Recensione The Surge

Il Dark Souls fantascientifico… Più o meno

 

Che piaccia o meno ai suoi detrattori più accaniti, la serie di Dark Souls ha dalla sua un buon numero di vanti: l’aver avvicinato a sé una community di appassionati; l’aver saputo creare una mitologia e un intero universo narrativo intorno alla sua lore; l’aver insegnato che il mezzo videoludico ha tanti modi per raccontare una storia e che non deve necessariamente “imboccarla” al giocatore. Tra i numerosi traguardi raggiunti dalla serie di From Software, però, ce n’è uno ben più importante per il medium videoludico, un traguardo che ancora oggi pone sul campo questioni terminologiche e di denominazione, per quello che potrebbe essere un “nuovo modo di fare alcuni action-RPG”: l’aver posto le basi stilistiche per un nuovo sottogenere.

Soulslike non è un termine amato da tutti, ma è ormai così noto nelle comunità videoludiche che ce lo faremo bastare anche in questa sede. Perché? Perché The Surge è indubbiamente un soulslike, nudo e crudo, così come il suo predecessore spirituale – Lords Of The Fallen – aveva già fatto intuire l’avvento di un nuovo modo di concepire alcune tipologie di action-RPG. Pubblicato da Focus Home Interactive su PlayStation 4, Xbox One e PC e sviluppato da Deck13 – gli stessi del già citato “Clunky Souls” –, The Surge è stato presentato da molte testate come una specie di “Dark Souls fantascientifico“, con un’ambientazione post-apocalittica e tanti, tanti robot impazziti a sbarrarci la strada. Ed effettivamente gli elementi science fiction non mancano, in questa nuova produzione di Deck13, così come non manca l’incredibile difficoltà che è ormai un marchio di fabbrica di Souls e derivati. Il problema è che, purtroppo, The Surge si concede anche un bel po’ di sbavature; alcune decisamente di troppo.

Il titolo di Deck13 è ora disponibile su Steam e su console al prezzo consigliato di €49,99.

 

Versione testata: PC

 

 

Io, umano
The Surge è ambientato in un futuro distopico e dominato dalle macchine
In un futuro distopico e dominato dalle macchine, una sola, grande compagnia ha avuto l’intuizione del millennio: produrre delle Eso-Tute da impiantare direttamente sui corpi degli esseri umani, aumentando la loro forza e la loro resistenza e rendendoli dei lavoratori impareggiabili con l’ausilio di protesi meccaniche. La CREO-Net è aperta a tutti, e tutti possono arruolarsi per diventare soldati o semplici minatori nei campi dell’azienda, che gestisce gran parte delle risorse globali per l’umanità. Le Eso-Tute sono un vero e proprio esoscheletro, in grado di sostenere e aiutare ogni singolo muscolo del corpo umano; per questo motivo, Warren, un paraplegico costretto su una sedia a rotelle (anche se non ce ne verrà mai spiegato il motivo, comunque irrilevante ai fini della trama), decide di entrare a far parte dell’azienda, possibilmente per recuperare l’uso delle gambe e ricominciare da capo con la sua vita. Una terribile catastrofe, tuttavia, rovina il suo primo giorno di lavoro, sbalzandolo fuori dall’edificio principale e facendolo risvegliare in una sezione distrutta dell’immenso complesso industriale della CREO.

Da quel momento, Warren si ritroverà costretto a vagare per un luogo ostile e pieno di insidie, con robot impazziti, droni aggressivi e umani poco disposti al dialogo a fargli da ostacolo verso la scoperta della verità. Cosa è successo alla CREO? Dove sono tutti gli altri umani? Perché i robot sono impazziti? Cosa / chi ha scatenato tutto quanto, e perché? Con tutti questi quesiti in testa, Warren non potrà fare altro che andare avanti, incontrando personaggi sempre più strambi e curiosi e guidato esclusivamente dalla bella Sally, una donna che comunicherà con lui sotto forma di ologramma ogni volta che il nostro eroe avrà bisogno di aiuto.

 

Warren si ritroverà, senza volerlo, nel bel mezzo di una catastrofe post-apocalittica

 

E, per buona parte del tempo, la trama riesce comunque a essere abbastanza interessante, sebbene le influenze della storia siano evidentemente prese da un gran numero di altre opere famose, videoludiche e non: un’utopia fallita (Bioshock) e una misteriosa rivolta delle macchine (Io, Robot principalmente e per tanti motivi, ma non solo) sono solo alcuni (e i più specifici) dei tanti spunti che The Surge trae da fonti esterne a se stesso, in un pericoloso gioco al citazionismo che purtroppo, in questo caso, rischia in più frangenti di sfociare nella banalità e nel già visto.

Così come Lords Of The Fallen si era già parzialmente distaccato dalla narrativa “silente” dei Souls, The Surge sceglie di raccontare le sue vicende chiave attraverso file audio sparsi in giro per la CREO, e i pochi, sporadici incontri con personaggi non-giocanti che ci daranno di volta in volta un pezzettino in più per ricomporre il puzzle. Un puzzle senza dubbio accattivante, con un curioso stravolgimento finale e qualche buona idea qui e là, ma che non è riuscito a soddisfarci fino in fondo – forse per una scarsa attenzione ai personaggi: Warren è più un “mercenario” con una personalità appena accennata che un vero protagonista degno di nota, e l’assenza di una caratterizzazione nel suo caso ci ha impedito di empatizzare con lui fino in fondo. Un aspetto che, parlando del protagonista del gioco, è abbastanza spiacevole da esporre.

 

The Surge

Il manuale del perfetto squartatore
Il “Limb-Targeting System” è uno degli elementi più interessanti del gioco
Tralasciando la trama e il comparto narrativo di The Surge, deboli ma non per forza indispensabili in un titolo così incentrato sulla parte ludica, il titolo di Deck13 riesce comunque a dare qualche piacevole soddisfazione sul lato gameplay. Soprattutto per quanto riguarda il “cosiddetto” Limb-Targeting System (un nome plausibile che dubitiamo sia ufficiale, e che abbiamo deciso di coniare sul momento), il quale sembra prendere ispirazione direttamente dalla serie di Fallout: durante uno scontro con un nemico di qualunque genere, il sistema operativo della nostra Eso-Tuta ci permetterà di scansionare con un’occhiata i punti sensibili del corpo del nostro avversario, sia esso un uomo o una macchina. Utilizzando la levetta destra, il giocatore potrà quindi scegliere di concentrarsi su una specifica parte del corpo nemico che, una volta raccolto il giusto quantitativo di “energia” (da accumulare concatenando combo su combo), potrà essere recisa con un rapido, pulito e spettacolare colpo di grazia.

Questo sistema è utile quando si tratta di ottenere nuovi equipaggiamenti: la Eso-Tuta di Warren supporta ben 6 protesi meccaniche (una per ogni arto, più corazza per il torace ed elmo per il capo), e buona parte dell’attrezzatura difensiva potrà essere creata dopo averla “strappata” di dosso ai nemici. Nonostante alcune parti del corpo degli avversari (le più vulnerabili) siano scoperte, infatti, spesso la loro figura sarà coperta in larga parte da una corazza di qualche tipo, e concentrandosi su quella determinata area sarà possibile reciderla e rubarla, acquisendo lo schema che ci permetterà, successivamente, di creare tale equipaggiamento per conto nostro. Ciò funziona anche per le armi: quasi ogni volta che un nemico avrà un’arma che non possediamo nel nostro inventario, infatti, sarà sufficiente tagliargli il braccio destro per rubargliela e farla nostra.

 

C’è un problema all’impianto
Ma le protesi meccaniche non sono l’unico elemento a disposizione di Warren: il sistema degli impianti è la seconda idea caratteristica di The Surge, sebbene il tutto, a differenza del sistema di combattimento concentrato sugli arti, funzioni in maniera decisamente meno efficace. Impiegando un certo quantitativo di “energia nucleare” (la cui disponibilità complessiva sarà direttamente proporzionale al livello del personaggio), il giocatore potrà fare affidamento su una serie, appunto, di “impianti” nanotecnologici, che aumenteranno le capacità della tuta agendo – per esempio – su salute, energia e resistenza o su altri elementi altrettanto utili. Il problema principale, tuttavia, è che il sistema degli impianti, per quanto flessibile, è stato ideato per sostituire completamente le statistiche del personaggio: all’aumentare del livello di Warren, infatti, né l’attacco né la difesa né qualunque altro parametro subiranno variazioni, e starà al giocatore gestirsi la sua “energia nucleare complessiva” per trovare il giusto equilibrio tra equipaggiamento (che consuma energia anch’esso) e impianti, al fine di essere il più efficace possibile sul campo di battaglia. Ciò porta, inevitabilmente, a una serie di problemi: una volta terminate l’energia nucleare a disposizione o gli “slot” per impianti ed equipaggiamento, il giocatore non potrà fare altro se non affrontare il nemico al meglio delle sue capacità, a volte sacrificando una caratteristica piuttosto che un’altra.

 

The Surge

 

Per fare un esempio pratico: nel caso in cui vogliate avere più salute a vostra disposizione, sarà necessario equipaggiare un certo numero di impianti “Supporto Vitale“; per avere più cure iniettabili a disposizione, dovrete equipaggiare diverse Iniezioni Vitali; ma a quel punto avrete probabilmente finito gli slot o l’energia nucleare, e vi ritroverete con una quantità realmente infima di resistenza per schivare, correre o effettuare attacchi. Il problema cacciato dalla porta, in sostanza, sarà rientrato dalla finestra; dovrete quindi ridistribuire gli impianti a dovere, sperando di avere abbastanza energia nucleare complessiva per trovare un giusto equilibrio e, eventualmente, fare un level-up (o più di uno) per ottenerla. Un sistema che aumenta il coefficiente di sfida e costringe senza dubbio ad adattarsi alle varie situazioni di volta in volta, ma che, spesso, risulta più un ostacolo alle reali potenzialità del giocatore, costretto a modellare le proprie statistiche non tanto in base al proprio livello di esperienza, quanto più rispetto agli impianti posseduti ed equipaggiati.

Tutto ciò, in ogni caso, aggiunge un grado non indifferente di teatralità e imprevedibilità al tutto, sebbene la formula di gioco (tipicamente soulsiana) non sia particolarmente favorevole quando si tratta di affrontare più avversari allo stesso tempo. Il che ci porta a parlare di un altro, grande problema di The Surge.

 

Ci son più corridoi alla CREO che al British Museum
Molte testate hanno già avuto modo di parlare dell’incredibile difficoltà di The Surge, dunque non ci scioglieremo in descrizioni troppo approfondite e, piuttosto, ci concentreremo sul descrivere perché certe scelte siano più frustranti che azzeccate. Per farlo, a questo punto, possiamo iniziare ad accennare a un argomento che abbiamo finora evitato: la gestione dei punti esperienza.

La morte comporterà la perdita dei punti esperienza, che potranno essere recuperati tornando nel punto del decesso entro un tempo limite
Come in ogni soulslike che si rispetti, la morte di Warren comporterà la perdita dei punti esperienza (gli scarti tecnologici) raccolti fino a quel momento. Ciò non vuol dire che saranno perduti per sempre, anzi: tornando nel luogo esatto della sua morte, il giocatore potrà recuperare tutto quanto, senza alcun tipo di conseguenza aggiuntiva. Piccolo particolare che differenzia The Surge da un qualunque Dark Souls: il giocatore avrà a disposizione solo due minuti e mezzo per tornare nel punto esatto del decesso, altrimenti gli scarti tecnologici spariranno per sempre. Sconfiggendo i nemici sulla strada, Warren può effettivamente incrementare di una quindicina di secondi il tempo a sua disposizione; il problema è che, in un gioco così tattico con nemici così aggressivi, ogni scontro dura non meno di venti-venticinque secondi, e a meno di casi realmente eccezionali il tempo perduto è tutt’altro che riguadagnato alla morte dell’avversario. La soluzione più naturale, a questo punto, potrebbe essere una corsa a perdifiato verso il luogo della morte, posto che ci si ricordi esattamente che strada prendere; solo che, in questo caso, subentra esattamente lo stesso problema che affliggeva tali manovre in Dark Souls II: i nemici seguono Warren anche per lunghi periodi di tempo, e, se il povero protagonista viene catturato da una delle loro combo, è probabile che soccomba nuovamente nel giro di due-tre colpi in totale, poiché è difficilissimo sfuggire a una combo già iniziata da un avversario.

 

The Surge

Una volta completato il gioco, sarà possibile riaffrontare l’avventura mantenendo equipaggiamento, armi e impianti.

 

A ciò si aggiunge un level-design che, per quanto studiato, a volte lascia realmente a desiderare: nonostante, per buona parte dell’esperienza di gioco, The Surge riesca a regalare degli ambienti ben collegati tra loro e incredibilmente organici e fluidi nel loro scorrere su schermo, non di rado il povero Warren si ritroverà a correre all’interno di corridoi o di spazi angusti in cui troverà più di un paio di nemici a sbarrargli la strada. E gli scontri nei corridoi, specie quando l’avversario che hai di fronte tende a parare e contrattaccare ogni tuo colpo, sono una delle cose più fastidiose in assoluto, all’interno di The Surge.

Sarà apparso chiaro, a questo punto, che gli avversari di Warren sono spesso incredibilmente overpowered per le sue forze: non importa quanta difesa totale egli abbia, non importa quali impianti decida di implementare o quale equipaggiamento decida di adottare; ogni volta che si sposterà in una nuova zona del complesso, Warren troverà nemici sempre più letali e sempre più numerosi, con un incredibile e fastidioso culmine nell’Executive Forum e nel Nucleus, i due livelli finali del gioco, in cui tantissimi nemici incredibilmente veloci e potenti potranno anche uccidere il giocatore con due semplici colpi (non che prima ciò non fosse possibile).

 

Gli avversari di Warren sono spesso troppo overpowered per le sue forze

 

Se a questo si aggiunge che alcune boss battle (come quella contro il Black Cerberus) sembrano essere state concepite apposta per indurre il giocatore alle imprecazioni, non c’è dubbio che il desiderio di fornire una sfida consistente abbia portato, in un certo senso, a un’evidente esagerazione in fase di game-design.

 

Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace
Nel complesso, The Surge sa essere vario e divertente, nonostante i suoi difetti
Ciò non toglie, comunque, che The Surge sia ugualmente un titolo capace di garantire circa 20 ore di divertimento (tra un insulto al calendario e un altro) e che riesca a intrattenere qualunque giocatore sia in cerca di una sfida abbastanza impegnativa. La curva di difficoltà, crescente e costante fino alla fine, fornisce una discreta varietà tanto di nemici quanto di situazioni da affrontare, e questo è indubbiamente un pregio da non sottovalutare. I problemi del titolo Deck13 sono, però, tutt’altro che invisibili, e risiedono anzitutto in una certa banalità complessiva e in quella che sembra essere una “ricerca della difficoltà” anche fin troppo accentuata, col rischio di risultare frustrante quando le cose iniziano a farsi più serie. Trama e ambientazione, viste e riviste, non portano nulla di effettivamente nuovo al genere, ma, dall’altro lato, è interessante vedere in che modo l’action-RPG in stile Souls sia stato portato all’interno di un contesto fortemente futuristico.

Nel complesso, The Surge è un titolo riuscito che non ci sentiamo in dovere di bocciare del tutto, nonostante le imprecazioni contro certi alberi genealogici si siano davvero sprecate nel corso delle nostre sessioni di gioco. Se amate farvi del male psicologico e non vi importa di soffrire per fallimenti continui, l’ultima fatica di Deck13 potrebbe essere il titolo che fa per voi, anche a prezzo pieno. Ma, se quello che volete è un titolo “giusto”, frenetico e con una buona dose di innovazione, non c’è alcun dubbio che fareste meglio a cercare altrove.

 

Sul lato tecnico, The Surge presenta un motore grafico non eccezionale né stupefacente, e abbiamo riscontrato una scarsissima ottimizzazione per un certo tipo di macchine. Di seguito i requisiti minimi e consigliati per il gioco, tratti direttamente dalla pagina Steam ufficiale:

 

Minimi:

    • Sistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit)
    • Processore: AMD FX-8320 (3,5 GHz) / Intel i5-4690K (3,5 GHz)
    • Memoria: 8 GB di RAM
    • Scheda video: 1 GB, AMD Radeon R7 360 / NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
    • DirectX: Versione 11
    • Rete: Connessione Internet a banda larga
    • Memoria: 15 GB di spazio disponibile
    • Note aggiuntive: INTERNET CONNECTION REQUIRED FOR GAME ACTIVATION
 
Consigliati:

    • Sistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit)
    • Processore: AMD FX-8370 (4,0 GHz) / Intel Core i7-3820 (3,6 GHz)
    • Memoria: 16 GB di RAM
    • Scheda video: 4 GB, AMD Radeon RX 480 / NVIDIA GeForce GTX 970
    • DirectX: Versione 11
    • Rete: Connessione Internet a banda larga
    • Memoria: 15 GB di spazio disponibile
    • Note aggiuntive: INTERNET CONNECTION REQUIRED FOR GAME ACTIVATION
 

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Verdetto
7 / 10
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Commento
È sempre difficile valutare un titolo che ti ha quasi portato a strapparti i capelli per la frustrazione. Lo è stato per la serie Souls (che, però, resta ancora in assoluto una delle saghe più amate da chi scrive), e The Surge non fa certo differenza; il problema è che, nel caso di The Surge, la rabbia giunge per i motivi sbagliati. Giunge perché gli impianti sono un'idea originale ma semplicemente non funzionano come vorresti, giunge perché i nemici sono spesso posizionati troppo vicini tra loro e causano un danno disumano, giunge perché il level-design (simile ai Souls più per il suo essere costantemente interconnesso, che per la sua bellezza) poteva difficilmente essere meno intuitivo, e giunge perché, tutto sommato, The Surge diverte ma non è certo un capolavoro nel suo piccolo. Non escludiamo che la sfida proposta dal titolo Deck13 possa far gola a più di qualcuno, ma, al tempo stesso, ci sentiamo in dovere di avvertirvi che potreste uscirne seriamente frustrati, anche solo perché, magari, avevate previsto quel particolare colpo di scena già quindici ore prima. Così come ci sentiamo in dovere di ricordarvi che, se state cercando un titolo fantascientifico in senso classico, dinamico, spettacolare e divertente su PC, Platinum Games ha pubblicato un porting di Vanquish su Steam giusto pochi giorni fa – e sarebbe un peccato non approfittarne.
Pro e Contro
Divertente e vario
Scala di difficoltà crescente e costante
"Limb-Targeting System" efficace

x Tremendamente, fastidiosamente difficile
x Ottimizzazione non eccellente (PC)
x Qualche discutibile scelta di game-design
x Trama e ambientazione già viste

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