Recensione Shin Megami Tensei IV: Apocalypse

Due anni fa usciva in Europa Shin Megami Tensei IV, nuovo capitolo principale di una delle più importanti serie targate Atlus. Il titolo, uno dei migliori JRPG usciti su 3DS, narrava l’avventura di Flynn, un samurai del regno orientale di Mikado ritrovatosi al centro di una guerra tra angeli e demoni in una Tokyo post-apocalittica. Come in molti giochi della serie, anche SMT IV permetteva al giocatore di scegliere tre diversi allineamenti che avrebbero portato a tre differenti finali. Nel percorso caotico il giocatore si sarebbe schierato a fianco dei demoni, in quello legale a fianco degli angeli, ed in quello neutrale avrebbe rifiutato entrambe le potenze occulte per difendere quel che restava della razza umana. Shin Megami Tensei IV: Apocalypse, più che un sequel una sorta di espansione standalone, riprende l’ambientazione del gioco principale e si colloca interamente all’interno del cosiddetto “percorso neutrale“, raccontando una versione differente degli eventi di quella storyline.

 


Per approfondire:
Shin Megami Tensei IV
 

Tra angeli e demoni, di nuovo
Il protagonista di Apocalypse è Nanashi, ragazzo quindicenne nato e cresciuto nella Tokyo infestata dai demoni e membro novellino dell’Associazione dei Cacciatori. Dopo pochissime ore di gioco, volte più che altro ad introdurre l’ambientazione, avverrà il primo e decisivo colpo di scena, che metterà in moto la sequenza di avvenimenti di Apocalypse. Nanashi verrà infatti ucciso da un demone di alto livello e nell’oltretomba la sua anima farà la conoscenza con la divinità celtica Dagda. Questi proporrà a Nanashi di riportarlo in vita, a patto che il ragazzo diventi il suo burattino e personale “sterminatore di divinità“. La storia di Apocalypse non sarà però una semplice narrazione da un nuovo punto di vista degli avvenimenti di Shin Megami Tensei IV. L’avventura di Nanashi inizia più o meno a due terzi di quello che era il percorso neutrale in SMT IV, e da questo si allontana, proponendo sviluppi della storia completamente inediti. Anche Apocalypse, come SMT IV, prevederà diverse biforcazioni della storia e diversi finali, ma stavolta non saranno i canonici allineamenti caotico, neutrale e legale, quanto diverse scale di grigio di quello che è considerato un allineamento neutrale. Apocalypse sembra voler rispondere direttamente alle critiche che alcuni hanno rivolto alla trama di SMT IV, che impiegava troppe ore prima di entrare nel vivo e che era afflitta da problemi di ritmo. Al contrario del predecessore Apocalypse butta il giocatore immediatamente nella mischia, con un ritmo sempre sostenuto e guidato da continui colpi di scena. Il gioco fa un buon lavoro anche nel reintrodurre personaggi, ambientazioni e situazioni, rendendosi immediatamente fruibile anche a chi non ha giocato Shin Megami Tensei IV. È chiaro che chi possiede già una certa conoscenza del mondo di SMT IV si troverà immediatamente a suo agio nel rivedere nomi già conosciuti e nel capire al volo certi riferimenti, ma Apocalypse riesce ad essere completamente approcciabile anche dai neofiti più completi. Il livello della narrazione è in ogni caso molto alto, se possibile ancora più che nel precedente capitolo. Come in SMT IV l’attenzione non è tanto sui personaggi e singoli protagonisti, comunque ben caratterizzati e gradevoli, ma sugli ideali ed i conflitti etici e morali, in quello che è un vero e proprio thriller teologico.

 

 

Alta tensione
Vista la sua doppia natura di sequel ed espansione, Apocalypse ripropone per intero il gameplay di SMT IV, limitandosi ad introdurre dei ritocchi e delle correzioni minori piuttosto che degli stravolgimenti. Ritroviamo infatti il classico loop da JRPG, con esplorazione e combattimenti a turni, ed un’alternanza di quest principali e missioni secondarie. Ancora una volta viene impiegato il sistema di combattimento chiamato press turn. In sostanza ogniqualvolta si utilizzerà un attacco che sfrutta una debolezza elementale del nemico, si otterranno dei turni extra, mentre se si dovesse utilizzare un attacco contro cui il nemico è resistente, perderemo il nostro diritto all’azione. Lo studio delle debolezze dei vari nemici e la pianificazione del proprio party e delle proprie abilità diventa quindi fondamentale per affrontare Apocalypse: gli stessi vantaggi che il press turn system concede al giocatore vengono concessi anche ai nemici, e bastano pochissimi errori per trasformare quello che sarebbe potuto sembrare un avversario facile in un killer inarrestabile.

Il livello di difficoltà dei giochi Atlus è notoriamente alto ed Apocalypse non fa eccezione. Le cose sono tuttavia più equilibrate rispetto al predecessore, che presentava una curva di difficoltà altissima nelle prime ore e calante nel resto dell’avventura. Apocalypse ha una progressione più tradizionale ed alcuni aggiustamenti per chi desiderasse un’avventura meno impegnativa, come un selettore di difficoltà e Continue infiniti. Riguardo alle tre difficoltà disponibili, quella intermedia equivale a quella standard del gioco precedente, quella più bassa è particolarmente indicata per i neofiti mentre quella più alta è diretta a chi vuole trasformare ogni singolo incontro in una sfida all’ultimo turno. Il combinato disposto del press turn system e del livello di sfida intenso rende Apocalypse del tutto privo di cali di tensione: difficilmente si verifica quella situazione tipica di molti JRPG in cui i nemici comuni divengono così scarsi da essere solo un fastidio per il giocatore.

 

 

Acchiappali tutti?
Un altro motivo per prestare attenzione ad ogni singolo incontro è la possibilità di reclutare i demoni avversari. Come fosse una sorta di Pokémon maturo, SMT IV: Apocalypse ci permette di mettere in campo dei demoni al fianco di Nanashi, demoni che avremo convinto ad unirsi a noi selezionando l’opzione di dialogo durante le battaglie. Questi dialoghi sono uno dei momenti più divertenti, bizzarri e surreali dell’intero gioco. I vari demoni infatti ci prenderanno in giro, ci faranno richieste assurde o semplicemente parleranno in modi strani e particolari, costringendo il giocatore a tentare di indovinare ogni volta la risposta più adatta al contesto. I demoni ottenuti saliranno di livello acquisendo esperienza durante gli scontri, acquistando nuove abilità (che potranno anche trasmettere a Nanashi, permettendo di personalizzare il suo parco mosse) ed occasionalmente “evolvendosi“. I demoni potranno essere ottenuti anche attraverso un’altra modalità, la fusione. Due o più demoni possono infatti essere fusi a dare vita ad una creatura completamente nuova, in grado di ereditare le mosse di entrambi i “genitori“. La modalità fusione si rivela particolarmente interessante per ottenere non solo demoni impossibili da reclutare normalmente, ma anche per personalizzare il loro parco mosse. In questo frangente dovremo tenere a mente l’affinità che ciascun demone ha per ciascun elemento, parametro introdotto proprio in Apocalypse. Sebbene si possa essere tentati di accumulare mosse di tipi disparati per rendere i demoni più versatili, sarà importante abbinare mosse ti tipo fuoco con mostri affini al tipo fuoco, in modo da massimizzarne l’efficacia.

 

Shin Megami Tensei IV Apocalypse

 

 

Piccoli miglioramenti
Oltre a quelli già elencati, sono svariati i ritocchi apportati da Apocalypse al sistema di gioco e combattimento di SMT IV. Prendiamo ad esempio la modifica al funzionamento dello status “smirk“. Questo status si otteneva nel precedente episodio a seguito di attacchi particolarmente efficaci, e permetteva di realizzare dei colpi critici assicurati nel turno successivo e di aumentare molto l’evasione dei colpi avversari. In Apocalypse lo status smirk fornirà un bonus offensivo/difensivo minore, ma attiverà degli effetti secondari di alcuni attacchi, andando ad ampliare le possibili strategie di gioco. Altra novità riguarda il sistema dei partner: era già presente in SMT IV, ma svolgeva un ruolo assolutamente marginale. In Apocalypse il partner interverrà al termine di ogni turno, effettuando una singola azione in supporto al party di Nanashi. Ad ogni turno andrà a riempirsi una barra, che, quando sarà completamente caricata, consentirà una sorta di attacco speciale in cui tutti i partner disponibili uniranno le loro forze, curando il protagonista, attaccando i nemici ed interrompendo il turno avversario. Sebbene non si abbia alcun controllo diretto sulle azioni del partner, il giocatore ha dalla sua parte la possibilità di selezionare tra quelli disponibili un partner principale. Alcuni di essi saranno più portati a curare, altri ad effettuare potenziamenti, altri ancora ad eseguire attacchi di supporto. Le rifinitura a queste svariate meccaniche di gameplay, unite alla difficoltà dalla curva più tradizionale, rendono Shin Megami Tensei IV: Apocalypse un gioco molto più equilibrato del precedente. Sempre difficile, ma molto meno ingiusto nei confronti del giocatore.

 

 

 

 

“Se non è rotto non lo aggiustare“?
La tendenza a migliorare senza rivoluzionare si conferma anche nel comparto audiovisivo. Apocalypse ricicla la gran parte degli assets, delle ambientazioni e degli sprite del gioco precedente, risultando virtualmente indistinguibile da questo, se non fosse per una pulizia dello schermo leggermente superiore. Apocalypse non stupisce dal punto di vista grafico, così come due anni fa non lo faceva SMT IV, ma resta sempre un titolo dall’aspetto solido e gradevole, con uno dei migliori effetti 3D stereoscopici visti sulla console portatile. Di contro, Apocalypse eredita anche alcune critiche del predecessore, come l’assenza di unità stilistica negli artwork delle centinaia di demoni presenti nel gioco, un difetto senza dubbio minore, ma che dà al titolo un aspetto “budget” che sicuramente non si merita. Per le musiche ed il doppiaggio si confermano invece gli elogi già conferiti a SMT IV. Molti brani sono stati riciclati dall’ottima colonna sonora del vecchio gioco, e quelli nuovi si inseriscono perfettamente tra le altre composizioni, contribuendo all’atmosfera apocalittica, elettrizzante, inquietante del titolo. Una critica piuttosto importante che si può muovere ad Apocalypse sotto il profilo delle realizzazione tecnica ed artistica è proprio quella della sua eccessiva somiglianza col predecessore. Non che questa sia un male in se, vista l’alta qualità dei due lavori, ma chi ha giocato e sviscerato gli ambienti di Tokyo per decine e decine di ore in SMT IV, potrebbe essere colto da un po’ di noia nel dover di nuovo percorrere le stesse location realizzate con la stessa grafica e con le stesse musiche per altre decine di ore. Questo è forse l’unico vero difetto di SMT IV: Apocalypse.

Verdetto
9 / 10
Preparatevi ad insultare tante divinità!
Commento
Come Shin Megami Tensei IV, Apocalypse è un grandissimo JRPG ed uno dei migliori visti su 3DS. Accessibile anche ai neofiti, è perfetto per chi non ha avuto abbastanza dell'affascinante mondo che abbiamo scoperto due anni fa su 3DS. Apocalypse è un sequel che non rivoluziona nulla, ma migliora, raffina, cesella tanti piccoli dettagli di SMT IV, risultando, a conti fatti, migliore del suo predecessore. L'unica critica possibile è infatti quella di non osare abbastanza, di essere troppo simile a quanto già visto e giocato due anni fa, ma si tratta senza dubbio di un peccato minore, per quello che è l'ennesimo grande capolavoro 3DS.
Pro e Contro
Migliora SMT IV sotto molti aspetti
Trama matura e sempre interessante
Impegnativo ed avvincente

x Graficamente non fa gridare al miracolo
x Troppo "riciclato" da SMT IV

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