Recensione The Sly Trilogy (PS Vita)

Nel 2011 Sony PlayStation decise di offrire alle nuove generazioni in possesso di PS3 esperienze videoludiche appartenenti alla libreria PS2: diede così il via ad una serie di rimasterizzazioni HD che in seguito (nel caso di titoli non più esclusivi come Devil May Cry) arrivarono anche su Xbox 360.
La prima di queste collezioni fu The Sly Trilogy, i tre capitoli del procione mascherato creato dai ragazzi di Sucker Punch! (noti alle nuove generazioni soprattutto per la serie inFamous) e convertito per PS3 da Sanzaru Games, team che, qualche anno dopo, eredità la proprietà della serie e sviluppa il quarto capitolo Sly Cooper:Ladri nel Tempo.
Questo Aprile Sanzaru Games riprende in mano la serie e publlica la trilogia del ladro procione anche su PlayStation Vita, riuscirà Sly Trilogy a conquistare nuovi fan anche su portatile?

Il Ladro e il Libro

Sly: Sly Raccoon (da ora Sly 1), il primo capitolo della trilogia, ci introduce al mondo di Sly e dei suoi antropomorfi abitanti.
L’eroe della serie è l’ultimo discendente di una famiglia di Ladri specializzati nel rubare ai criminali, e che da secoli racchiudono tutti i segreti delle loro tecniche all’interno del Thievous Raccoonus, un enorme libro la cui lettura permette di diventare un Maestro Ladro.
Nel giorno in cui Sly avrebbe dovuto ereditare il libro, questo viene rubato e diviso in cinque parti dal Quintetto Diabolico, i genitori di sly perdono la vita dinnanzi ai suoi occhi e il piccolo procione finisce in orfanotrofio giurando vendetta.
Passano gli anni e Sly cresce, diventando sempre più un ladro provetto, ma non può ancora essere definito un Maestro Ladro. Insieme ai migliori amici, Bentley la tartaruga maestra del computer e Murray enorme ippopotamo rosa con più muscoli che cervello, il nostro eroe decide che è giunto il momento di riprendersi quello che è suo di diritto.
Inizia così il primo vero viaggio della Banda Cooper in giro per il mondo, a caccia del Quintetto Diabolico in uno dei titoli platform migliori usciti su PS2.
Sly 1 offre cinque mondi diversi composti da circa otto livelli ciascuno, ognuno di essi è un grande hub centrale in cui potrete girare liberamente, distruggendo oggetti, raccogliendo monete e cercando gli accessi dei livelli veri e propri.

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Nei livelli veri e propri, Sly dovrà seguire un percorso (più o meno lineare a seconda del caso) ed evitare di farsi colpire, pena la perdita di una delle preziose vite. Se raccoglierete cento monete, Sly otterrà un ferro di cavallo, portafortuna in grado di fargli subire un colpo extra (massimo di due ferri accumulabili), difesa utile sopratutto contro i boss di fine mondo, che ricordano molto le battaglie dei primi Crash Bandicoot.
Sparse per ogni livello inoltre, ci sono numerose bottiglie Indizio, i classici collezionabili di ogni Platform che si rispetti, nel caso il nostro eroe le raccolga tutte, potrà accedere alla cassaforte e sbloccare nuove abilità ladresche, che vanno da un salto più elevato, alle tecniche d’attacco col bastone, passando per abilità di equilibrio e berretti esplosivi con cui distrarre le guardie.
Chiudono il cerchio i mini-giochi, marchio di fabbrica della serie, che offrono al giocatore sfide quali sparatutto dual-stick, o giochi di ritmo mascherati da battaglia con un boss.

Il Ladro e la Banda

Sly 2: La Banda dei Ladri (da ora solo Sly 2) segna il passaggio della serie da Platform puro a Platform d’azione, come successe al secondo capitolo di Jak & Daxter, anche la Banda Cooper si adattò ad un mercato più ampio, cambiando genere e diventando più abbordabile, ma mantenendo intatto lo spirito e la caratterizzazione dei personaggi.
Ambientato qualche tempo dopo la conclusione del primo capitolo, Sly 2 narra l’avventura della Banda Cooper nel tentativo di sgominare la Banda Klaww, malvagi malfattori rei del furto dei pezzi di Clockwerk, e dell’inseguimento che porterà i nostri eroi in giro per il mondo un’altra volta.
Come già anticipato, Sly 2 adotta meccaniche action, introducendo nella serie una diversa sequela di novità , tra cui la barra della vita, e l’abbandono della struttura a livelli.
In Sly 2 l’hub principale del capitolo, ovvero la città dove i nostri eroi affronteranno il cattivone di turno, diventa quasi del tutto esplorabile, con le immancabili bottiglie collezionabili disperse in attesa che il procione le scovi.
In ogni città la Banda Cooper avrà a disposizione un covo nascosto, da cui poter accedere alle missioni (che appariranno poi in determinate zone dell’hub) e a Ladronet, il nuovo sistema di potenziamenti che sostituisce le casseforti viste nel primo livello. Questa volta bisognerà pagare monete sonanti per rendere Sly un Maestro Ladro.
Ad aiutare la “raccolta fondi” interviene la possibilità di scippare i poveri scagnozzi del cattivo di turno, grazie al passo furtivo del procione, potremo avvicinarci alle spalle dei malcapitati e alleggerirgli le tasche.
Oltre alle nuove tecniche da ladro di Sly è bene far notare che in questo secondo capitolo dovrete utilizzare anche i due compari del procione: Bentley avrà a disposizione una balestra lancia dardi, e si occuperà di tutte le missioni di infiltrazione e spionaggio, mentre con Murray dovrete farvi strada a suon di pugni e mosse di Wrestling.
Sly 2 è più longevo del predecessore, grazie alle numerose missioni presenti in ogni capitolo della storia, intervallate dai mini-giochi classici della serie di cui abbiamo già parlato nel precedente paragrafo.
Se la svolta action di Sly 2 ne abbassa da un lato il tasso di sfida, dall’altro ne migliora il gameplay rendendo il procione un vero ladro grazie a sezioni completamente Stealth, poco presenti nel primo capitolo.

Il Ladro e l’Onore

Sly 3: L’Onore dei Ladri (da ora solo Sly 3), chiude la trilogia inizialmente creata da Sucker Punch! mantenendo la svolta action intrapresa dal secondo capitolo ed aggiungendo ancora più elementi al già ricco copione della serie.
Sly ha scoperto che tutti i tesori della Famiglia Cooper sono racchiusi all’interno di un Caveau nascosto su un’isola abbandonata, e solo un Cooper può accedervi, grazie al Bastone che lo stesso ladro ha sempre utilizzato come arma.
Per impedire al malvagio Dottor M di mettere le mani sul tesoro, il nostro eroe raggrupperà vecchie e nuove conoscenze e viaggerà nuovamente per i continenti, inseguito come al solito da Carmelita Fox, ed il tutto porterà ad una escalation di eventi e allo sconvolgente finale della trilogia.
Sly 3 ripropone praticamente tutte le novità introdotte dal predecessore, aggiungendo solamente i nuovi personaggi della banda, con sezioni sott’acqua, autoveicoli radiocomandati e fasi di sparatutto.
Il titolo mantiene anche la formula ad episodi e le diverse missioni per i membri della banda, con i rispettivi potenziamenti da acquistare su Ladronet; viene aggiunta una modalità sfida, disponibile al termine di ogni episodio, che permette di riaffrontare le missioni con degli obiettivi particolari, raddoppiando la longevità di gioco per i completisti.

Il Ladro e la Portatile

Rispetto alla versione PS3, questa nuova conversione per PSVita offre la possibilità di aprire il Binocom di Sly ( che altro non è che un binocolo supertecnologico) toccando il touchpad, ma non ne sfrutta i sensori di movimento come visto invece nella versione portatile di Sly 4, limitando il giocatore a spostarsi con la levetta sinistra e a zoomare con la destra. Il retro-pad è invece utilizzato solamente per riportare la telecamera alle spalle di Sly (in Sly 1) e per evidenziare gli obiettivi della missione (in Sly 2 e 3).
Mentre modelli poligonali e ambienti non si discostano quasi per nulla dalla controparte domestica, i video a cartone animato che fanno da prologo ed epilogo ad ogni missione, e che appassionano il giocatore per l’alta qualità, sono stati compressi malamente, risultando sgranati e il più delle volte inguardabili.
Un vero peccato, soprattutto considerando che la portatile Sony offre un magnifico schermo OLED che avrebbe donato nuova vita ai colori dei filmati.
Tutt’altro discorso per lo splendido doppiaggio, identico alla controparte casalinga, eccezion fatta per i dialoghi del tutorial, dove sono state aggiunte frasi relative al touchpad e al retropad, un piccolo tocco di qualità che difficilmente si riscontra negli altri porting di PSVita.

 

Verdetto
7.5 / 10
Prima dell'Infame c'era il Procione
Commento
Tirando le somme e paragonando i due lavori di Sanzaru Games, a distanza di tre anni The Sly Trilogy è ancora un buon acquisto, seppur presenti il difetto enorme dei video compressi male, filmati che potevano dare il meglio proprio su questa nuova versione portatile, grazie allo schermo OLED di PSVita. Se si sorvola su questo difetto i tre Sly sono perfettamente godibili anche in questa versione, e le meccaniche di gioco (sia i livelli del primo che le missioni dei seguiti) si adattano bene ad una portatile... Anche se avremmo gradito qualche aggiunta in più che sfruttasse le funzioni di PSVita.
Pro e Contro
Meccaniche di gioco adatte alla portatile
Personaggi sempre divertenti e carismatici
Doppiaggio italiano di qualità

x Video animati compressi male
x Alcune funzioni di PSVita poco sfruttate

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