I simpatici svedesi di Zordix portano Switch indietro nel tempo con una doppietta al profumo di Gamecube. Oggi è il turno delle gare in motoslitta sul candido manto nevoso!
Grande feeling quello degli scandinavi con le macchine di Kyoto. Già su 3DS avevamo visto i precedenti capitoli, decisamente embrionali, di quelli che oggi sono
Snow Moto Racing Freedom e Aqua Moto Racing Utopia (
la cui recensione arriverà a stretto giro di boa, e non è un modo di dire), due titoli che vanno a braccetto e mostrano
una visione del videogioco corsistico decisamente divertita,
figlia del periodo che parte da metà anni ’90, con Nintendo 64 e PlayStation, per finire la sua carriera verso il 2006 (
con l’avvento di quello che per me, escluso Mario Kart, è l’ultimo vero racing arcade puro, Outrun 2006 Coast to Coast), in cui i team di sviluppo si sono sbizzarriti nel creare titoli competitivi decisamente fuori dagli schemi ispirati a sport estremi, con filosofie quasi da sala giochi; da Cool Boarders a 1080°, fino allo stadio evolutivo finale, SSX, con EA Big pronta a sporcarsi anche nel mondo rallystico
SEGA-style di Shox. Da li giù, a rotta di collo con Downhill Domination, dall’omonima disciplina ciclistica, per tuffarsi infine nelle cristalline acque di Wave Race. Il minimo comun denominatore di queste produzioni erano due aspetti semplicissimi,
arcade totale e stravaganti, antifisiche,
evoluzioni. Proprio in questo solco nella neve fresca va a correre, con 10 anni di ritardo, il nostro Snow Moto Racing Freedom.
Amarcord estremo o nuova linfa all’arcade racing?
Versione testata: Nintendo Switch
Pupazzi di neve
Schietto come chi nasce,
cresce e vive in alta montagna, il nostro titolo ci mette davanti a un menu chiaro, conciso, con tante modalità di gioco, dal
campionato, corposo piatto di polenta e cervo fino alle merende degli eventi singoli, da gustarsi nelle pause e decisamente più interessanti di quanto potrebbe sembrare. Dalle
prove a tempo impostate con le classiche 3 medaglie divise in scaglioni cronometrici (
la sfida sul tempo è essenza stessa del piacere di guida, qui davvero ottima) alle sfide di
freestyle in arene studiate ah-hoc, con acrobazie decisamete varie e numerose, un’ottima variante rispetto al cuore del gioco, che con le sue rampe e un’interessante fisica delle fasi in volo, che permette di godersi alla grande questo lato del sistema di guida. Il già citato campionato si divide invece in tre categorie dove salire di rango e dominare le nevi di
Scandinavia,
Alpi e
Montagne Rocciose. Se la disciplina
Snocross è una classica serie di gare su circuiti di neve compatta (
decisamente simili a quelli di motocross) è nella declinazione
Sprint che le vere caratteristiche del mezzo vengono spinte al limite (
la terza, Freedom, è un contenitore di gare alternate tra queste due, con un livello di difficoltà decisamente “pro”).
Tanta carne al fuoco, e si sa, in montagna viene fame. Tra modalità, motoslitte e discipline, con qualche caduta di stile “fisica”.
Ci si ritrova nella natura selvaggia, glaciale, per
attraversare in ordine un certo numero di archi-checkpoint gonfiabili di un arancione inconfondibile, attraverso discese e salite, rocce che affiorano dal bianco e spoglie foreste, il tutto facendo i conti con un’
IA aggressiva,
non particolarmente intelligente ma velocissima. Il gameplay in se è gustosissimo e il level design impegnato, soprattutto nello studiare le pendenze, i dossi e gli ostacoli, spingendo il giocatore a scegliere il compromesso migliore tra la via più sicura e quella più veloce. Peccato che gli sviluppatori non abbiano fatto bene i conti con la fisica.
Le motoslitte, innanzitutto,
sono decisamente leggere, quasi fluttuanti. Adesso, io non ne ho mai guidata una ma l’idea è quella di un mezzo pesante, che fa presa col cingolo sulla neve in un perpetuo battibecco tra aderenza e agilità. Sono bestie da quasi 400kg da guidare sulla neve fresca, eppure l’analogico imprime alle
due tempi un feeling estremamente artificiale e
naïf.
Questo bisogna dire che accade soprattutto negli Snocross, dove forse gli sviluppatori hanno voluto ricreare una differenza “tattile” tra neve fresca e compatta, costruita, rendendo però le gare rarefatte e confuse, con una guida in generale poco verace.
Il meglio di se infatti Snow Moto Racing Freedom lo da negli spazi aperti, habitat naturale dei nostri bolidi, in cui risparmiare saggiamente il turbo per le salite e inventarsi la traiettoria migliore, al netto di
vari problemi con le collisioni, dove colpire un masso ci farà schizzare in aria come se avessimo imboccato una rampa mentre i cespugli ghiacciati ci disarcioneranno spesso e volentieri. Bizzarrie svedesi di un titolo che avrebbe meritato maggior cura nei dettagli, data la sua solida e glaciale struttura.
Tecnicamente…Me ne infischio
Chi ha studiato l’impianto audiovisivo del titolo me lo immagino un po’ come Clark Gable in “Via col vento”, perlomeno lavorando a questa conversione.
Un numero davvero alto di tracciati a cui fa da contraltare un colpo d’occhio d’insieme irrimediabilmente old school. Soprattutto negli spazi aperti il livello di dettaglio è ai minimi sindacali (
niente pubblico, per esempio, neanche cartonato) e, se si è fortunati e si viene baciati dal sole virtuale, il massimo della classe è il tipico luccichio dei cristalli di neve puri e incontaminati. Il resto sono molte texture
low-res, alberi immoti, baite di plastica e una natura in generale finta, che riporta la mente, anche per questo, all’era PlayStation 2.
Un problema mitigato giocando in portatilità, soluzione assolutamente consigliata che valorizza un progetto comunque piccolo, ancor più apprezzabile in soggettiva, visuale che azzera i problemi di alcune animazioni decisamente innaturali, come la slitta che dopo un contatto va totalmente a terra di lato per poi tornare eretta come attirata da un magnete. Piacevoli e dettagliate invece le imperfezioni delle piste di Snocross, come potete vedere dall’immagine poco più in alto. Un tira e molla continuo tra le due modalità, dove una ha un gameplay migliore ma estetica peggiore e viceversa, una situazione molto particolare da descrivere.
Il frame rate, al mio occhio,
sembra ancorato a poco meno di 30fps. Dico ciò perché nei cambi di direzione l’occhio prova un certo fastidio, è tutto sempre un po’ scattoso, probabilmente per l’assenza di un qualsivoglia effetto blur e di una telecamera un po’ spigolosa, vai a sapere, infatti con condizioni meteo avverse il tutto diventa più “soft”. Un problema che diventa ancora più fastidioso durante le gare in notturna, dove l’illuminazione è legata all’abbagliante del mezzo e di conseguenza al suo movimento. Chiudendo gli occhi restano da spendere due righe sul sonoro che, senza girarci troppo intorno, è abbastanza terribile.
I motori delle moto sembrano frullatori a immersione a piena potenza mentre il sottofondo metal tanto caro ai popoli del nord Europa va dal dimenticabile al fastidioso, a seconda dei gusti musicali personali. Si salva, ed è anzi apprezzabile, il fruscio della neve e l’impatto sordo che diffonde all’atterraggio dopo un acrobatico volo: soffice e familiare. Insomma, un comparto tecnico messo li perché serviva, funzionale stile Ikea, mai perfetto e un po’ sciapo.
Poi però ci si ritrova in mezzo alle Alpi,
al tramonto, con la neve che prende quelle sfumature arancio-rosate incantevolmente crepuscolari da godersi a cavallo di una motoslitta (
quando ricapiterà?) e viene da dire: “bene così, amici svedesi, il Mondiale ve lo siete anche meritato, dai”.
Verdetto
7 / 10
I montanari alzino di un voto
Commento
Pro e Contro
✓ Le motoslitte spaccano
✓ Divertente, longevo, impegnativo
✓ Multiplayer locale con 2 Joy-Con
x Magagne tecniche
x Colpo d'occhio poco appagante
x Incuria generale
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