Recensione Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls

Il 2016 è stato un anno ricco per gli amanti della serie di Hyperdimension Neptunia, che hanno visto arrivare non solo un nuovo capitolo della serie principale su PlayStation 4 ma ben 2 spinoff. Dopo aver dovuto contrastare un’orda di non morti e mantenuto alto il buon nome della Gamicademi in MegaTagmension Blanc + Neptune VS Zombies adesso è arrivato il momento per IF e Neptune di fronteggiare una nuova “minaccia” che tenta di modificare il normale corso della storia. Ma non perdiamoci in ciance e andiamo a scoprire Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls, disponibile dal 21 Ottobre su PlayStation Vita.

Back to the Future
Prima di iniziare a parlare del gioco è doveroso aprire una veloce parentesi sulla figura delle Sega Hard Girls, versione personificata delle console Sega, progetto multimediale nato dalle pagine della rivista giapponese Dengeki Bunko. Vista la natura delle Sega Hard Girls che ricalca quella delle protagoniste della serie di Hyperdimension Neptunia, quale occasione migliore di metterle insieme in uno scoppiettante cross-over che unisse questi 2 mondi?
Come abbiamo imparato nel corso di questi anni, ogni serie di Hyperdimension Neptunia è rappresentata da un universo ben distinto e da una sua linea temporale. Qua in Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls le eroine di casa Compile Heart dovranno vedersela con le Sega Hard Girls, e insieme prevenire la scomparsa della storia dal mondo da parte di un misterioso mostro che si nutre delle varie epoche passate. La trama di questo spin-off parte subito in quarta, incasinando le cose al punto giusto e tirando in ballo paradossi e problematiche legate agli intricati meccanismi dei viaggi temporali. Avendo a che fare con un altra dimensione i legami narrativi sono limitati ai soli personaggi qua presenti, che differiscono in maniera tangibile da quella degli altri episodi della serie. In Superdimension Neptune ritroveremo IF nel ruolo di protagonista e avventuriera, e solo alcune delle CPU della serie principale, la cui presenza è legata a quella delle Hard Girls. Avremo quindi Neptune, Nepgear, Plutia e Uzume, ovvero le personificazione delle console Sega in salsa Hyperdimension che dovranno scontrarsi con le “reali” versioni umanizzate di Saturn, Dreamcast, Mega Drive e Game Gear, in un conflitto generazionale che va avanti dalla notte dei tempi e che rischia di compromettere il futuro del mondo. Non manca nemmeno una nuova ragazza all’appello, Segami, il cui passato è avvolto nell’ombra e solo con l’aiuto di IF riuscirà a recuperare i ricordi persi.

Se le premesse iniziali sono buone e promettenti, giocando ci si trova di fronte all’ennesimo capitolo che non riesce ad offrire nulla di nuovo sotto il profilo narrativo. Non mancano battute e rotture della quarta parete, in particolar modo da parte di Neptune, qua nel ruolo di spalla in un’inedita versione motorizzata, ma in linea di massima ci si trova di fronte ad un ciclico ripetersi di situazioni già viste in altri capitoli. La presenza delle Sega Hard Girl non riesce a far decollare questo spin-off, che manca di tutta quell’autoreferenzialità e fanservice che invece era ben evidente nella serie animata a loro dedicata e che si sarebbe ben sposata con lo spirito della serie.

Tutta un’altra storia
Anche la struttura utilizzata per raccontare la storia non riesce a convincere a pieno, optando per una serie di missioni selezionabili in ordine libero che fanno perdere il senso della trama e confondono le idee. Inoltre, ogni missione avrà un tempo limite per essere completato oltre il quale scomparirà e non sarà più accessibile. Questo almeno fino al superamento della prima parte, quando andremo ad affrontare per la prima volta il boss finale del gioco ed entreremo nel meccanismo dei viaggi nel tempo, che ci permetteranno di riavvolgere l’avventura e rendere nuovamente disponibili le missioni perse. Ogni quest avrà un valore quantificato in stelle, e una volta completate ridurranno la potenza del mostro, fino a quando non sarà possibile sconfiggerlo. La parte delle quest sarà quindi uno degli aspetti che più occuperanno tempo in Superdimension, dovendo necessariamente sbloccarne di nuove per proseguire nel racconto, che come sempre sarà ben ricco di lunghi dialoghi da leggere, molto spesso fini a se stessi. Oltre alle missioni storia, avanzando nell’avventura se ne sbloccheranno di nuove che permetteranno di eliminare il level cap delle classi o apprendere nuove skill o slot per equipaggiarle.

Proprio le classi rappresentano una delle prime novità di questo capitolo. Ogni personaggio potrà cambiarle a piacimento, e a seconda di quella scelta, abilità e statistiche cambieranno influenzando gli esiti degli scontri. Anche il sistema di combattimento ricalca quello a turni dell’originale ma prende strade completamente diverse. Qua, muovendoci entro i limiti dell’area di lotta, si potrà attaccare sferrando una serie di colpi, utilizzare oggetti o skill o mosse speciali, fin quando la Barra Azione non sarà piena e ci obbligherà a passare alla ragazza successiva. Per quello che riguarda i colpi inferti con l’arma, potremo assestare degli attacchi singoli o caricare la Barra Azione al suo massimo per scatenare una combo dalla potenza maggiore. Qualsiasi cosa decideremo di fare in campo si andrà a caricare la Barra Fever, che una volta piena ci permetterà di attivare una modalità speciale nella quale (fino al suo esaurimento) il nemico non potrà attaccarci e avremo quindi un vantaggio tattico non indifferente.

Adesso non solo le CPU potranno trasformarsi nella loro versione HDD ma anche IF potrà contare su una nuova forma (a conti fatti un semplice reskin), che le garantirà maggior potenza d’attacco. Come nei capitoli principali della serie (Da Re;birth in poi) i nemici avranno accesso allo Stato Virale, che ne cambia non solo i connotati estetici, ma ne aumenta le statistiche di battaglia, e la possibilità di infettare altri nemici vicini a lui, aumentando il livello di sfida.

 

 

The art of fighting nep nep edition
Altra novità in battaglia riguarda la presenza di alcuni cristalli speciali, che se raccolti saltando, permetteranno di ripristinare parte della salute, dei punti magia o caricare una piccola percentuale della Fever. Non manca nemmeno l’ormai classico Lily Rank (ora Lily Assist), sistema che regola l’affinità delle eroine in battaglia, qua legato principalmente alla formazione che queste assumeranno una volta scese in campo. A seconda della tattica utilizzata e dello slot della postazione assegnato il rapporti fra le compagne del party sarà più o meno forte, riflettendosi sugli attacchi caricati, che se attivati in presenza di alti valori di Lily rank, verranno eseguiti con maggior impegno, e quindi più danni al nemico. La formazione inoltre contribuisce ad attivare dei vantaggi immediati, come ad esempio una maggior difesa di gruppo, la possibilità di ottenere più frequentemente cristalli e così via. Rispetto alla serie classica anche l’esplorazione subisce qualche lieve modifica: IF in qualità di avventuriera potrà correre nei dungeon, velocizzando così un po’ l’azione generale, così come una maggior propensione ad accentuare un aspetto platform, spingendo il giocatore ad effettuare lunghi salti in corsa per raggiungere nuove zone, arrampicandosi su pareti scalabili o appendendosi a delle corde per vertiginose traversate. Un’aggiunta che sicuramente svecchia un po’ una formula ormai piuttosto stantia, ma che si trova purtroppo a fare i conti con una dura realtà ovvero il riciclo degli asset dei vecchi giochi. Gran parte dei dungeon vengono presi di forza dai precedenti titoli, così come la quasi totalità dell’impianto grafico, dagli artwork ai modelli 3D (salvo i nuovi delle Sega Hard Girls) delle CPU e dei nemici. Proprio i labirinti da esplorare saranno ripetuti nel corso del gioco, per l’esattezza nelle varie ere, cambiando giusto in qualche dettaglio o aggiungendo nuove aree, scordandosi il più delle volte delle nuove aggiunte di gameplay.

Fuori dai dungeon la gestione del gioco avverrà tramite menù testuali o per mezzo della mappa, nella quale oltre ad accedere alle varie zone dove, di tanto in tanto, faranno la loro apparizione curiosi personaggi, alcuni dei quali ci sbloccheranno nuove quest o ci daranno ricompense, come ad esempio nuove voci nel menù dei cheat, che permettono di modificare alcuni aspetti del gioco, come la difficoltà, l’esperienza ricevuta in battaglia e tanti altri valori più o meno utili, specialmente nell’ottica di dover affrontare le ormai fin troppo consuete sessioni di grinding, fondamentali per poter avanzare nel gioco.

Copia/incolla
Come sottolineato durante l’analisi dei dungeon, Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls è un titolo realizzato al risparmio, e già dopo i primi minuti questa sensazione si palesa in maniera snervante, specialmente se siete dei fan della serie e non avete mai perso un capitolo. Dalla grafiche alle musiche tutto appartiene al passato, in un riciclo forzato mascherato da fanservice. Qualche novità la si trova pure, come alcuni livelli, gli artwork delle Sega Hard Gilrs (e i relativi modelli 3D) o la nuova opening, Symmetric Generations, che fa da apripista al gioco, ma nel complesso i cambiamenti sono generalmente pochi. Come da tradizione troviamo poi una discreta traduzione in inglese che accompagnerà le molte ore di lettura dei numerosi dialoghi che intramezzeranno le battaglie e la possibilità di alternare il doppiaggio inglese a quello originale giapponese.

Verdetto
7 / 10
Segami non è un Sega Hard Girl, ma un consiglio :v
Commento
Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls si inserisce all'interno del vasto universo di Hyperdimension Neptunia in maniera poco incisiva. Di per sé ci troviamo anche di fronte ad un buon titolo, con una storia che nel complesso regge, un gameplay solido che cerca anche di aggiungere qualcosa a quello classico della serie e in generale un'atmosfera che ricalca gli altri capitoli. Dove sbaglia Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls è nel riproporre allo sfinimento certe situazioni a livello di trama e di dialoghi, non sfruttando le Sega Hard Girls che potevano essere una ghiotta occasione per imbastire, proprio a livello narrativo, qualcosa di potenzialmente divertente e comico. Anche il continuo riciclo degli assets del gioco pesa ulteriormente sull'economia del gioco, in particolare a quei giocatori che non hanno perso mai un capitolo, ed è forse a loro, che il titolo Idea Factory potrebbe rischiare di piacere meno, funzionando invece per chi si avvicina alla serie, magari attratto proprio dal fascino delle console Sega.
Pro e Contro
Il fanservice delle console Sega non ha prezzo
Gameplay solido
Buon incipit narrativo...

x ...che non si sviluppa adeguatamente
x Personaggi poco sftuttati
x Riciclo di asset troppo marcato

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