Recensione The Wizards (PS VR) – La magia tra le mani

Siete cresciuti con il sogno di diventare maghi a causa di quello sfregiato di Harry Potter? Mi dispiace, ma in questa realtà la magia non esiste, purtroppo.

Se volete provare l’ebrezza di diventare dei maghi virtuali buttatevi a capofitto su The Wizards! Il nuovo titolo dei Carbon Studio in uscita il 12 marzo per PS4 porterà la magia nelle vostre mani (e nei vostri visori VR!). Su dai, riprendete i vostri PS VR polverosi e quei Move ormai inutilizzati da tempo immemore!

Give me the deep lore please!!
Nel gioco vestiremo i panni di uno stregone che, indovinate un po’? Esatto, dovrà usare la magia per salvare il mondo da orchi, bestiacce orribili, e stregoni cattivi! Sarò sincero e diretto, la trama non mi è sembrata null’altro che un pretesto per legare tra loro le varie missioni e dare un minimo di senso logico al tutto. Mi dispiace ragazzuoli di Carbon Studio, ma se dovessi valutare solo la trama vi direi che ci sono ancora passi avanti da fareOvviamente non mi aspettavo una trama complessa e profonda da un titolo vr, però qualcosina in più sarebbe stata apprezzata. Fortunatamente per voi però non siamo qui per parlare solo di questo, andiamo avanti!

Palle di fuoco come se non ci fosse un domani

Il Gameplay, dalla durata di circa 5 o 6 ore (durata secondo me ottima per un titolo VR), si dipana in 3 diverse zone per un totale di 11 livelli. Il suo fulcro è ovviamente la magia e il combat system che da essa scaturisce! Nonostante le magie siano “pochine” (solo 6 tra cui due molto simili tra loro), sono molto divertenti da usare grazie alle gesture intuitive e semplici da usare per castarle.

 

Il tasto dolente del combat system è che, tranne rarissimi casi, non sprona il giocatore ad utilizzare le varie magie a seconda della situazione. Se siete giocatori un pochino più hardcore non posso non consigliarvi di aumentare sin da subito la salute dei nemici altrimenti vi ritroverete a spammare palle di fuoco e shottare tutti.  Dopo solo pochi livelli infatti capirete che spammare le palle di fuoco mentre vi proteggete con lo scudo è quasi sempre la scelta migliore. Al giocatore viene data anche la possibilità di potenziare le proprie abilità da stregone, ogni magia infatti si può potenziare per due volte e ciò garantisce nuovi effetti all’incantesimo.

A cosa serve la strategia se puoi sparare palle di fuoco a raffica in faccia agli avversari?

 

Tralasciando l’assenza di strategia nei combattimenti, ho particolarmente apprezzato alcune sezioni in cui oltre ai nemici erano presenti anche trappole ambientali. Queste infatti sono riuscite a dare un tocco di profondità in più agli scontri in quanto rendono necessario muoversi durante il combattimento. Il sistema di movimento permette di muoversi sia con teleport sia tramite camminata tradizionale usando il giroscopio del move sinistro come “stick“. Inutile dirvi che muoversi tramite teleport durante uno scontro è l’azione difensiva più broken del gioco visto che vi permette di schivare all’istante quasi ogni colpo.

 

Probabilmente la cosa che più mi è piaciuta del titolo è il sistema di gestione della difficoltà. Quest’ultima viene gestita tramite delle carte che possiamo trovare in degli scrigni durante i livelli. Ogni carta ha delle caratteristiche precise che vanno ad abbassare o ad aumentare la difficoltà modificando vari parametri relativi sia al giocatore che ai nemici. Il fatto interessante è che prima di selezionare lo stage si possono combinare tra loro due di queste carte e creare mix di effetti per trovare la difficoltà adatta a noi.

 

 

Level design e piccoli (e pochi) rompicapi da mago

Il level design del gioco è relativamente lineare ma abbastanza piacevole da esplorare. L’esplorazione inoltre è incentivata dalla presenza delle gemme magiche per potenziare le magie e dei tesori per trovare le carte in ogni livello. In realtà la cosa che più mi ha spinto ad esplorare è stata l’ambientazione, ma di quello parleremo tra poco. Saranno purtroppo pochi i luoghi un po’ più grandi in cui ho quasi perso l’orientamento, magari avere qualche arena enorme in meno e qualche zona più labirintica avrebbe giovato molto.

 

 

Ciò che non riesco a spiegarmi è l’assenza quasi totale di enigmi ambientali da risolvere con la magia, credetemi, si possono contare sulle dita di una mano. Chiariamoci, i pochi presenti sono estremamente semplici ed intuitivi, però ogni tanto era divertente usare la magia per cose diverse dal combattere o abbattere muri. Insomma, il level design è quello classico già visto in altri spell-casting games e titoli per vr in generale. Questa non è necessariamente una pecca, bisogna sempre ricordare che sviluppare per vr richiede ovviamente molte più risorse rispetto ad un videogioco normale. Magari però variare un minimo di più il gameplay o bilanciare meglio le sequenze di combattimento e di puzzle solving avrebbe migliorato a sopportare meglio sessioni di gioco più lunghe.

Sembra figo eh questo enigma? Peccato non sia un enigma ma ciò che vi permette di cambiare il colore dei guanti.

Esperienza VR e ambientazione

Raramente ho accusato problemi di motion sickness usando il PS VR, ma questo titolo mi ha davvero messo a dura prova. Certo, sarà stata anche colpa mia che giocavo in piedi senza usare i teleport e muovendomi normalmente, ma alla fine è stato tutto abbastanza sopportabile. Il fatto è che muovermi tramite teleport mi sembrava riduttivo in un mondo decisamente bello da vedere nonostante le limitazioni date dalla tecnologia vr. La grafica del titolo infatti si attesta su livelli abbastanza alti per un gioco di questa tipologia, nonostante qualche texture a bassa risoluzione sin troppo evidente.

L’anello debole della catena in questo caso sono i nemici. Essi infatti non solo hanno spesso e volentieri texture a bassissima risoluzione, ma hanno anche delle animazioni decisamente cringe. La direzione artistica e la scelta della palette cromatica riescono però a rendere il tutto più appetibile all’occhio del giocatore. Nonostante gli scorci da osservare siano pochi, le architetture e le 3 differenti ambientazioni proposte riescono a dare abbastanza varietà al titolo sotto questo punto di vista. Intendiamoci, in ognuno dei tre livelli le ambientazioni e gli asset si ripetono eh, però le 3 zone danno comunque un minimo di varietà anche a livello visivo.

 

 

 

Per concludere, vi consiglio l’acquisto di questo titolo?

 

Dipende. Se avete già provato altri spell-casting games per altri vr (visto che per PS VR ce ne sono abbastanza pochi), non troverete nulla di nuovo qui. In questo caso pensate più con il portafoglio che con la testa! Se invece non avete mai provato un titolo di questo tipo e vi attira l’idea di impersonificare un mago virtuale andate pure tranquilli e acquistatelo. Sono sicuro che in ogni caso riuscirà a regalarvi qualche ora di intrattenimento!

Verdetto
7 / 10
Peccato manchino Crucio e Avada Kedavra!
Commento
The Wizards è un titolo molto divertente da giocare ma che potrebbe annoiarvi (o farvi vomitare causa motion sickness) in caso di lunghe sessioni di gioco. Estremamente consigliato se vi piace l'idea di diventare uno stregone anche se solo in un mondo virtuale. Se non è questo il vostro caso vi consiglio di provarlo (se possibile) o di vedere qualche gameplay prima dell'acquisto giusto per essere sicuri di non spendere soldi a vuoto! Ad ogni modo, se cercate qualche esperienza VR divertente e non troppo impegnativa in fin dei conti potrebbe essere il prodotto adatto a voi!
Pro e Contro
Alcune ambientazioni evocative
Gestione della difficoltà originale ed intuitiva
Sezioni "puzzle" abbastanza divertenti...

x ....ma che si possono contare sulle dita di una mano
x Trama poco interessante

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