Recensione Victor Vran

Benvenuti a Zagoravia, tranquilla terra dalle atmosfere balcaniche, placidamente adagiata sulla bocca dell’inferno.

Dopo le isole caraibiche di Tropico, Haemimont Games ci porta in un universo steampunk a metà tra il Van Helsing cinematografico e il folklore dell’europa dell’est. Gettati in pasto a demoni, mostri e vampiri vari, saremo chiamati a vestire i panni di Victor Vran, cacciatore del sovrannaturale protagonista dell’omonimo action RPG che strizza l’occhio alla serie Diablo.

Tuttavia, a differnza del “fratello maggiore” di casa Blizzard, il titolo attualmente disponibile su Steam inietta nel genere alcune piccole dosi di novità, quanto basta per rendere l’esperienza meno frustrante del semplice sterminio di massa dei nemici in virtù della build migliore per il nostro alter-ego. E tutto questo nonostante i vari intoppi (minori e maggiori) che rischiano di minare alla base un concept che, a primo impatto, sa di già visto.

Riuscirà Victor Vran a sopravvivere, oltre che all’orda di creature mostruose che infestano i suoi scenari, alla nostra critica? Scopritelo con noi.

Oppa Victor Style!

Come già accennato, la trama alla base di Victor Vran non è delle più originali: il nostro alter-ego è un cacciatore di demoni dal passato oscuro (doppiato nientemeno che da un riconoscibilissimo Doug “Geralt di Rivia” Cokle), chiamato a combattere le orde di creature infernali e scoprire i misteri dietro la loro comparsa nella città di Zagoravia. Ben presto le atmosfere cupe cedono il passo alla monotonia dei suoi abitanti più mostruosi: da vampiri usciti direttamente dalla mitologia carpatica, a generici lacchè infernali, passando per una -a quanto pare- sfrenata passione per gli aracnidi da parte degli sviluppatori, l’offerta degli avversari risulta vagamente limitata. A questo va aggiunta la mancanza di un ritmo costante nella cadenza dei boss, con lunghe sezioni tra alcuni, e qualche ora dopo una sequenza di svariati nel giro di poche battute.

Nonostante l’aspetto a prima vista deludente, però, è bene non cadere in inganno: pur soffrendo di un budget decisamente più limitato del cugino di casa Blizzard, Victor Vran riesce a fare molto con molto meno, e punta molto sull’aspetto decostruttivo del genere action-horror, oltre a dotarsi di un buon senso dell’umorismo che non ha paura di non prendersi sul serio.

Questo si traduce, oltre che nelle battute della voce narrante, guida e contatto telepatico degli eventi di Victor, anche in una serie di riferimenti più o meno celati alla cultura contemporanea: Victor Vran passa con nonchalance dal genocidio di massa di non morti ad una citazione agli Acchiappafantasmi, da potenti armi a un fucile caricato a galline esplosive, fino ad incontrare un’orda di scheletri danzanti il cui attacco speciale costringe i malcapitati a esibirsi nella coreografia di Gangnam Style (no, non è una nostra impressione).

Quando l’abito fa il monaco…

Fortunatamente, il buono che c’è dietro il primo impatto con Victor Vran, è ancora tutto da scoprire, ed è racchiuso nell’interessante esperimento del sistema d’inventario. Impersonando un solo protagonista, non avremo l’imbarazzo delle classi da scegliere come in Diablo, né tuttavia una serie di abilità da selezionare lungo un albero a progressione come negli rpg più classici. Paradossalmente, Haemimont riesce, con una semplicità disarmante e una spesa tecnica molto limitata, a fare ciò che titoli a budget molto più elevato spesso promettono senza mantenere: offrire una vera possibilità di personalizzazione, e di gestione del nostro stile di gioco a seconda della situazione.

Di base, Victor ha la possibilità di equipaggiare due armi, ognuna delle quali dotata di due attacchi speciali. Si va dagli stocchi, utili per concentrare i danni su un solo nemico, agli spadoni in grado di tenera a bada un’orda senza sacrificare potenza, passando per le falci con attacco ad area rapido, o alle armi da fuoco in grado di tenere i nemici a distanza, e molto altro ancora. In aggiunta, potremo collezionare Carte del Destino, in grado di fornirci bonus passivi, gemme che abilitano i potenti attacchi Overdrive, vestiti in grado di modificare statistiche e modalità di carica degli Overdrive, oltre a tinture che aggiungono quel pizzico di personalizzazione estetica che non guasta mai in nessun caso.

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La mole di bottino lasciato sul campo dai nemici o recuperato da forzieri e contenitori vari è quindi un’arma a doppio taglio: da una parte incrementa la longevità, cosa che gli amanti dei roguelike apprezzeranno senz’altro, dall’altro mette la ricerca di nuovi equipaggiamenti più potenti e adatti direttamente al centro delle proprie meccaniche. Mentre in serie come Diablo o The incredible Adventures of Van Helsing il “looting” è semplicemente un aspetto secondario, fatto ad uso e consumo della build specifica del personaggio, in Victor Vran diventa nucleo pulsante del gioco, dando un’ulteriore spinta a superare la ripetitività che spesso accompagna prodotti del genere.

Super Victor Bros.

Oltre al suo sistema d’inventario e potenziamento, Victor Vran inserisce un’ulteriore novità per gli aRPG: il nostro alter-ego non è inchiodato a terra, ma avrà la possibilità di saltare e schivare su più livelli, dando al gioco un retrogusto platform. Scalando i piani di una torre, potremo, ad esempio, raggiungere un’area segreta dove recuperare prezioso bottino, oppure scendere dall’alto di un soppalco per ingaggiare battaglia con gli avversari. Avremo persino modo di effettuare dei salti a parete, una piccola ma piacevole aggiunta che spezza la monotonia del gameplay tra un’orda e l’altra di demoni.

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Orde che potremo affrontare anche in un’apposita arena, esterna ai livelli principali, per mettersi alla prova con le varie configurazioni di equipaggiamento. Allo stesso scopo possono essere utilizzate anche le “sfide” (o “maledizioni”) inserite nei vari livelli, prove aggiuntive attivabili in ogni singola area, in grado di incrementare esponenzialmente la difficoltà, ma che ricompensano spesso con oggetti rari.

Victor Vran è inoltre affrontabile in modalità cooperativa sino a quattro giocatori, cosa che da una parte rende il titolo perfettamente adatto ad una veloce partita online tra amici. L’altra faccia della medaglia, però, comporta un assalto visivo di effetti grafici, comuni sia agli attacchi dei pg che dei mostri, che talvolta rende impossibile distinguere chi abbia lanciato quale attacco e dove, salvo subire sonori danni. A questo proposito si può notare di tanto in tanto un lag anche nelle partite in single player: laddove la massa di effetti grafici sia particolarmente elevata può capitare (fortunatamente non molto spesso, ma anche su hardware di tutto rispetto) di vedere l’azione guizzare a scatti per qualche secondo, prima di assestarsi su un framerate più stabile.

Verdetto
7 / 10
Van Helsing me spiccia casa!
Commento
Victor Vran non è un titolo eccelso. Non è la svolta epocale che le sue meccaniche (seepur innovative) potrebbero far pensare, né tantomeno uno stacco così grande dagli standard di gioco degli action RPG. Preso questo come punto fermo, possiamo tuttavia perdere svariate ore tra i livelli e le atmosfere a metà tra il vittoriano e il folklore dell'est europa, sperimentando con un sistema di gioco decisamente più permissivo e personalizzabile di tanti altri. Victor è letteralmente modellabile secondo l'estro del momento, e cambiare anche solo un'arma o un vestito (su cui non mancheranno le battute della voce telepatica), può davvero cambiare l'esito di uno scontro da impossibile a banale e viceversa, o darci modo di variare radicalmente le nostre tattiche. I cambi possono essere effettuati in poche mosse, grazie anche ad un sistema di controllo che farà la gioia dei possessori di un controller usb. Purtroppo lo stesso non può essere detto dei sistemi più familiari ai giocatori pc "duri e puri", visto che la curiosa scelta di assegnare la telecamera alle frecce direzionali sulla tastiera, o problemi di tempismo associate ai salti sfruttando il solo controllo del mouse, danneggiano non poco entrambi gli schemi. Tirando le somme tra difetti, mancanze e innegabili pregi, tuttavia, le quindici ore circa necessarie per spulciare a fondo Victor Vran sono decisamente tempo ben speso per gli amanti del genere, mentre per coloro che possono storcere il naso di fronte a titoli come Diablo, in favore di RPG più "puri", riserva diverse sorprese che meritano almeno un'occhiata.
Pro e Contro
Stili di gioco ampiamente personalizzabili
Reali cambiamenti in base all'equipaggiamento
Meno frustrante e ripetitivo di altri titoli del genere
Buona dose di citazioni e autoironia

x Trama trita e banale
x Scarsa varietà di nemici
x Alcuni cali di frame

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