Con il passare del tempo e l’aumento spropositato di nuovi prodotti sotto i nostri occhi tutti i giorni,
è normale voler cercare di categorizzare ogni nuova uscita all’interno di un genere videoludico ben definito per fare ordine nelle nostre menti. FPS, TPS, GDR e JRPG sono solo alcuni dei termini che ci si sente obbligati ad utilizzare e, quando questi non bastano, si cerca di inventarne di nuovi (come, ad esempio, “Walking Simulator”).
Ma come comportarsi quando ci si trova di fronte a qualcosa di diverso dal solito?! Bisogna forse categorizzarlo per forza?! Non basta vivere l’esperienza per come è stata pensata dagli sviluppatori?! Sviluppatori che, magari, non hanno ragionato per genere, ma per emozione, ovvero con il chiaro intento di suscitare un dato sentimento nel cuore del giocatore.
Questa riflessione iniziale guadagna un suo senso se utilizzata come introduzione per The Solus Project, titolo sviluppato da Teotl Studios e Grip Games, pubblicato lo scorso anno su Pc e Xbox One e disponibile solo ora su PlayStation 4. Quali sono gli elementi che rendono The Solus Project un titolo particolare?! Sarà riuscito a conquistarci?! Prima di scoprirlo nella nostra nuova recensione,
vi ricordiamo che potete trovare il titolo in questione nei rispettivi store digitali delle piattaforme appena citate al prezzo lancio di 19.90€.
Versione testata: PlayStation 4
Una trama non lineare
Nonostante sia presente una vaga trama di fondo, la narrazione di The Solus Project è quanto di più frammentato e non lineare possibile
The Solus Project ci mette nella tuta spaziale di un membro di
una spedizione con lo scopo di raggiungere nuovi pianeti per trovarne uno in grado di sostituire la Terra dopo la sua distruzione. Unico sopravvissuto dopo un tragico incidente, il nostro scienziato si troverà su
Gliese-6143-C, pianeta alieno che sembra nascondere molto più di quanto possa sembrare ad un primo sguardo. Lo anticipiamo sin da subito:
la caratteristica principale del titolo targato Teotl Studios e Grip Games è la libertà d’esplorazione del pianeta. Nonostante sia presente una vaga trama di fondo (legata alla presenza di sopravvissuti sul pianeta), la narrazione di The Solus Project è quanto di più frammentato e non lineare possibile.
Starà a noi vagare per il pianeta alieno, cercando di non soccombere alla fame/sete, al sonno e alla disidratazione, per scoprire quanto accaduto in passato. Ecco che, quindi, ci troviamo di fronte ad un titolo di difficile catalogazione, che fa del suo punto di forza l’immedesimazione con il nostro alter ego digitale e la nostra relativa voglia di scoprire quanto accaduto su Gliese-6143-C.
Anche la longevità del titolo, di conseguenza, si piega al nostro stile di gioco, permettendoci di completare l’avventura in base a quanto tempo decideremo di spendere per esplorare il pianeta. Inevitabilmente presente, purtroppo, è il backtracking che ci obbliga a tornare sui nostri passi in più di una situazione (elemento che potrebbe far storcere il naso a coloro che non vogliono passare gran parte del gioco ad esplorare grotte e templi misteriosi).
Ci sentiamo di segnalare, inoltre, come sia possibile affrontare tutta l’avventura con indosso il PlayStation VR, andando ad aumentare ulteriormente quell’immedesimazione che rende ogni singolo passo (e ogni singola scoperta) davvero affascinante.
Nello spazio nessun può sentirti sopravvivere
The Solus Project risulta difficilmente inquadrabile all’interno di una sola categoria
Anche per quanto riguarda il
gameplay, The Solus Project risulta difficilmente inquadrabile all’interno di una sola categoria. Nel corso della nostra avventura, infatti,
passeremo gran parte del tempo a camminare per Gliese-6143-C con lo scopo di esplorare nuove aree e scoprire frammenti del passato del pianeta. Nel fare questo, però, dovremo stare attenti ad una serie di statistiche (come fame, sete, stanchezza, temperatura) e cercare di trovare il necessario per sopravvivere a un pianeta che, evidentemente, sembra fare di tutto per renderci la vita più complicata.
Ammettiamo, però, che la difficoltà generale di The Solus Project non è così elevata come ci si può aspettare, questo grazie alla facilità con la quale è possibile trovare risorse sul pianeta e alla mancanza di veri e propri pericoli dietro l’angolo. È inoltre presente la possibilità di creare oggetti per procedere attraverso determinate aree e, in alcuni momenti, bisognerà risolvere degli
enigmi ambientali dalla difficoltà comunque molto bassa. Come anticipato nel paragrafo dedicato alla narrativa, nella nuova versione del titolo targato Teotl Studios e Grip Games sarà possibile affrontare tutta l’avventura con il
PlayStation VR, elemento che non va a modificare in modo sostanziale il gameplay, ma che
rende meno fastidioso e più fluido l’utilizzo del tablet con il quale potremo interagire con qualsiasi cosa presente sul pianeta alieno.
Atmosfera aliena
The Solus Project presenta modelli poligonali e texture non particolarmente esaltanti
Da un
punto di vista tecnico, The Solus Project presenta modelli poligonali e texture non particolarmente esaltanti, ma ai quali è possibile passare sopra grazie ad
un’atmosfera a dir poco affascinante. Piogge di asteroidi, piogge intense, i colori del cielo in continuo cambiamento sono solo alcuni dei paesaggi che vivremo nei panni del nostro alter ego digitale e che, nonostante una grafica non esaltante, riusciranno sicuramente a ritagliarsi uno spazio nel nostro cuore (soprattutto se vissuti tramite il visore Sony).
Mediocre il comparto sonoro che, pur non risultando insignificante,
non spicca particolarmente all’interno della produzione, ma riesce comunque a fare il suo lavoro (più per i suoni veri e propri che per la colonna sonora).
Del tutto assenti, invece, bug di alcun tipo, ma
abbiamo notato un paio di cali di frame probabilmente dovuti al passaggio da un’area all’altra. Niente di disastroso, ovviamente, ma preferiamo farvelo notare in ogni caso.
Verdetto
7.5 / 10
Gliese-6143-C is the new Trentino Alto Adige
Commento
Pro e Contro
✓ Atmosfera eccezionale
✓ L'esplorazione è la chiave di tutto
✓ Gameplay semplice, ma riuscito
x Trama princiapale quasi di contorno
x Livello di difficoltà basso
x Backtracking che potrebbe infastidire
#LiveTheRebellion