Recensione Uncharted 2

Uncharted 2: Il Covo dei Ladri (in inglese Uncharted 2: Among Thieves) è un videogioco sviluppato dalla Naughty Dog e pubblicato da Sony Computer Entertainment esclusivamente per PlayStation 3 ed è il sequel di Uncharted: Drake’s Fortune, uscito nel 2007. Il gioco è stato annunciato ufficialmente nel Dicembre 2008 da Game Informer ed è stato rilasciato il 13 Ottobre 2009 in Nord America e il 16 Ottobre 2009 in Europa

E’ facile aspettarsi grandi cose dopo che per mesi e mesi siamo stati deliziati da trailer, prove dirette e da tante informazioni sul gioco, difficile d’altro canto sopravvivere alle stesse alte aspettative, col rischio che poi la sostanza non sia tanto eccezionale come fatto credere. Fortunatamente non è questo il caso di Uncharted 2: Il Covo dei Ladri. Vi aspettavate un gran titolo, straordinario dal punto di vista tecnico ma anche godibile e divertente? Bene, Naughty Dog, lo sviluppatore del gioco, ha confezionato proprio questo tipo di prodotto, ed è il momento di buttare su carta (o su web in questo caso) tutti gli elementi che rendono questa nuova avventura di Nathan Drake un evento memorabile per tutti i possessori di PlayStation 3. Pur facendo parte di una trilogia, Uncharted 2 propone una storia che inizia e finisce in maniera autoconclusiva, ovviamente con richiami e apparizioni di personaggi già visti nel primo capitolo. Abbiamo il vecchio Sullivan, Elena e tale Chloe, che sarà protagonista a più riprese di un menage a trois (in senso lato eh, sporcaccioni) piuttosto interessante e divertente con Nathan Drake.

La storia, almeno inizialmente, ruota attorno alla flotta di Marco Polo dispersa durante i suoi viaggi, per poi allargarne il contesto. Ci fermiamo qui, ma già a partire dalle prime fasi si nota come in soli due anni Naughty Dog sia riuscita a migliorare di tanto la narrazione, nella sostanza e nel come viene proposta al giocatore, molto più integrata nel contesto e credibile, seppur di fantasia, fino al suo esaurimento. I novanta minuti di sequenze di intermezzo sono ben distribuiti e conditi da azione, humour e un’ottima regia, a tratti spettacolare. Il bello è che anche il gameplay vive di questa implementazione azzeccata, fatta di inquadrature mozzafiato, brevi momenti “precalcolati” che hanno lo scopo di mantenere il ritmo sempre elevato e lo sviluppo avvincente e coinvolgente.

Partiamo proprio dal comparto tecnico, che in Uncharted 2 è davvero straordinario. Aldilà dell’aspetto puro della programmazione, è l’insieme che lascia a bocca aperta, coadiuvato da un comparto artistico eccellente e da una commistione di elementi generali davvero perfetta, compresa la colonna sonora che accompagna in maniera dinamica l’azione e il doppiaggio, completamente in Italiano.

La qualità delle texture è per la maggior parte altissima (anche se compare qua è la qualche inevitabile calo), ma sono soprattutto la varietà e quantità ad essere incredibili, l’uso dei colori e il già citato lato artistico. Il dettaglio poligonale rende tutto l’ambiente di gioco solido e roccioso, l’uso delle fonti di luce e dei riflessi porta ancora più in alto la barra del godimento, relegando le parti peggiori, seppur valide, alle scene al chiuso dove i programmatori si sono potuti sbizzarrire di meno con luci ed effetti.

La telecamera fa ottimamente il proprio lavoro, le animazioni sono sempre convincenti e la presenza di diverse scene altamente spettacolari contribuisce a mantenere sempre un impatto eccezionale, tenendo conto che il motore grafico è per il 99% delle volte ancorato ai 30 frame al secondo, nonostante ci sia tale ben di Dio su schermo. Che dire poi delle ambientazioni? Si passa da Istanbul al Borneo, passando per Tibet e Himalaya, tra neve e pioggia, notte e giorno, acqua e bufera, treni in corsa o inseguiti da elicotteri, in Uncharted 2 c’è anche una varietà in tal senso chiaramente superiore alla media. Se in Killzone 2, ad esempio, erano chiari alcuni sotterfugi adottati dagli sviluppatori per regalare un impatto grafico eccezionale, il titolo dei Naughty Dog lo fa senza alcun compromesso apparente se non quello dell’interattività generale medio-bassa; l’insieme è bello, vario, a tratti devastante, tanto da farci affermare senza troppe remore che attualmente non c’è niente di meglio su console in tal senso.

Se Uncharted 2 fosse però solamente una bellissima donna priva di anima, non meriterebbe il voto che potete scorgere accanto al commento. Il gameplay pone le stesse radici del precedente capitolo, ma ne rifinisce alcuni aspetti come nei combattimenti corpo a corpo, nel lancio delle granate e soprattutto nella fase platform, dove adesso sono ancora più fluidi e naturali i movimenti che è possibile fare con Nathan Drake. Grazie anche all’esperienza maturata col primo capitolo, Uncharted 2 ha un sistema di controllo praticamente perfetto ed una telecamera che fa egregiamente il suo dovere. A questo è possibile aggiungere l’ottimo design dei livelli e la completa assenza di backtracking (ovvero della “pratica” di ripercorrere le stesse sezioni di un livello più di una volta), che fanno godere di nuove situazioni e ambientazioni fino al completamento del gioco. Con la X si salta, col quadrato si eseguono le mosse corpo a corpo, con il cerchio si rotola o spingono oggetti, con il triangolo si attivano porte e ingranaggi, con i dorsali superiori L1 e R1 si mira e spara, con R2 si ricarica l’arma e con L2 si lanciano le granate. La gestione della telecamera è demandata al tasto analogico destro, mentre con la croce digitale si scelgono le due armi che Drake è in grado di portare in contemporanea, tra quelle ad una e due mani. Uncharted 2 rimane un avventura in terza persona lineare dove la componente action è ancora dominante, ma in questo secondo capitolo il titolo propone al giocatore diversi modi per affrontare le sezioni, che prevedono anche una componente stealth. In realtà la prima parte del gioco, quella ambientata ad Istanbul, prevede in pratica solo questa opzione, per poi successivamente proporre entrambe le soluzioni: si può avere la meglio dei nemici senza fare troppo rumore, oppure dedicarsi in un vero e proprio scontro a fuoco con dozzine di avversari, sfruttando piani elevati, coperture e l’arsenale a propria disposizione. Allo stesso modo alcune parti del gioco vanno affrontate necessariamente eliminando tutti i nemici alla vecchia maniera, ma si avverte come lo sforzo fatto dagli sviluppatori in tal senso sia migliore. Anche perché la parte platform è quanto mai presente nel gioco, dove ci sono momenti in cui bisogna prodigarsi in scalate che hanno come sfondo paesaggi mozzafiato oppure stanzoni giganti che rappresentano anche dei puzzle che vanno portati a termine grazie alle capacità atletiche di Drake e consultando il suo diario.

Proprio i puzzle ci sono sembrati più “ariosi” e interessanti, in questo caso infatti bisogna sfogliare più di una pagina del diario per capirne la risoluzione, e solitamente sono divisi in due-tre passaggi che presuppongono una buona fase platform prima del loro completamento. E ancora, sempre sull’altare di un gameplay vario, spettacolare e integrato nelle varie fasi, in diversi punti dell’avventura ci si trova a sparare ma anche ad utilizzare le doti acrobatiche di Drake, aggrappandosi da una sporgenza all’altra e intanto uccidendo nemici o scappando da quelli più pericolosi, come nel caso delle lunghe sezioni in cui si è alle prese con elicotteri, treni in corsa e altro che evitiamo di scriverne per non rovinare la sorpresa. Tutto ora quello che luccica? Ebbene si, qualche lamentela ci sentiamo però di farla in chiave Intelligenza Artficiale dei nemici, valida per buoni tratti ma praticamente invariata rispetto al primo capitolo. In fase offensiva i nostri antagonisti sono molto ostici perché attaccano da vari lati, lanciano bombe per far saltare la nostra copertura, si muovono in gruppo su entrambi i fronti. In quella difensiva, però, non badano molto a coprirsi e spesso sono facile preda se si è dei buoni tiratori. Nelle fasi stealth poi, il loro campo visivo è spesso troppo piccolo, e quindi talvolta si incappa in uccisioni che di stealth hanno ben poco di credibile. Alla luce di questi fattori, e se magari si è giocato il primo capitolo, consigliamo di affrontare Uncharted 2 ad un livello di difficoltà superiore sin da subito, dove questi piccoli difetti sono mitigati ma dove di contro il numero di nemici è maggiore, secondo il classico schema, un po’ antiquato a dire il vero ma di difficile risoluzione, dell’apparizione degli stessi in sequenza secondo un numero prefissato e dal nulla. Siamo rimasti molto soddisfatti invece dai comprimari di Nathan Drake. Per gran parte del tempo infatti il protagonista principale si trova in compagnia di un altro personaggio, che ci copre, attacca e va per la sua strada, con dialoghi, spesso conditi da humor, che fanno sembrare l’interazione più viva e meno fittizia. Provate ad esempio a buttarvi in piscina quando siete in compagnia di Chloe, e sappiateci dire.

Completamente assente nel primo capitolo, il multiplayer di Uncharted 2: Il Covo dei Ladri è una piacevole sorpresa all’interno del contesto del gioco. Dopo diverse settimane passate sulla beta a numero chiuso e poi sulla versione finale, possiamo affermare che il gameplay del titolo, in multigiocatore, funziona decisamente bene. Lo svolgimento prende le caratteristiche salienti del single player, quali copertura, elementi platform e sparatorie in ogni dove, e le pone in un contesto dinamico e non troppo frenetico, dove il lavoro di squadra spesso è vitale e la varietà di situazioni e opzioni da come risultato ampio divertimento e inaspettata longevità a questa componente. Il titolo da prendere come punto di partenza, tanto per capire il ritmo, è Gears of War 2, Uncharted 2 però ha una propria personalità, anche per come presenta alcune modalità classiche per il genere. La parte platform permette di rendere l’azione più varia, con fossati, la possibilità di raggiungere punti elevati o magari di scappare in maniera non convenzionale, oltre che aggirare l’avversario con più opzioni a disposizione. Il tutto è supportato da un sistema di livelli (60) che permette di incrementare le caratteristiche del personaggio, dotandolo di due potenziamenti a scelta tra quelli che man mano si acquistano/sbloccano salendo di grado, come un maggior numero di munizioni, minor tempo di ricarica e così via. Le mappe a disposizione sono 7 e presentano estratti di ambientazioni del single player, il numero massimo di giocatori è pari a 10, numero scelto da Naughty Dog per regalare il giusto bilanciamento, ma probabilmente anche per motivi tecnici. Per quanto riguarda la parte competitiva abbiamo Deathmatch singolo e a squadre, con la possibilità di operare su parametri quali fuoco amico, durata e punteggio da raggiungere, poi abbiamo Re della Collina, Guerra di Campo (il Capture and Hold, con qualche variante tipo l’arrivo di elicotteri che sparano in maniera indistinta su tutti), Reazione a Catena, dove bisogna conquistare alcune zone in sequenza, e Saccheggio. Quest’ultimo, nel quale bisogna rubare il tesoro e portarlo al proprio punto di partenza, presenta qualche variazione rispetto al classico Capture The Flag. Innanzitutto, cosa invero non inedita e già vista in altri (pochi) titoli, quando si è in possesso del tesoro è possibile utilizzare solamente armi ad una mano e, saltando, il tesoro stesso rotola sul terreno di gioco. In occasione quindi di fossati o altri punti che richiedono di essere scalati, è necessario l’aiuto di un proprio compagno di squadra, da qui un ulteriore elemento strategico. Ma non è finita qui, in Uncharted 2: Il Covo dei Ladri esiste anche una parte cooperativa, purtroppo però non legata alla storia principale, ma sottoforma di 3 differenti missioni per un massimo di 3 persone, in mappe piuttosto estese e sempre prese dalle ambientazioni della campagna principale.

Anche grazie ai due livelli di difficoltà presenti, il livello di sfida è piuttosto alto, avremmo prefererito però un numero maggiore di missioni, che presumibilmente arriveranno sottoforma di download aggiuntivo. A chiudere il conto per la parte cooperativa abbiamo anche Sopravvivenza, dove su quattro mappe differenti bisogna resistere ad ondate di nemici, e Corsa all’Oro, dove bisogna rubare il tesoro in possesso di nemici controllati dall’Intelligenza Artificiale. Dulcis in fundo, bisogna fare menzione per le modalità Cinema e Machinima, nella prima è possibile registrare qualsiasi partita, salvarla e inviarla ad un amico oppure ai server di Naughty Dog per renderla pubblica. In fase di playback è possibile anche applicare filtri ed effetti quali saturazione di colore, nebbia, illuminazione e così via, per creare il proprio filmato. A tal proposito la modalità Machinima permette di sfruttare alcuni strumenti messi a disposizione di Naughty Dog, comprese tutte le animazioni di Drake, per creare un filmato completamente personalizzato. Non mancano chat vocale e inviti diretti per gli amici, le ultime conferme sulla bontà del codice online le avremo però solo dopo l’uscita nei negozi (fissata per il 14 Ottobre), ci sono state infatti alcune lamentele rivolte alla demo pubblica e precisamente alla lentezza del matchmaking: nella versione finale abbiamo riscontrato questo problema in misura decisamente minore, ma bisogna dire anche che il numero di utenti online non era paragonabile, e quindi ci riserviamo di fare un ulteriore test in merito a “regime”.

Verdetto
9.5 / 10
Victor Sullivan è Dio!
Commento
Se possedete una PS3, Uncharted 2 non può mancare sul vostro scaffale. Grazie ai continui colpi di scena riuscirà ad appassionare anche i più scettici, e a far innamorare tutti di Nathan Drake.
Pro e Contro
Ambienti mozzafiato
Personaggi caratterizzati alla perfezione
IA ben calibrata

x Qualche bug di sorta

#LiveTheRebellion