Recensione L’umanità di Ultros

Si dice che l’incal, capolavoro della fantascienza a fumetti, sia stato concepito da un sogno lucido di Alejandro Jodorowsky, per dichiarazione dello stesso.

Finire Ultros è stato proprio come svegliarsi da una psichedelica esperienza onirica. Come se fosse avvenuto tutto in un sogno, un mistico viaggio evolutivo della morale umana. Un gioco estremamente esistenzialista nella sua cornice, che sempre più influenzerà la nostra visione del Sarcophagus, nave spaziale in cui la protagonista si risveglia. Tutto questo lasciando fuori i notevoli pregi tecnici, la meravigliosa estetica, le suggestive musiche e l’appagante gameplay.

Vagare in un labirinto allucinogeno

Coltivare sé stessi

In profondità, sepolto nella vegetazione del Sarcophagus, Ultros è pronto a svegliarsi. Un’entità misteriosa, un demone, la cui nascita e morte si connettono in questo luogo. Ouji sarà attirata a lui, qualunque sia il motivo di questa attrazione, sarà inevitabile. Chiamata ad interrompere il loop in cui l’insolita navicella spaziale è intrappolata.

Il gameplay di Ultros è proprio questo: intrappolati in un loop, da qui l’elemento roguelite, si esplora e si combatte un mondo mediante il tipico approccio di un metroidvania. Meccaniche che unite danzano armoniosamente, quasi subito si è dinnanzi al loop, al reset delle abilità e al dover ripercorrere le vie del Sarcophagus fino all’udienza con Ultros. Strade impervie, abitate da insidiose creature insettoidi a cui strappare pezzi di carne da divorare per acquisire nuovi poteri. Piante da poter coltivare, parte fondamentale del gameplay, che potremo far crescere per utilizzarne i frutti oppure che ci aiuteranno nel traversing.

Enigmatici personaggi ci aiuteranno nella missione di interrompere il loop, tutti consapevoli che sia l’obbiettivo ultimo, l’unica che non avrà mai nessuna certezza sarà proprio la nostra Ouji. Ridestata in un mondo che non conosce, vaga nutrendosi di grottesche creature e impara a coltivare piante sconosciute. Si potenzia attraverso il nutrimento, per combattere gigantesche creature, veri e propri incubi lisergici che la ostacoleranno. Il tutto contornato dalle inquietanti e allo stesso tempo sognanti musiche di Oscar Rydelius. Forse Ouji sta sbagliando tutto, forse deve solo capire come relazionarsi a questo mondo che le appare così avverso.

Disorientamento

In Ultros ci si trova a girovagare, dispersi in un luogo, forse ostile in cui il tempo sembra sospeso. In questo limbo, immobile ma vitale è facile venir fagocitati dagli sfondi quasi psicotropi.

Le ambientazioni di questo gioiello sono realizzate magistralmente, non ti lasciano scampo, la sovrabbondanza di dettagli e la colorazione acidissima rapiscono gli occhi. L’estetica prende, senza mai risultarne una copia, dall’arte psichedelica, tutto sembra un’allucinazione concepita sotto l’effetto di peyote. Personalmente, quando penso a questo movimento artistico mi saltano alla mente, soprattutto nomi di fumettisti, giocando ad Ultros ho avuto l’impressione di vedere disegni partoriti da una dissennata fusione tra Moebius e Jack Kirby. L’immaginario fantascientifico del primo e la folle colorazione del secondo nei primi anni ’70, da qui mi è saltato subito alla mente un terzo artista, che può essere associato stilisticamente ai due mostri sacri sopracitati.

Il Doctor Strange di Tradd Moore è forse quanto di più vicino a Ultros possa pensare. Protagonisti catapultati in un mondo di cui non conoscono le regole, smarriti tra paesaggi surreali e incontri mistici. Niklas Åkerblad, artista svedese che lavorò al celebre Hotline Miami, come art director di Hadoque e Traad Moore sono ai miei occhi paralleli esponenti di un certo tipo di arte, che si colloca tra la psichedelia degli anni ’60 in America e la fantascienza francese nata tra le pagine di Métal Hurlant.

Evoluzione

Le piante nel Sarcophagus crescono rigogliose al reset di ogni loop, e così, parallelamente si sviluppa il modo di pensare di Ouji. Il giocatore riflette e si interroga insieme a lei sul loop precedente, sulle azioni compiute e su come uscire da questa trappola. La narrazione silenziosa di Pelle Cahndlerby mette il giocatore di fronte al dualismo di vita e morte, interrogandolo se tra questi ci sia effettivamente una differenza.

Attraverso questa riflessione Ouji capirà come affrontare il Sarcophagus e come rapportarsi al demone Ultros. Ad ogni loop il gameplay evolverà assieme alla coscienza di Ouji e alla nostra, sublimando in un’esperienza indelebile per qualsiasi giocatore. Si evolve la flora, si evolve lei e, di conseguenza, ci evolviamo noi.

Voto e Prezzo
9 / 10
25€ /25€
Commento
Un gioco imperdibile per tutti gli amanti dei metroidvania, con la piccola variabile roguelite dona freschezza al genere senza stravolgerlo. Arricchito anche da tutte le meccaniche relative al giardinaggio risplende di bellezza. In aggiunta troviamo l'estetica, le musiche e dal significato ultimo del viaggio che al livello al quale sono realizzate si cristallizzano in una vera e propria gemma preziosa.
Pro e Contro
Esplorazione soddisfacente
Combat system vario ed appagante
Estetica imperdibile

x Dispersivo per i meno avvezzi

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