Dalla brezza alla tempesta.

L’attesa di una lettera, un pacco, un messaggio, è un’emozione spasmodica, che cresce più si avvicina il presunto momento della consegna ed esplode se supera quella linea che ci eravamo imposti come ultimatum. Coyan Cardenas, in arte Memory of God, ha sintetizzato questa emozione in The Stillness of the Wind, per creare un modello narrativo inedito. Non siamo noi ad andare incontro alla narrazione, sarà lei ad arrivare da noi giorno virtuale dopo giorno virtuale, insieme a un viandante con cui si instaurerà un inevitabile rapporto di affetto reciproco. Un romanzo epistolare interattivo, placido e caldo, su cui si staglia però l’ombra lunga e lugubre di un mondo dal quale la nostra Talma ha voluto isolarsi, unico membro della sua famiglia a non essersi mai voluta trasferire in città.

 

Versione testata: Nintendo Switch

I dolori dell’anziana Talma
Una vita solitaria, pacifica e quasi rassegnata, circondata da ricordi che diventano il suo unico modo di raccontarsi in prima persona. Una caratterizzazione con molti e fondamentali punti ciechi, solo in parte illuminati dalla corrispondenza giornaliera che riceve dai parenti. Attraverso il loro modo di scrivere riusciamo a immaginarceli e dargli quasi un volto, inquadrandoli nel tessuto sociale di un mondo stravolto da avvenimenti del recente passato. C’è una costante e procedurale costruzione dello stesso nella nostra mente, attraverso indizi e supposizioni. Un gioco di sottintesi dove il giocatore è spettatore e Talma è un caveau impenetrabile di vita vissuta. Si parla di bambini nati sani, “con dieci dita”, come di un avvenimento eccezionale, persone scomparse nel nulla e colonie lunari, ma anche di festival, politica e semplice normalità. Lettera dopo lettera ci si ritrova sempre più curiosi, ma col respiro pesante di chi sta inalando un gas inodore che porta alla paranoia. C’è qualcosa di disturbante nell’incedere dell’opera, nonostante la sua apparente leggerezza. Non si ha la sensazione di un mondo sull’orlo del collasso, quanto di un’incrinatura profonda e irreparabile.

Cardenas riesce a spezzare la narrazione in piccoli racconti di quotidianità che non hanno alcuna influenza sulla nostra routine, riuscendo però ad appesantirla o alleggerirla emotivamente.

La bucolica quotidianità scorre, riscaldata da un sole tenue e dagli avvolgenti colori che dipingono la distesa di sabbia della vallata, tra agricoltura e allevamento, pasti frugali e raccolta di funghi, attendendo l’arrivo del nostro amico, l’unico essere umano che ormai si avventura fino alla fattoria dell’anziana. Ha sempre una buona parola per noi, un aneddoto da raccontare, posta da consegnare e prodotti da barattare, in un sistema micro-economico intelligentissimo e sfizioso. Le poche attività da svolgere sono veri e propri rituali che esorcizzano l’ansia dell’arrivo di una nuova missiva. Una routine fatta di piccole azioni e pochi imprevisti, costruiti con estrema semplicità ludica ma fondamentali nel creare un legame empatico con l’anziana. Si percepiscono fisicamente le limitazioni della sua età, il suo lento incedere, la fatica di zappare la terra, le giornate troppo corte concluse con uno sbadiglio che libera tutta la fatica e contagia il giocatore. Seduti sulla vecchia poltrona dopo aver consumato la cena ci si ritrova a leggere un racconto, rileggere certe lettere, semplicemente pensare e riflettere. La notte è troppo buia, anche se spesso ci si ritroverà a passeggiarvi per semplice curiosità, e un fucile appoggiato alla capanna adibita all’attività casearia è lì come monito di possibili minacce nascoste.

Il sonno non è però un mero punto di salvataggio, ma una porta verso il subconscio. Sogni grotteschi, fumosi, industriali, capaci di lasciare scossi per il loro impatto emotivo senza trasmettere o mostrare niente di esplicito, ma diffondendosi come un’infezione tra i nostri pensieri. A parlare con chiarezza è però il vento, prima brezza lieve e profumata che pare di sentire tra i capelli e sul viso, per poi montare sempre più in parallelo alle emozioni, all’impotenza di vivere in differita e a troppa distanza i drammi della nostra famiglia; fino a infuriare coprendo il cielo con nubi plumbee, cariche di pioggia e rimpianti. Si resta travolti dalla potenza di certe frasi, dal dubbio, dall’attesa. Angoscia e sollievo, speranza e rassegnazione, tangibili nonostante le sue limitate dimensioni fisiche compensate da sconfinate praterie emotive.

Verdetto
8 / 10
Delicatissimo - cit.
Commento
The Stillness of the Wind è un’opera che va vissuta, un tramonto da ammirare col rammarico di essersi persi la giornata che lo precede, immaginandola guardando fotografie scattate da altre persone. È arte contemporanea, concettuale e potente nella sua delicatezza, indimenticabile per chi le si avvicinerà con la giusta predisposizione, sincronizzando il battito cardiaco al suo ritmo e dedicando una manciata di ore a sé stessi.
Pro e Contro
Narrazione epistolare di grandissimo impatto
World building caloroso e angosciante in egual misura

x Talma vive le vicende in modo troppo distaccato, apparentemente

#LiveTheRebellion