Recensione Table Top Racing: World Tour

Quando le ambizioni di Mario Kart e lo stile del brand MicroMachines si uniscono, i risultati potrebbero essere tutt’altro che discutibili: immaginate un mucchio di auto dalle dimensioni ridotte che gareggiano sulla cima di un tavolo, schivando pagnotte e posate per sbaragliare gli avversari e vincere una corsa. Le premesse del nuovo titolo di PlayRise Digital sono senza dubbio apprezzabili, e l’arrivo di Table Top Racing: World Tour tra i titoli gratuiti del PlayStation Plus di questo mese potrebbe spingere più di un appassionato di corse arcade a tentare il download.

Ma si sarà rivelato all’altezza delle aspettative?

 

Versione testata: PlayStation 4

 

 

Ciao mamma, vado a giocare con le macchinine!
 

Table Top Racing: World Tour si ispira a Mario Kart e MicroMachines…
 Table Top Racing: World Tour è una sorta di versione “maggiorata” del Table Top Racing rilasciato qualche anno fa su mobile, con un sistema di gioco completamente rivisto per adattarsi alle console casalinghe. Gareggiando sulla cima di una serie di tavoli in giro per il mondo (tra Stati Uniti, Francia e compagnia bella), il giocatore sarà chiamato ad affrontare una serie di sfide per aggiudicarsi le coppe di un discreto numero di campionati, divisi per cilindrata esattamente come avverrebbe in un qualunque Mario Kart.

 

Ed è proprio a Mario Kart che il sistema di gameplay si ispira maggiormente, sviluppandosi con dei controlli tipicamente arcade e una serie di armi / potenziamenti sparsi in giro per la pista, da poter utilizzare a sfavore degli avversari.

… Con risultati discutibili
Il paragone con la nota serie Nintendo, tuttavia, si dimostra indubbiamente azzardato quando ci si rende conto che le armi di Table Top Racing: World Tour non hanno effettivamente nulla di troppo originale, eccezion fatta per l’Attacco Gelo che permette di congelare all’istante i nemici in un blocco di ghiaccio. Tra missili a ricerca, mine, turbo e acido da spruzzarsi alle spalle, i power-up del titolo PlayRise Digital sembrano esaurire il loro potenziale già dal primo utilizzo, risultando un semplice supplemento alla corsa ma nulla di veramente indispensabile ai fini del divertimento.

 

Per fortuna, Table Top Racing: World Tour si riprende quando ci si avventura nei meandri del garage, offrendo circa 15 auto in tre categorie da sbloccare (e potenziare) a suon di monete tintinnanti.

 

Table Top Racing: World Tour

“Braking’s Bad”. Certo.

 

“Mer*a, ci siam scordati la derapata!”
Clamorosa l’assenza di una derapata
Il motivo per cui gli sviluppatori di Table Top Racing: World Tour hanno deciso che la derapata era un optional, in un gioco di corse Arcade, resterà sempre un mistero. Tra le azioni che il giocatore potrà compiere, infatti (molto basilari, in verità), figurano semplicemente l’accelerazione, il freno, l’utilizzo dei potenziamenti e uno “specchietto retrovisore” per dare un’occhiata alle proprie spalle; quando i tracciati, tuttavia, decideranno di piazzare di fronte a voi una serie di curve a gomito, le imprecazioni saranno praticamente assicurate.

 

Per ovviare al problema, il giocatore potrà scegliere di attrezzare la propria auto con un esclusivo set di ruote da derapata, che abiliteranno una sorta di drift automatico per l’auto ogni volta che si affronterà una curva in un determinato modo. Un tale sistema risulta, però, tutt’altro che gestibile ad “alte” velocità, traducendosi in una manovrabilità complessiva delle vetture particolarmente complessa e frustrante a dir poco.

Se a ciò si aggiungono un sistema di collisioni e un motore fisico decisamente da rivedere, non è improbabile che vi ritroviate occasionalmente a rimbalzare, come la pallina di un flipper, tra una parete e l’altra di un collo di bottiglia, perdendo una gara non tanto per incapacità quanto per l’inefficienza del sistema di guida in generale.

 

Table Top Racing: World Tour

 

Macchinine incerte
Design apprezzabile, ma non memorabile
Sul lato tecnico, non c’è dubbio che l’immediatezza di Table Top Racing: World Tour possa piacere ai più piccini, con un gran numero di colori ed elementi “familiari” su schermo che è sempre piacevole poter vedere da un’altra prospettiva. Tra pagnotte francesi, bombolette spray e posate, gli ostacoli sulla pista non mancheranno di certo, sebbene il più delle volte non siano altro che dei prop di scena senza alcuna vera utilità pratica.

 

Il design dei tracciati, tutto sommato, risulta più che apprezzabile man mano che si sfreccia tra le varie piste, e la presenza di alcune shortcut potrebbe occasionalmente donare un pizzico di varietà all’esperienza di gioco; nonostante ciò, è indubbia la monotonia di fondo che Table Top Racing: World Tour è in grado di trasmettere, con tracciati sostanzialmente piatti e “classici” che non si differenziano per nessun elemento in particolare a parte la conformazione della pista e il design complessivo, ispirato al luogo geografico in cui vengono piazzati.

Dimenticatevi, insomma, i capolavori di level-design e gli splendidi elementi architettonici di Mario KartTable Top Racing: World Tour spinge il giocatore attraverso piste che non hanno davvero nulla di innovativo da offrire, portando alla noia dopo davvero pochissimo tempo e alimentando il desiderio di giungere al trofeo di Platino anche soltanto per poter liberare spazio sull’hard disk.

A meno di voler affrontare un gruppo di amici in una sfida a suon di insulti e patatine sgranocchiate.

 

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Verdetto
6 / 10
Tutta la notte power-up e pagnotte
Commento
Se ci venisse chiesto di affrontare faccia a faccia i genitori di Table Top Racing: World Tour, probabilmente la prima frase sarebbe: "potrebbe fare di più ma non si impegna". Pur traendo ispirazione da MicroMachines per il lato tecnico e dalla serie di Mario Kart per il gameplay, infatti, gli sviluppatori di PlayRise Digital hanno confezionato un prodotto che ha ben poco di memorabile e che risulta senza dubbio carente in più di un aspetto (primo fra tutti: l'assenza delle derapate controllate), portando il giocatore alla noia e/o all'abbandono dopo un numero decisamente ridotto di ore di gioco. Se, però, pensate che l'esperienza possa piacervi ugualmente, vi consigliamo di aggiungerlo alla vostra Raccolta su PlayStation 4, prima della fine di Maggio, tramite PlayStation Plus; in alternativa, sarete costretti a sborsare circa €17,90 per acquistarlo a prezzo pieno, una cifra che, indubbiamente, non ci sentiamo di consigliare per l'esordio di PlayRise Digital su console.
Pro e Contro
Varietà nelle modalità di gioco
Level-design piacevole
Stile grafico semplice e immediato

x Assenza di un tasto per la derapata
x Pochi tracciati, molto simili tra loro
x Evidenti problemi con le collisioni
x IA non eccellente

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