Comincia così la nostra avventura: con il pianto di una divinità; una lamentela che non passa di certo inosservata agli occhi del giocatore. Parte così la recensione di Sakuna: of rice and ruins. Sakuna, la dea del raccolto, si ritrova incastrata in un casino causato dalla sua mancanza di attenzione, venendo così ripresa dalla madre di tutte le divinità e mandata ad arare i campi ed aiutare gli umani da lei cacciati dal piano celeste.
Il pianto di una poppante che non ha mai messo piede fuori dalle comodità ritrovatasi così catapultata nel mondo umano, inerme e con al proprio fianco un gruppo di umani che le vogliono insegnare la vita, vogliono mostrarle quanto lei sia importante per gli umani e per il loro benestare.
Così comincia la nostra avventura, con il pianto di una divinità.
Ci ritroviamo, quindi, catapultati su un’isola piena di demoni, isola da far rinascere e ripulire dal tanfo demoniaco di cui essa è circondata. Siamo accompagnati da una stramba combriccola composta da un cagnotto volante, Tama, e 5 umani, uno più stravagante e buffo dell’altro. Da una parte vediamo un omone enorme con un naso estremamente lungo mentre dall’altra un bambino semi nudo con un grembiule a ricoprire la parte frontale del suo corpo. Guardi loro, guardi la spiaggia deserta su cui approdi, ti guardi ed esclami “niente, sono fottuto“.
La dea bendata, però, ci arride e notiamo che non siamo messi effettivamente così male, abbiamo ancora il nostro magico velo multiuso, essenziale sia durante l’esplorazione che durante i vari combattimenti.
Potevano mancare delle lamentele da parte della nostra piccola dea? Ovviamente no e si parte a cannone con le più basiche lamentele che potrebbero uscire dalla bocca di un poppante che non ha mai fatto nulla in vita sua. Lamentele che si scontrano presto con la realtà dei fatti: o lavori o resti a digiuno.
Lacrime bianche al nostro tavolo…
Ricordate sempre, il riso è potere. Esso nasce da lacrime di sudore (anche se, in questo caso, mi permetto di dire che nasce da lacrime di piagnistei) e grazie ad esso Sakuna migliorerà le sue competenze facendo così tesoro delle esperienze nei campi.
Nulla è lasciato al caso, tutto ha il suo perché. Il terreno e la sua fertilità sono la base di tutto. Ci troveremo a lavorare un campo totalmente arido e migliorarlo con il passare dei giorni e stagioni, creando fertilizzanti con ciò che troveremo in giro (a questo ci arriviamo dopo, tranquilli). Dalla nascita del bulbo alla tavola del contadino. Non penserete mica che è tutto automatizzato, vero? In fin dei conti ci ritroviamo in un’epoca antica dove il riso viene rimosso dalla buccia con due stecche di legno che vanno ad incastrare il gambo stesso.
Non di soli campi vivremo, però. Come accennato precedentemente, per fertilizzare i campi avremo bisogno di materiale. E dove si troverà tale materiale? Spaccando le tibie ai demoni, ovviamente!
Il gioco, di base, è un action a scorrimento laterale e cosa si fa in un action? Ci si scazzotta. In questo caso, però, a scazzottarci saremo noi ed i demoni in giro per i vari punti all’interno della mappa. La struttura è molto semplice ma il combattimento tutt’altro che semplice. Potremmo avere con noi anche la spada leggendaria dello zio Aldo cugino di Giovanni il Parrucchiere andato in pensione, ma il gioco se ne frega e se non riusciremo a padroneggiare in modo quantomeno decente il sistema di combattimento, ci ritroveremo a ripetere per centinaia di volte il livello scelto, perdendo, quindi, tutto ciò che abbiamo fatto dall’entrata nel livello fino al momento della morte.
Come già detto, siamo su un’isola piena di demoni. Essi escono allo scoperto durante la notte, momento in cui diventeremo ciechi del tutto (ma tranquilli, più si va avanti nel gioco e meno problemi si avranno), ricevendo così un power up non indifferente a tutte le statistiche. State pensando se, viste le circostanze, sia meglio non andare nei dungeon di notte? Ahimè, è il gioco stesso, spesso, a chiedervi di recarvi in quel preciso luogo durante la notte per svolgere la missione che servirà a completare gli achievements e trovare, magari, oggetti con una rarità più alta del normale.
Buca in 1!
Sarò onesto, non ho finito Sakuna: of Rice and Ruins. Così come Sakuna deve badare al suo terreno io devo badare al mio e non sempre il tempo ci è favorevole.
La grande avventura della Dea del raccolto mi sta prendendo davvero tanto facendomi sia divertire sia imbestialire. Il gioco non è perfetto, a volte può diventare frustrante causa piccoli problemi con il velo che ti fa schiantare dentro una roccia, ma si fa perdonare regalando soddisfazioni dopo una combo ben riuscita o la vittoria in una boss fight ostica.
Tecnicamente parlando non è perfetto, il framerate non è stabile (zone dove va a 60, zone dove va a 30 e sporadici drop di frame) ed a volte l‘assenza di antialiasing si nota ma la bellezza del comparto artistico riesce a farmi chiudere un occhio, sperando che venga sistemato e migliorato. Ovviamente ricordiamoci che è un action a scorrimento laterale con una massiccia componente di crafting che ci porta a ripetere più volte molti livelli facendo risultare il tutto un po’ ripetitivo, ma la bellezza del combat system riesce a spezzare questa ripetitività.
Di lacrime e sudore è fatto ciò che troviamo in tavola.
Verdetto
8 / 10
Il riso da il riso dajè.
Commento
Sakuna: of Rice and Ruins ci catapulta nei panni della Dea del raccolto esiliata dal piano celeste per darle una lezione. Un action a scorrimento laterale veloce e ben fatto, con una grossa componente di crafting. XSEED è riuscita nell'intento di dare al giocatore una bellissima avventura accompagnata da un comparto sonoro davvero splendido ed in tema con il resto del gioco. Avremo la possibilità di equipaggiare Sakuna e mandarla nelle tane dei demoni pronti a demolire lei quanto lei demolire loro con combo terrene ed aeree magistrali accompagnate dal velo che servirà da rampino utilizzando sia mostri che pezzi di scenario (quali rocce o altro). La parte del crafting è un piccolo tesoro in quanto permette al giocatore di piantare il riso e rifinirlo partendo dalla fertilizzazione del campo fino alla sbucciatura del chicco, arrivando poi a fare anche il sakè.
Pro e Contro
✓ Ottimo e variegato combat system ✓ Comparto artistico davvero ben fatto ✓ Crafting pensato in modo brillante
x Framerate non fisso x A volte può risultare ripetitivo x Bug sporadici
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