Il mese scorso vi abbiamo parlato in anteprima di The Banner Saga, progetto indie di Stoic Studio, sviluppato da Alex Thomas, Arnie Jorgensen e John Watson, tre ex-membri di Bioware, che ha trovato molteplici consensi su Kickstarter e che finalmente è disponibile per il grande pubblico di Steam.
È giunta l’ora, in questo freddo Gennaio, di calarci nelle lande senza sole di The Banner Saga e di trarne le dovute conclusioni.
Come vi avevamo già anticipato il mese scorso, The Banner Saga narra dell’alleanza tra gli umani e i Varl, giganti dalle lunghe corna, e della loro resistenza e fuga dall’esercito di Dredge, colossi corazzati apparentemente spinti solo dal proprio istinto omicida a sterminare qualsiasi essere vivente si pari sul proprio cammino.
L’intera avventura ruota principalmente attorno a Rook, un arciere forgiato ormai dalle battaglie, sua figlia Alette, arciere anche lei e pronta a seguire il padre in capo al mondo, e Iver, un Varl che farebbe di tutto per proteggere il suo migliore amico, ma che nasconde un oscuro passato.
Durante il loro viaggio, i tre incontreranno molti amici e poveracci in difficoltà, ma dovranno fare i conti anche con le insidie climatiche e soprattutto con la volubilità e la malvagità degli esseri viventi.
L’intera avventura si completa in circa dieci ore, a seconda dell’abilità del giocatore, e presenta diversi colpi di scena, oltre alla possibilità di perdere guerrieri duramente allenati nel corso degli intermezzi parlati tra una battaglia e l’altra.
The Banner Saga tiene alta la motivazione fino alla fine, conducendo il giocatore in un’escalation di eventi che porterà a termine il viaggio di Rook, a seconda delle scelte compiute durante i sette capitoli.
Una volta completato il gioco, potrete riavviarlo cambiando le vostre scelte, cercando di salvare quelli che non ce l’hanno fatta, e trovare ulteriori sfaccettature al titolo di Stoic Studio, anche se il primo viaggio risulterà sicuramente il migliore e coinvolgente.
The Banner Saga mischia le meccaniche di una classica avventura grafica, tra cui scelte multiple che influenzano la trama, dialoghi interattivi tra i personaggi ed eventi narrati con una descrizione maniacale che porteranno a diverse conseguenze a seconda delle azioni del giocatore, a quelle di un GDR gestionale strategico, con le classiche battaglie a scacchiera, dove potremo muovere i nostri eroi e guidarli alla vittoria, tra mosse speciali, attacchi fisici e vittorie decise dall’abilità strategica del giocatore e non dal livello del personaggio.
Infatti, sebbene sia possibile potenziare i nostri protagonisti (venticinque personaggi diversi in totale n.d.Guido), non affronterete mai battaglie casuali per aumentare l’esperienza o per ottenere nuovi oggetti, tutti gli scontri di The Banner saga avvengono per motivi precisi e servono per continuare il racconto di Rook e della sua compagnia.
Purtroppo se da una parte l’assenza di scontri casuali non rallenta il proseguimento dell’avventura, dall’altra annullano le missioni secondarie, completamente assenti dal titolo di Stoic Studio.
Se mai uno dei nostri eroi dovesse cadere in battaglia, lo ritroveremo infortunato per qualche giorno (mentre si riprenderà completamente dopo la battaglia, nel caso doveste giocare a Facile n.d.Guido) ma dovrete stare attenti, come già esposto precedentemente, durante gli eventi narrati tra una battaglia e l’altra, le vostre scelte potranno portare alla morte definitiva di più di uno dei nostri compagni, senza alcuna via di ritorno o di salvezza, un click sbagliato potrebbe causare la perdita del soldato più forte della compagnia.
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