Recensione Song of the Deep

Più e più volte, anche su queste pagine, abbiamo parlato di sviluppo indipendente e non è raro trovarsi davanti (soprattutto negli ultimi tempi) a giochi  indie capaci di rivaleggiare con produzioni blasonate per i motivi più disparati.  Cosa succede se una software house famosa decidesse di concentrare qualche risorsa e pochi uomini per creare un progetto semi-indipendente? La risposta ce la da Insomniac Games  con Song of the Deep, disponibile dal 19 Luglio in digitale su PlayStation 4 e Xbox One ad un prezzo di partenza di 14,99 €, e acquistabile in versione retail solo nei negozi Gamestop, a 19,99 €. Sarà riuscita la casa di Ratchet & Clank, Spyro e Sunset Overdrive a convincerci nuovamente?

Versione Testata : PlayStation 4

In fondo al mar
Merryn vive alla giornata col proprio padre pescatore, sono poveri ma felici, e ogni sera si addormenta coi racconti delle profondità oceaniche.Un giorno suo padre non torna dalla battuta di pesca, e la ragazzina preoccupata lo aspetta fino alla sera successiva, quando ancora la barca non si staglia all’orizzonte, Merryn decide di prendere il vecchio sottomarino del genitore e  andare a cercarlo. Verrà inglobata da una forte corrente e trascinata in fondo al mare, dove scoprirà che le storie raccontate ogni sera da suo padre forse non erano del tutto inventate. La trama di Song of the Deep non è troppo complicata e concentra il proprio focus sulla ricerca del padre di Merryn, sebbene ci sia spazio anche per i misteri delle profondità marine, nonostante questo riesce a convincere pienamente nella propria semplicità intrattenendo il giocatore anche grazie alla voce della narratrice che l’accompagnerà per tutta la durata del viaggio.

20’000 monete sotto il mare
Song of the Deep è un metroidvania ed, in quanto tale, punta fortemente sull’esplorazione  delle  diverse aree di gioco. Mentre cerca il padre perduto, Merryn troverà non solo degli upgrade per il proprio sottomarino, ma anche nuove civiltà e soprattutto un numero spropositato di tesori. Come in ogni metroidvania che si rispetti per accedere a nuove zone si dovranno sbloccare dei potenziamenti appositi, tra cui ben tre tipi di missili (Elettrico, Infuocato e Ghiacciato), un Sonar in grado di rilevare la conformazione delle grotte nell’oscurità, dei fari e un motore più forte per poter affrontare le correnti.La ragazza potrà far affidamento anche su un paguro venditore ambulante, che le venderà  dei potenziamenti per ognuno dei gadget appena elencati in cambio dei tesori sommersi ritrovati. Da un certo punto della trama inoltre, Merryn potrà uscire liberamente dal proprio mezzo, per infilarsi in vicoli stretti o semplicemente per risolvere alcuni enigmi ambientali (di cui parleremo tra poco). Vi sono inoltre sparse per le dieci aree di gioco 15 espansioni per la salute del sottomarino ed altrettante per gli attacchi speciali (i missili) che vanno a completare la lista di collezionabili di Song of the Deep.

Durante  le circa dieci ore di gioco necessarie per arrivare ai titoli di coda raccogliendo ogni  tesoro e potenziamento, Merryn si imbatterà in diversi puzzle ambientali che variano dallo distruggere determinati oggetti con delle bombe, al riflettere un raggio di luce su  un gruppo di specchi, passando per delle bombe sensibili al sonar e giochi di interruttori. Non vi sono spiegazioni su come risolvere gli enigmi, lasciando solo il giocatore con la propria pazienza ed esperienza: ogni volta che otterrete un nuovo strumento vi sarà detto solamente cosa è in grado di fare, ma  dovrete  utilizzarlo al meglio da soli, aumentando il livello di immedesimazione con Merryn. Questo apprendimento autodidatta si riscontra  molto più spesso nella caccia ai collezionabili, rispetto a quanto si possa vedere nella storia, con  anguille dispettose o plancton che ci seguiranno fino ad un determinato punto, passando per delle ostriche che mangeranno solo oggetti del proprio colore. Non c’è nessun tesoro introvabile se si sfruttano a dovere le capacità del sottomarino e l’esperienza appresa fino a quel momento.

Ma dove sono i boss?
Se da un lato abbiamo la giusta dose di enigmi ed esplorazione, dall’altra troviamo una serie di nemici poco ispirati  praticamente tutti uguali e  non memorabili, se non fosse per il guardiano che   segna la prima metà dell’avventura di Merryn, il comparto degli avversari sarebbe praticamente tutto da bocciare. Uno dei punti forte dei metroidvania più riusciti sono sicuramente le battaglie, con  nemici vulnerabili solo ad un tipo di colpo (spesso il potenziamento appena ottenuto) e soprattutto capaci di mettere il giocatore alla prova. Song of the Depp purtroppo cade e rende il tutto un button smashing tra la pinza del sottomarino, i nemici reskinnati ed in alcuni casi più concitati i missili elettrici. Durante l’avventura si muore più per una distrazione ambientale che per i colpi avversari dando una sensazione fin troppo blanda  di quest’aspetto. Un vero peccato soprattutto per come poteva essere sfruttata la fauna sottomarina.

L’atmosfera giusta al momento giusto
Fortunatamente c’è un’aspetto che  riesce a colmare il difetto appena espresso: l’atmosfera. Più e più volte, l’esplorazione dei fondali creati da Insomniac Games è riuscita a convincerci in pieno per il giusto mix di musiche, suoni di sfondo e  soprattutto per  una gestione dei fondali veramente indovinata. Le creature che si alternano sullo sfondo, dalle balene alle piccole tartarughe, riescono a distogliere l’attenzione del giocatore, che si immerge sempre più nei fondali al fianco di Merryn.

Atmosfere  mozzafiato
La stessa conformazione della mappa riesce ad essere allo stesso tempo labirintica ma facilmente memorizzabile entro la fine del titolo. Al tutto si somma una colonna sonora orchestrale da brividi e  un doppiaggio inglese (nella sola voce della narratrice) che rendono il tutto ancora più interessante. Un’unica nota per quanto riguarda le texture ambientali, quando a schermo si  sommano diversi effetti (fumo, ghiaccio, fuoco) il gioco tende a non caricarne l’ultima, lasciando spiazzati specialmente durante alcuni enigmi ambientali verso la seconda metà di gioco. Song of the Deep infine ha tutti i testi a schermo in italiano e non vi sono particolari refusi nella traduzione.

Verdetto
8 / 10
More like Song of the Feels
Commento
Song of the Deep non è il metroidvania migliore di sempre, e non aspira ad esserlo. Ma con un'atmosfera d'impatto, una trama indovinata nella sua semplicità e una colonna sonora praticamente perfetta in ogni brano riesce a far chiudere un occhio sulla scarsità di boss e sugli infiniti reskin degli altri nemici. il prezzo a cui è offerto il titolo è un altro punto a favore per la produzione di Insomniac Games che siamo sicuri divertirà gli amanti del genere e non vi farà pentire dell'acquisto.
Pro e Contro
Atmosfera indovinata
Colonna sonora riuscita
Storia semplice ma riuscita
Ottimo prezzo

x Boss battle non avvincenti
x Qualche bug grafico

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