Recensione The Aquatic Adventure of the Last Human

Dietro un titolo con appeal paragonabile a quello di Ammazza che Mazza si nasconde uno degli indie games più interessanti di questo inizio 2016. Si tratta di The Aquatic Adventure of the Last Human, realizzato dal collettivo svedese YCJY dopo il raggiungimento del finanziamento su Kickstarter di poco più di 6.600 €. Traendo ispirazione in parti uguali da Metroid e da Shadow of the Colossus, The Aquatic Adventure of the Last Human pone il giocatore nei panni dell’ultimo essere umano sulla faccia della terra, tornato sul pianeta ormai sommerso dagli oceani e disabitato dopo un viaggio intergalattico.

 

Dallo spazio agli abissi
È semplice immaginare cosa sia accaduto nel mondo di The Aquatic Adventure of the Last Human. Gli esseri umani hanno troppo a lungo abusato del loro ruolo di specie dominante, hanno ferito la terra con guerre ed inquinamento e questa si è infine vendicata, causando l’estinzione della razza umana. Ma la fine dell’umanità non coincide certo con la fine del mondo e la vita trova sempre un modo per andare avanti. Ecco quindi che gli habitat sommersi di Aquatic Adventure hanno proliferato, ricchi di una flora ed una fauna finalmente libere di reclamare ogni angolo del pianeta. Di rientro da un viaggio all’interno di un buco nero, scaraventato migliaia di anni nel futuro, il giocatore si ritroverà a percorrere gli ambienti del pianeta che una volta chiamava casa, a bordo di una navicella spaziale trasformata per l’occasione in un sottomarino di fortuna. La progressione è quella tipica di un Metroidvania con upgrade che consentono di sbloccare nuove zone e passaggi. La cosa interessante è che al giocatore viene concesso un certo livello di libertà nel decidere l’ordine in cui esplorare le varie aree, grazie ad un level design estremamente interconnesso e studiato a puntino. In molti videogiochi i livelli subacquei trasmettono un senso di ansia ed urgenza al giocatore: riserve d’aria limitate, mobilità significativamente diversa rispetto a quella sulla terraferma ed un certo timore reverenziale di ciò che si nasconde negli abissi rendono spesso queste fasi molto stressanti. L’approccio di Aquatic Adventure è completamente opposto. Durante le normali fasi di esplorazione non vi sono nemici da cui guardarsi e gli esseri viventi che popolano i mari della terra futura non sono altro che meri spettatori della nostra avventura. Vi sono occasionalmente dei pericoli ambientali ma sono sempre evidenti e facilmente evitabili, lasciando libero il giocatore di vagare con lo sguardo sugli splendidi fondali realizzati in pixel art e di riflettere sulle origini del disastro che ha cancellato l’umanità dalla faccia della terra. Nonostante la presenza di alcune registrazioni olografiche con informazioni su quanto accaduto in nostra assenza, non c’è una vera e propria narrazione coesiva all’interno del titolo: sta al giocatore ricollegare i pezzi e ricostruire la storia, unendo assieme le informazioni provenienti dalle registrazioni e gli indizi visivi che ricava dai vari ambienti, con la propria immaginazione a riempire i buchi ed a fare da collante al tutto. Argomenti come la guerra, il terrorismo, l’inquinamento globale, il cambiamento climatico, il progresso tecnologico, la cupidigia umana vengono via via accennati, immergendo il giocatore in un’atmosfera tranquilla, malinconica e riflessiva.

 

Le battaglie acquatiche dell’ultimo umano
Questa tranquillità non è però destinata a durare. Le fasi esplorative sono infatti inframezzate da battaglie contro colossali boss, gli unici momenti in cui sfoderare il limitato arsenale offensivo della nostra navicella/sottomarino. Questi giganteschi bestioni marini, una dozzina in tutto, dimostreranno di non gradire la nostra intrusione nei loro habitat e ci costringeranno ad impegnarci a fondo per portare a casa la pelle. Gli scontri sono lunghi e complessi, a volte anche articolati su più fasi, e richiederanno grande concentrazione, prontezza di riflessi ma anche approccio metodico e studio dei pattern di attacco, quasi ci trovassimo in un Soulslike o in uno Shoot ‘em Up d’altri tempi. Il livello di sfida di queste fasi è notevole e ciascun boss richiederà numerosi tentativi prima di essere battuto. La frustrazione sarà mitigata dalla vicinanza dei check point, mai a più di una stanza di distanza da un boss, ma starà al giocatore farsi coraggio e, tentativo dopo tentativo, trovare il modo per affrontare ciascun avversario. Non c’è un boss uguale ad un altro e queste battaglie si dimostrano un alto momento creativo del team di sviluppo, sia per la loro inventiva che per la frenesia adrenalinica che le caratterizzano. La strutturata alternanza di fasi esplorative più rilassate e di estenuanti (ma esaltanti!) battaglie coi boss fa funzionare veramente bene il meccanismo di The Aquatic Adventure of the Last Human: il gioco è difatto suddiviso in tronconi esplorativi coronati da uno scontro particolare, e risulta semplice fermarsi tra una sezione e l’altra se la tensione dell’ultima battaglia fosse stata eccessiva, così come farsi prendere dalla curiosità e dire “dai, arrivo al prossimo boss e poi basta” a ripetizione, fino alla fine del gioco. La durata dell’avventura è di 6 – 8 ore, a seconda dell’abilità del giocatore, ma sono presenti anche alcune opzioni per chi volesse continuare le proprie avventure acquatiche: la ricerca di upgrade opzionali, una modalità hardcore ed una boss rush.

Una gioia per gli occhi e per le orecchie
Il comparto tecnico di The Aquatic Adventure of the Last Human si presenta curato ed accattivante. Gli ambienti bidimensionali che andremo ad esplorare sono realizzati con una pixel art letteralmente strepitosa ed una varietà ed attenzione al dettaglio particolari. Si passa da città sommerse a foreste di alghe, da vulcani sottomarini a fabbriche allagate e così via. Dettagli curatissimi sono disposti nei luoghi più impensabili con una cura quasi maniacale: creature sullo sfondo che ci osservano incuriosite, insegne di McDonalds vecchie di di secoli e ricoperte di alghe… ad un certo punto sbuca perfino un braccio della statua della libertà! Le animazioni sono particolarmente curate e riescono davvero a far sembrare il mondo di Aquatic Adventure vivo e pulsante. I boss meritano una menzione speciale per il loro design vario ed elaborato: una gang di squali, un polipo gigante, ma anche orribili mutazioni genetiche causate dall’inquinamento radioattivo, parassiti misteriosi e così via. Si segnala, in negativo, qualche problema con la performance, probabilmente dovuti a dei bug di memoria che lo sviluppatore deve ancora correggere: dopo lunghe sessioni di gioco possono riscontrarsi rallentamenti anche importanti, mentre molto fastidioso è un out-of-memory crash che tende a verificarsi proprio al termine di due delle boss battle più impegnative. Speriamo vivamente che questi problemi vengano risolti al più presto. Chiudiamo in bellezza, infine, spendendo due parole sulla magnifica colonna sonora, perfetto accompagnamento di ogni momento del gioco. Ci troviamo di fronte a delle composizioni elettroniche dal tono riflessivo e malinconico, in grado di incarnare perfettamente le atmosfere di Aquatic Adventure ma anche di sottolineare l’azione e la tensione negli scontri coi boss. Non c’è un solo brano debole in tutta l’OST del titolo e non c’è dubbio che la componente musicale sia parte fondamentale dell’ottima atmosfera che pervade il titolo.

Verdetto
9 / 10
Il primo grande indie del 2016
Commento
Per quanto mi riguarda The Aquatic Adventure of the Last Human è il primo grande gioco del 2016. Le atmosfere, la splendida colonna sonora, la pixel art fenomenale, la narrazione non convenzionale, il level design studiato alla perfezione, le impegnative ma soddisfacenti boss battle... tutto contribuisce a rendere il titolo un vero e proprio gioiellino curato in ogni sua parte. Se amate i metroidvania o Shadow of the Colossus e non siete spaventati da dei combattimenti decisamente impegnativi, The Aquatic Adventure of the Last Human è un ottimo modo per iniziare bene l'anno. Peccato solo per i fastidiosi crash.
Pro e Contro
Grande atmosfera
Design e ritmo eccellenti
Battaglie impegnative e soddisfacenti
Splendida pixel art e colonna sonora magnifica

x Alcuni potrebbero farsi spaventare dalla difficoltà elevata
x Qualche bug: rallentamenti e crash out-of-memory

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