Recensione The Flame in the Flood

Mettete assieme un gruppo di sviluppatori dal curriculum eccellente, metteteci un idea, una campagna Kickstarter e dei videogiocatori che credono nel progetto; il risultato sarà The Flame in the Flood. Più o meno è questo che è successo quando due anni fa alcuni componenti di famose software house hanno deciso di lasciare tutto per lanciarsi in un nuovo progetto: The Molasses Flood, quella che gli stessi creatori considerano il rifugio di veterani tripla A (composta da ex  Irrational, Harmonix e Bungie), e lo sviluppo di The Flame in the Flood.

Il titolo, inizialmente rilasciato nel corso del 2016 per PC e Xbox One è sbarcato sullo store digitale di casa Sony il 18 gennaio 2017 per PS4 al prezzo di 14,99€. A differenza dell’edizione PC e Xbox One, quella rilasciata per PS4 si fregia dell’appellativo Complete Edition in quanto, oltre al gioco, avremo a disposizione un tema dinamico (molto carino e piacevole, grazie anche alla musica di sottofondo) e due avatar.

Versione testata: PlayStation 4

Una ragazza, un cane e una zattera
Una volta fatto partire il gioco vi troverete davanti ad un menu molto minimale dove potrete scegliere tra le due modalità di gioco: Campagna ed Endless Game. La campagna, con due diversi livelli di difficoltà, si può considerare come la portata principale del gioco in cui dovrete esplorare le diverse regioni che incontrerete sul vostro cammino mentre cavalcherete una zattera – costruita con materiali di recupero – attraverso un fiume che a volte sarà il vostro peggior nemico. Ogni regione affrontata (che sarà anche il vostro checkpoint in caso di morte) si compone di varie isole con diverse funzioni – ad esempio ci saranno i campi base dove trovare il fuoco, cibo e altri oggetti o le zone selvagge dove scovare molti equipaggiamenti utili ma anche animali allo stato brado che potrebbero tirarvi un brutto scherzo -; il gioco si concluderà superando tutte le regioni e risalendo completamente il fiume. Naturalmente l’impresa non sarà semplice anzi, dovrete combattere con animali selvatici (ad esempio lupi e cinghiali) che vi lasceranno graffi che si infetteranno o vi romperanno letteralmente le ossa, cibo avvelenato, acqua anch’essa avvelenata e la pioggia. Ognuno di questi elementi vi porterà al limite e solo il sapiente utilizzo delle proprie risorse (per questo è importante scegliere le giuste isole in cui attraccare) e l’attenzione al percorso vi porterà alla salvezza. In questa modalità avrete l’aiuto dei checkpoint (che diciamocelo non sono così intuitivi, con un menù di riavvio fin troppo macchinoso) da cui potrete ripartire senza dover ricominciare tutta la mappa da capo, ad ogni riavvio dal checkpoint però, l’isola verrà ricreata grazie al motore a riproduzione  procedurale differendo dal tentativo passato.

Endless Game invece, sarà la vera e propria modalità survival, come dice il nome stesso sarà senza fine, dove dovrete sopravvivere il più a lungo possibile cercando, ad ogni partita che farete, di migliorare il vostro punteggio (in questo caso non avrete nessun tipo di checkpoint). Alcuni potrebbero quindi pensare che possa esserci, tra le due modalità di gioco, una differenza narrativa, ma così non è; infatti in The Flame and the Flood non vi è una trama pur avendo un’idea di base molto valida e interessante: La storia del gioco vi metterà nei panni di una ragazza e del suo fidato compagno a 4 zampe, Aesop (ma avrete anche la possibilità di secgliere un altro compagno, sempre a 4 zampe) che dovrà sopravvivere in un’America post-apocalittica dove, a causa di una devastante alluvione, tutte le regioni  conosciute sono state spazzate via e ricoperte d’acqua.

Musica, colore, azione
Il comparto stilistico di The Flame in the Flood è portato ad un livello di eccellenza degno dei migliori artisti sulla piazza, uno stile grafico che lascia a bocca aperta esaltando il contrasto insito nella natura, a tratti madre a tratti morte. Un lavoro eccelso che si traduce in colori accesi e vivaci per esaltare la benevolenza della terra che vi aiuterà con risorse e riposo, ma anche di tratti duri e spigolosi per sottolinearne la subdola malvagità, che in condizioni difficili può portare alla morte.

Come ciliegina sulla torta per sottolineare il comparto artistico del titolo abbiamo una coinvolgente colonna sonora dai tratti Country Rock del musicista Chuck Ragan, figlio d’arte (suo papà è stato un campione di golf), accompagnato da alcune band della scena indie californiana. Gli sviluppatori hanno scelto il genere Country Rock non a caso, infatti questo genere musicale ben si coniuga con i classici road movie americani, a cui il gioco strizza l’occhio in più di un’occasione.

Tutto questo tripudio di colori, tratti duri e colonna sonora ha l’enorme pregio di spingere il giocatore a progredire nel gioco anche solo per un’appagamento fisico e mentale nello scoprire cosa ci si potrà aspettare continuando a percorrere quell’impetuoso fiume americano.

 

Verdetto
8.5 / 10
Dannato Cinghiale
Commento
The Flame in the Flood è quel titolo che richiede al giocatore una pianificazione nella propria strategia di gioco, sia nel scegliere in quale isola attraccare sia nel sapiente utilizzo delle risorse a disposizione, cercando di ridurre il più possibile gli inconvenienti sul proprio cammino. Trattandosi di un classico survival game, nei giocatori meno appassionati e ostinati, non può non mancare quel fattore di frustrazione dovuto ai problemi che man mano incontrerete. Anche se il titolo è di pregevole qualità, il gioco viene consigliato agli appassionati del genere o a chi almeno per una volta vuole provare, un titolo che però non è esente da difetti come la mancanza di trama (per molti giocatori può essere un fattore determinante per la scelta di un gioco) e la ripetitività che a lungo andare può stufare il casual gamer. Nota di merito allo stile grafico che ben identifica il genere del gioco e alla colonna sonora Country Rock curata da Chuck Ragan.
Pro e Contro
Comparto stilistico pregevole
Stupenda colonna sonora
Sistema survival ben studiato

x Inventario ridotto
x Mancanza di trama
x Può risultare ripetitivo

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