Recensione Tears to Tiara II: Heir of the Overlord

Gli ultimi mesi dell’anno, come di consueto, sono tra i più ricchi per quanto riguarda le uscite di videogiochi. Le librerie dei giocatori si arricchiscono notevolmente di titoli importanti, come Freedom Wars, Shin Megami Tensei IV (per quanto di nicchia e non adatto a tutti) e Assassin’s Creed Unity. Ci sono poi quei giochi come Tears to Tiara II: Heir of the Overlord che, seppur destinati a una stretta cerchia di persone, offrono un’esperienza videoludica a cui andrebbe data almeno una possibilità. Rilasciato il 13 Novembre in esclusiva su PlayStation 3, dopo un’intensa ed estenuante avventura, siamo pronti a condividere con voi le nostre impressioni.

Un’Europa un po’ diversa dal solito
In Tears to Tiara II indosserete i panni di Hamilcar Barca (da qui in poi Hamil, come lui stesso vuole farsi chiamare), l’ultimo signore di Hispania rimasto in vita. Il suo popolo è stato ridotto in schiavitù dal Divine Empire che, in nome della propria (oscura) divinità, si propone l’obiettivo di diffondere morte e sofferenza.

la trama si completa in oltre 60 ore di gioco
Sebbene nelle prime fasi di gioco Hamil possa sembrare un codardo, nasconde un’incredibile potenza distruttiva e una smisurata sete di sangue che non sempre riuscirà a controllare appieno. Aiutato da Astarte, una delle divinità di Hispania, e dai prodi e fedeli seguaci di suo padre, Hamil combatterà strenuamente contro il Divine Empire per riportare in auge il proprio regno e dare libertà e prosperità al suo popolo. Le vicende di Tears to Tiara II si svilupperanno in oltre 60 ore di gioco e vi permetteranno di visitare diverse ambientazioni che richiamano l’Europa e il Nord Africa. Farete inoltre la conoscenza di diversi personaggi carismatici e unici nel loro genere, i quali saranno protagonisti di numerosi colpi di scena capaci di suscitare forti emozioni.

Uno strategico molto lungo
Tears to Tiara II: Heir of the Overlord adotta una formula particolare per le proprie meccaniche di gioco. Ciò che abbiamo è uno strategico a turni alternato a lunghe sessioni narrative tipiche del genere delle visual novel. Soprattutto nelle prime ore di gioco,

un titolo non adatto a tutti
la narrazione ricoprirà un ruolo fondamentale. I dialoghi ivi presenti descriveranno in modo accurato ogni situazione e cercheranno in tutti i modi di non lasciare nulla al caso, grazie anche alla presenza di numerosi flash-back. Tuttavia, in molte occasioni il discorso si allontanerà dall’argomento principale, finendo col discutere di cose futili o comunque poco interessanti. Se da un lato è apprezzabile l’accuratezza con cui sono trattati gli avvenimenti, dall’altro lato l’eccessiva lunghezza delle parti narrative potrà spaventare numerose persone, rendendo Tears to Tiara II un titolo certamente non adatto a tutti.

Non solo visual novel
Come abbiamo già accennato prima, la componente narrativa svolta nella forma di una visual novel non è l’unica delle meccaniche di gioco di Tears to Tiara II, in cui i combattimenti si svolgeranno seguendo la formula degli strategici a turni. I meccanismi di gioco saranno pressappoco quelli canonici del genere, con un livello di difficoltà non dei più alti se ci si accontenta di finire il gioco, ma capace di aumentare in modo esponenziale se si mira al raggiungimento degli obiettivi secondari e ad al massimo Rank di battaglia. Tra le peculiarità dei combattimenti di Tears to Tiara II spicca sicuramente la Chain Stock, un piccolo contatore che permette di potenziare le magie (incrementando la loro potenza, permettendone l’ utilizzo dopo il movimento e così via) o di eseguire potenti attacchi combo che devasteranno il nemico. Alcuni personaggi saranno invece capaci di cavalcare degli animali mitologici, come i grifoni o gli elefanti sacri di Hispania, permettendo una certa varietà nelle proprie strategie. Altra caratteristica peculiare è senz’altro la possibilità di Hamil e Astarte di trasformarsi nel corso della battaglia. Regolati da una barra e solo per due turni per trasformazione, essi potranno diventare Melqart e Tanit, un dio della guerra assetato di sangue e una versione “più matura” della dea Astarte. I vari personaggi potranno inoltre utilizzare, una volta per combattimento, degli attacchi combinati dall’incredibile potenza distruttiva (e dall’elevato costo in termini di MP e Chain Stock). Peccato però che non sia presente alcuna lista per controllarne costi e condizioni di utilizzo, obbligando il giocatore a prenderne nota per non dimenticarli.

Un comparto tecnico altalenante
Dal punto di vista della realizzazione del comparto tecnico, Tears to Tiara II “delude e non delude”. Modelli poligonali, texture e animazioni non sono tra le migliori, con un risultato decisamente scadente e oltretutto poco ottimizzato visti i frequenti cali di frame. E non solo, in diverse occasioni il gioco ha portato ad un completo freeze della console, costringendo a riavviarla e a ricominciare dall’ultimo salvataggio. Tuttavia, i disegni realizzati sono a dir poco eccezionali e ci permettiamo di dire che lasciano chiudere un occhio sui difetti sopra descritti.

il comparto audio è eccellente sotto ogni punto di vista
Anche i personaggi realizzati in versione chibi sono esteticamente piacevoli alla vista e contribuiscono senz’altro a ridurre il tono serioso di determinate situazioni cariche di tensione. Per quanto riguarda il comparto audio, invece, la realizzazione è eccellente sotto ogni punto di vista. Il doppiaggio in lingua giapponese non delude praticamente mai, se non fosse per alcune voci che sono riciclate in modo eccessivo per i personaggi secondari. L’intera colonna sonora di Tears to Tiara II è di incredibile qualità e perfettamente adatta ad ogni situazione incrementando l’immersione da parte del giocatore nelle varie situazioni proposte. Insomma, visto il livello raggiunto su certi aspetti è veramente un peccato che la realizzazione tecnica soffra di tali problemi, quando si poteva certamente fare di più.

Verdetto
8 / 10
Un regno di logorroici
Commento
Tears to Tiara II: Heir of the Overlord è decisamente un titolo interessante a cui andrebbe data una possibilità, sia per l’incredibile componente narrativa (se si sorvola sui dialoghi futili), sia per le meccaniche da strategico a turni. Purtroppo, però, l’eccessiva lunghezza del gioco (che Atlus attesta sulle 80 ore per finirlo soltanto, noi siamo arrivati a poco meno di 70) e la mancata localizzazione in lingua italiana possono far desistere molte persone rendendolo, purtroppo, un titolo decisamente di nicchia.
Pro e Contro
Realizzazione audio
Caratterizzazione dei personaggi
Incredibile spessore narrativo
Meccaniche di gioco interessanti

x È eccessivamente lungo
x Molti dialoghi non erano necessari
x Alcuni difetti nella realizzazione grafica

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