più attenta all’aspetto fisico, potremo
dedicarci alla cura del nostro corpo presso la palestra di Kamurocho. Sotto l’attenta supervisione di un personal trainer avremo la possibilità di scegliere gli esercizi e tenere un regime alimentare che ci premierà seguendo minuziosamente i consigli del nostro allenatore.
A Kamurocho non ci si annoia mai
Yakuza 6 offre un piatto ricco fra storie secondarie e minigiochi
Così come gli altri episodi, anche Yakuza 6 offre un piatto decisamente ricco fra storie secondarie e minigiochi,
con oltre 150 attività. Non solo. Qua debutta
Troublr, un social network che invierà notifiche sul nostro cellulare (
utilizzabile fra le altre cose anche per scattarci dei selfie) su alcuni crimini disponibili in zona e, perché no, magari sventarli.
La durata del gioco si assesta sulle 35/40 ore, tempo necessario per completare la storia principale e gran parte delle attività. Come sempre dedicarsi al raggiungimento del 100% porterà via altrettante ore, ma vista la qualità complessiva dell’offerta
tutto risulta godibile e piacevole. Terminata l’avventura sarà possibile accedere ad una modalità libera, già presente negli altri capitoli, che permette, senza vincoli narrativi, di effettuare il clean-up delle varie storie secondarie lasciate in sospeso.
Sempre dal menù principale sarà possibile accedere ai due minigiochi più corposi presenti in questo Yakuza:
Virtua Fighter 5 Final Showdown e
Puyo Puyo. Entrambi disponibili nella loro versione Arcade, potranno essere giocati da 2 giocatori con altrettanti pad.
Street Fighters
Il Clan Creator offfre una variante strategica delle classiche risse
Ma la novità più grossa la troviamo con un minigioco che si propone come avventura alternativa alla principale. Stiamo parlando del
Clan Creator, una modalità che
ci vedrà diventare leader di un manipolo di guerrieri della strada. Il nostro scopo sarà quello di affrontare la
JUSTIS (
no, non ci siamo sbagliati a scrivere), un clan nato con lo scopo di eliminare la malavita dalle strade, ma che a causa della troppa ambizione dei suoi leader è diventata anch’essa un’attività criminale.
Con il Clan Creator potremo ingaggiare nuovi membri sconfiggendoli nell’avventura principale e sfruttarli in battaglia. Qua gli scontri differiscono dalle classiche scorribande,
virando e puntando sull’elemento strategico. Avremo a disposizione 6 leader, ognuno con le proprie abilità speciali, e a seconda del team scelto un esercito composto da lottatori e soldati armati.
Una volta scesi in strada
una barra indicherà la nostra energia a disposizione, che servirà per mandare in campo sia i leader che i combattenti. Ogni personaggio avrà quindi un valore, che verrà scalato dalla barra, e che si riempirà a sua volta man mano passerà il tempo e sconfiggeremo i nemici.
Detta così sembra fin troppo complicato?
In realtà le meccaniche sono immediate, e una volta superate le prime missioni non sarà troppo difficile apprendere le varie dinamiche. Inoltre sono presenti opzioni per potenziare il proprio squadrone e una modalità online, con partite classificate, scontri amichevoli ed eventi a tempo. Insomma una modalità che vi terrà impegnati a lungo e che saprà intrattenervi piacevolmente.
Yakuza (R)Evolution
Se dal lato ludico quindi non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori, come si comporta sul fronte del gameplay?
il gameplay torna alle origini della serie, ma con diverse novità
Anche in questo caso troviamo un certo ritorno alle origini. Abbandonati gli stili di lotta di
Kiwami e dello
Zero, Kiryu potrà affidarsi ad una tecnica che mescola mosse letali basate sulle
Heat Action (
azioni speciali attivabili con Triangolo) e l’
Extreme Heat (
una sorta di modalità berserk). Il tutto verrà gestito con un nuovo sistema di crescita che si sviluppa attraverso l’esperienza guadagnata compiendo varie azioni (
sia in lotta che non), che ci permetterà di sbloccare nuove abilità e mosse.
Il feel del combattimento è lo stesso dei precedenti capitoli anche se, finalmente, si respira un’aria tutta nuova. Adesso non ci sono più fastidiosi caricamenti, né durante i combattimenti né tra le transizioni nelle ambientazioni chiuse. Questo fa si che ci si trovi di fronte ad un’esperienza molto più dinamica e meno frustrante
decisamente più affine al significato di “open world”.
Lo stesso è applicabile ai combattimenti, ora vere e proprie lotte di strada, con più animazioni eseguibili ed elementi interattivi, che diversificano le scazzottate grazie alle possibilità offerte dalle Heat Action. Addirittura si potrà combattere all’interno dei negozi, i quali mostreranno una distruttibilità ambientale notevole.
Cresce pure il numero di personaggi a schermo che si prodigheranno a dire la loro e a farci la pelle. Una piccola rivoluzione quindi che va a rifinire un gameplay diventato fin troppo stantio negli anni, lasciandone intatto però lo spirito.
Resta solamente il “problema” legato al numero di scontri che sarete chiamati ad affrontare nel corso dell’avventura, che come in passato, alla lunga potrebbe stancare e portare alla ripetitività.
Il drago cambia pelle
il nuovo motore sfrutta le potenzialità di PS4
Cambiamenti anche per quanto riguarda il nuovo engine che muove Yakuza 6: il
Dragon Engine. Abbandonato lo sviluppo su old gen, il nuovo motore ha permesso di ricreare una grafica che sfruttasse a pieno le possibilità di Playstation 4.
Si va dagli scorci di Kamurocho e Onimichi che hanno un che di fotorealistico, alla sempre più crescente qualità dei volti e delle animazioni facciali che rendono
le fasi cinematografiche estremamente comunicative e riuscite.
Come detto il nuovo motore permette un’esperienza senza interruzioni di sorta. Non solo l’assenza di caricamenti, ma anche una miglior qualità dei filmati in-game
rendendo pressoché minima la differenza con quelli in CGI dove il dettaglio è ovviamente maggiore. La resa delle ambientazioni ne guadagna in particolari, dagli sbuffi di vapore delle cucine, ai riflessi delle luci al neon, passando per la mole di oggetti utilizzabili in battaglia e completamente distruttibili.
Come sempre bisogna fare un plauso alla qualità attoriale,
che in questa nuova uscita si arricchisce della presenza di un pezzo da 90 come Takeshi Kitano. L’ambientazione nella prefettura di Hiroshima ha imposto l’uso di un dialetto, che ne fa cogliere diverse sfumature rispetto al giapponese parlato da Kiryu e co.
Ottimo anche il lavoro fatto sull’audio ambientale,
capace di immergere il giocatore nei vicoli umidi di Kamurocho. Anche le musiche sono uno dei tanti elementi “perfetti” di Yakuza, dall’ormai storico tema della serie, alle tracce che ci faranno compagnia durante una delle tante battaglie. Come sempre il gioco arriva adattato in inglese, è una buona conoscenza della lingua è più che consigliata.
Commento
Pro e Contro
✓ Il degno finale di una storia epica
✓ Realizzazione tecnica di buon livello
✓ Gameplay finalmente svecchiato
x Alcuni aspetti della storia prevedibili
x Il fattore ripetitività degli scontri resta
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