Recensione WipEout Omega Collection

WipEout Omega Collection è semplicemente il gioco di corse che stavate aspettando, non c’è altro da aggiungere. Ma ovviamente lo faremo lo stesso.

Il brand PlayStation, specie negli ultimi anni, si è contraddistinto per la capacità di riuscire a lanciare nuove Proprietà Intellettuali con disinvoltura. Ma non per questo bisogna dimenticarsi dei grandi classici che hanno accompagnato le macchine da gioco della casa, e dopo 8 capitoli su 5 console WipEout è una serie da inserire a pieno titolo tra queste. Poco importa se c’è stato qualche flirt occasionale con la concorrenza, da Sega Saturn a Nintendo 64: pensi a WipEout e la prima parola che ti viene in mente è inevitabilmente PlayStation, come inevitabile è quel velo di tristezza che pochi attimi dopo offusca quelle sensazioni se si pensa che la fu Psygnosis (poi diventata SCE Studio Liverpool) ci ha lasciato poco dopo WipEout 2048. Lutto che però – fortunatamente – non ha fermato la serie: a cinque anni dall’ultimo capitolo, e questa volta su una macchina come PS4 che ormai ha raggiunto capillarmente buona parte degli appassionati (e non), la casa madre ha ben pensato di confezionare un nuovo biglietto da visita per il franchise, per vedere se e quanto interesse c’è ancora nei suoi confronti. Il risultato? Ce lo dovrete dire voi tra qualche giorno (per la precisione il 7 giugno), ma per il momento noi pad alla mano non possiamo che essere entusiasti.

Shake it, don’t break it
WipEout HD è ancora uno dei capitoli migliori della serie, ma 2048 su PS4 brilla finalmente di luce propria
L’operazione Omega Collection si può riassumere esattamente così, citando uno dei brani che si alternano nelle casse del televisore (o nell’headset – e visto il livello medio delle produzioni, il consiglio è di giocare questo vecchio/nuovo WipEout proprio così) durante le corse a velocità smodata che caratterizzano l’esperienza. Scuoti, non rompere: ovvero, riproponi l’esperienza di WipEout HD (e dell’espansione Fury) e del già citato 2048 aggiornandola, “scuotendola” fino a portarla nel 2017, ma senza andare a snaturarla, cioè non “rompendola”. Ed il risultato finale non può che essere convincente, vista la qualità del materiale di partenza. WipEout HD è ancora oggi ricordato come uno dei capitoli migliori della serie, capace di offrire all’epoca su PS3 un prodotto graficamente al top, solido anche quando la velocità raggiungeva la devastante classe Phantom – e assolutamente in grado di rendere a schermo il senso di velocità che ci si aspettava in pista – e dall’ottimo rapporto prezzo/contenuti. Ma è soprattutto WipEout 2048 ad impreziosire il pacchetto, visto che può finalmente scrollarsi di dosso (eccolo che torna) tutti i limiti ed i compromessi cui il titolo aveva dovuto piegarsi per arrivare su PlayStation Vita e diventare, da “semplice” buon esponente della serie da giocare in mobilità, uno dei punti più alti in assoluto del franchise. Sulla sfortunata portatile di Sony WipEout 2048 si accontentava dei trenta fotogrammi al secondo e doveva scontrarsi con dei tempi di caricamento non entusiasmanti. Tutti limiti che andavano a limitare l’appeal di un prodotto che, dal punto di vista del track design, poteva vantare diversi tracciati dannatamente riusciti ed un colpo d’occhio invidiabile, nonostante la risoluzione inferiore ed uno schermo diverse unità di grandezza sotto la dimensione media del televisore che avete in salotto.

La Omega Collection cancella tutto questo: WipEout 2048 adesso gira a 60FPS, arriva in pista in pochi secondi ed è visivamente bellissimo. Prendete e corretene tutti.

Anzi, a volerla dire tutta dopo aver giocato questa incarnazione di WipEout 2048 è quasi traumatico tornare a giocare i contenuti ripresi da HD e Fury. Dal punto di vista dell’interfaccia infatti si è mantenuto in tutti e tre i casi il look originale. Il risultato? 2048 è estremamente minimal ed elegante (dopotutto, l’originale si affacciava sul mondo da una finestra di cinque pollici), dà al giocatore tutte le informazioni di cui ha bisogno – pur tacendone altre, come ad esempio la posizione del giocatore immediatamente dietro, che in taluni casi sarebbe utile poter conoscere – e complessivamente è molto leggibile e moderno. HD e Fury invece, da questo punto di vista, sembrano indietro di una decade: non è del tutto colpa loro, l’Esperienza Utente dal 2008 ad oggi è cambiata e con lei sono cambiate le regole del gioco (e anche le mode, a dirla tutta, visto che adesso spopolano gli approcci minimalisti e flat), ma pad alla mano l’HUD in questi casi è sì più ricco, ma anche più dispersivo e meno chiaro, soprattutto finché non si prende familiarità con le icone e gli indicatori. Non è un difetto terribile (tanto più che comunque giocando si possono sbloccare gli HUD ripresi da due vecchi capitoli, WipEout 2097 e Wip3out), ma da questo punto di vista ci sarebbe piaciuto aver a disposizione la possibilità di scegliere il look dell’interfaccia liberamente, senza dipendere dai contenuti che poi si decide di giocare.

Il vero re delle corse
Arcade, ma non per questo casual o semplice: anzi
Ma a prescindere da quelli che possono essere i miglioramenti che la Omega Collection porta in dote, a questo punto un neofita potrebbe ragionevolmente chiedersi il motivo dietro nostro questo malcelato (anzi, mai celato, fino a questo momento) entusiasmo. Presto detto: WipEout Omega Collection va a riportare in auge un intero mondo, un modo di intendere i racing game sfacciatamente arcade e colmo di armi, turbo e potenziamenti da raccogliere su pista ma non per questo incapace di far pesare l’abilità del pilota. Anzi, più è alta la classe di velocità cui si sta giocando (da Venom a Phantom in WipEout HD – escludendo le velocità raggiungibili solo in modalità Zona – e da C ad A+ in 2048) più la sfida si fa impegnativa, andando a richiedere al giocatore una maggior padronanza del mezzo e complessivamente più attenzione. L’idea di base è quella di correre su piste che, grazie al loro design ispirato ed indovinatissimo, richiedono a chi sta guidando di compiere sterzate brusche e virate improvvise, cercando di non schiantarsi ma al contempo senza frenare di botto e perdere velocità (gli avversari in quel caso non staranno certo a guardare). Come fare? Semplice, spostando il tasto per l’accelerazione sulla pulsantiera frontale e dedicando i due grilletti sul controller – che in un racing tradizionale (quantomeno in quelli successivi al 2000) solitamente controllano accelerazione e freno –  ai due aerofreni del mezzo, uno per lato. Frenando solo da una parte si riesce ad imprimere all’ibrido veicolo/velivolo che si sta guidando una virata più decisa, concretizzando le manovre estreme di cui WipEout ed in generale tutto il filone dei racing futuristici hanno bisogno per vivere un quarto di miglio alla volta. Ma che fare se ci si ritrova un ostacolo, magari una bomba o una serie di mine lasciate da qualche altro pilota, sulla traiettoria all’improvviso? Azionando due volte in rapida successione un aerofreno il mezzo “slitta” nella direzione desiderata, manovra particolarmente utile oltre che in questi casi quando bisogna imboccare uno shortcut un po’ troppo ardito.

WipEout Omega Collection

 

Ma non basta, perché è necessario gestire con oculatezza anche l’energia a disposizione della navicella: ogni volta che si sbatte o si viene colpiti infatti questa scende, e può essere ricaricata solo raccogliendo uno di quei perk di cui parlavamo poco più sopra e decidendo di “sacrificarlo” per rigenerare parte di quanto perso, invece di utilizzare il turbo o l’arma raccolte per scalare posizioni. L’energia diventa un fattore determinante soprattutto perché è possibile utilizzarne una parte per ottenere un bonus temporaneo alla velocità: ogni volta che il mezzo è in aria infatti ci si può cimentare in un barrel roll che, se riesce prima di toccare terra, all’atterraggio fa schizzare l’indicatore della velocità alle stelle. Se l’energia finisce, nemmeno a dirlo, è Game Over (in quasi tutte le modalità di gioco perlomeno): la gara è persa ed è necessario ricominciare l’evento. Ma come detto non sono solo le gare classiche a far capolino durante la campagna o in multigiocatore, vista la possibilità di cimentarsi in vere e proprie battaglie dove lo scopo è fare il più male possibile agli altri o nelle già sfiorate Zone, sfide a velocità crescente dove l’imperativo invece è sopravvivere più a lungo senza andare a schiantarsi contro gli argini della pista. Insomma, i contenuti non mancano né per quanto riguarda le cose da fare, né per il come e il dove farle, visto che complessivamente la raccolta include 26 circuiti – tutti, o quasi, dal design al cardiopalma – e 46 navette diverse, che spaziano da quelle orientate alla velocità ai “tank” più lenti ma capaci di incassare più danni.

Invaders must die
La componente online, per forza di cose, andrà valutata dopo il lancio
Tutto il pacchetto ludico è giocabile, oltre che in singolo, anche in multigiocatore sia online che in locale. La prova in salotto funziona, come era lecito aspettarsi, alla grande: apprezzatissima la possibilità di scegliere in che “senso” andare a dividere lo schermo (se in orizzontale o in verticale), come pure la possibilità di personalizzare i controlli senza nessun vincolo di sorta per entrambi i giocatori. Ma è soprattutto la performance in questi casi che ci interessava, e non possiamo che confermare che la Omega Collection elargisce le sue meraviglie anche se si gioca con un amico seduto accanto sul divano, senza incertezze dal punto di vista della fluidità e problemi di sorta. Diverso invece il discorso per quanto riguarda l’online: non tanto per i risultati che abbiamo ottenuto, quanto perché non possiamo onestamente dire quanto siano attendibili. Abbiamo potuto provare l’esperienza, logicamente, prima del rilascio ufficiale, in una condizione in cui quindi il carico sui server di gioco è sensibilmente diverso rispetto alla situazione che, auspichiamo, il giocatore incontrerà al day one. Quello che possiamo dire per il momento quindi si limita in pratica all’interfaccia dedicata alla ricerca e alla creazione delle partite, che ci è sembrata funzionale e ben realizzata. I risultati possono essere filtrati per zona (Europa, Stati Uniti, Giappone e così via) e a seconda delle regole e del “tipo” di WipEout che si vuol giocare, oltre che in base alla classe di velocità. Di default comunque ogni filtro è azzerato e la griglia mostra tutte le partite disponibili nella zona di appartenenza del giocatore, rendendo il tutto plug and play: sta poi al giocatore decidere se e come restringere le potenziali partite.

Chiudiamo, al solito, spendendo qualche parola sull’accompagnamento acustico presente in-game. Da questo punto di vista, per i più pigri che non hanno fatto click sul link alla colonna sonora su Spotify che abbiamo messo più su, ci limitiamo a sparare qualche nome: The Prodigy, Chemical Brothers e Noisia sono solo alcuni degli artisti che hanno portato il loro contributo alla causa, ed il risultato finale non può che essere uno:

Dominano i synth della techno, ma non manca qualche traccia dalle sonorità più umane come quelle che si potevano incontrare nel WipEout 2048 originale.

Senza dilungarci oltre, non possiamo che limitarci a certificare l’ottimo lavoro fatto anche da questo punto di vista, in linea con la tradizione della serie ma oltre il semplice “compitino” che qualche operazione di questo tipo ci ha proposto negli scorsi anni.

Verdetto
9 / 10
Si accelera con X, ma c'è un motivo
Commento
Questo è quanto, a proposito di WipEout Omega Collection. Semplicemente, è il racing game che mancava e che finalmente arriva anche su PlayStation 4, riproponendo in pompa magna il capitolo PS3 (e la relativa espansione Fury) e sopratutto portando nel 2017 WipEout 2048, che fuori dai cinque pollici di PlayStation Vita può finalmente brillare e proporsi come il capitolo solido e riuscitissimo che c'era sotto i suoi "peccati di piattaforma". Adesso, come dicevamo, il pallino del gioco è nelle mani dei giocatori: saranno loro a dire alla casa madre se c'è ancora interesse per la serie (e per il genere) e se è il caso di cimentarsi nella produzione di un vero e proprio nuovo capitolo. I presupposti per non rimanere scottati, come abbiam visto, ci sono tutti.
Pro e Contro
Ritorno graditissimo
Gameplay adrenalinico
2048 in forma come non mai
Colonna sonora da brividi

x Sfida non per tutti, al solito
x Online da verificare appieno dopo l'uscita

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