Recensione River City: Tokyo Rumble

Non tutti sanno che la serie giapponese di Kunio-kun è una delle più longeve e prolifere della storia dei videogiochi, che ha dato vita a numerosi capitoli e spin-off nel corso degli anni, tra i quali figurano Nintendo World Cup e Super Dodge Ball.
Sviluppato da Arc System Works e pubblicato da Natsume, River City: Tokyo Rumble arriva in Europa per festeggiare il trentennale della serie, riproponendo in chiave moderna le lotte da strada dell’originale River City Ransom su NES. Disponibile dallo scorso 29 Settembre sull‘eShop di Nintendo 3DS al costo di 29,99€ scopriamo insieme le nuove avventure dell’eroe di Kunio, il combattente per la giustizia.

Ho i pugni nelle mani
La vita per il giovane Kunio scorre tranquilla, tra una noiosa lezione a scuola e una partita a dodgeball, fino a quando uno dei suoi amici non viene preso di mira da alcuni delinquenti. Spinto dal suo forte senso per la giustizia, Kunio interverrà in suo aiuto, cercando di capire le ragioni di questo attacco. Dopo qualche incomprensione con lo storico amico e rivale Riki, Kunio scoprirà una realtà ancora più preoccupante. Sulla città si sta per abbattere una nuova minaccia da parte della Tokyo Lion Alliance, una nuova gang che non si farà scrupoli pur di scalare i ranghi della malavita organizzata e prendere il comando di Tokyo. Senza pensarci su Kunio dovrà chiedere l’aiuto dei suoi fidati compagni per sventare l’imminente minaccia e riportare la pace fra le strade. La storia di River City: Tokyo Rumble nella sua semplicità riesce a divertire e ad intrattenere per tutta la sua durata, concedendosi qualche colpo di scena e in generale un ritmo sostenuto e piacevole, puntando in particolar modo sulla comicità e lo stile sopra le righe dei suoi protagonisti. Unico “problema” legato allo sviluppo della trama riguarda il background narrativo dei protagonisti e degli eventi del gioco, che seppur non rivelandosi troppo complessi, richiedono al giocatore conoscenze pregresse per non perdersi i fin troppi riferimenti a fatti del passato.

Strade di rabbia
River City: Tokyo Rumble riprende sia nello spirito che nelle meccaniche tutti gli elementi che hanno reso famoso l’originale River City Ransom, proponendone una versione aggiornata ma con lo sguardo rivolto al passato. Come nel capitolo per NES, ci troviamo di fronte ad un picchiaduro a scorrimento, genere che con il passare degli anni si è andato via via perdendo per strada, che sfrutta comandi basilari per controllare il personaggio. Il nostro Kunio potrà muoversi liberamente nell’area di gioco per attaccare i gruppi di nemici che ci verranno contro, affrontandoli utilizzando le nostre abilità da “street fighter” a suon di pungi e calci (tramite la pressione di A o B), o sfruttando gli oggetti raccolti da terra per infliggere maggiori danni. La struttura delle missioni è molto lineare e semplice, e una volta superate le varie ondate dovremo necessariamente fronteggiare il boss di fine livello, qua rappresentato da uno dei sottotenenti del Tokyo Lion Alliance. Sconfiggendo ed eliminando i nostri avversari sarà possibile salire di livello, così da migliorare le nostre abilità nella lotta, ma non solo. Kunio nel corso del gioco potrà apprendere nuove mosse e ampliare il proprio set ed essere più combattivo in battaglia. Molte delle nuove special o prese potranno essere acquistate, e per semplificare il processo potremo concederci delle pause dalla storia principale e portare a termine dei lavori, così da guadagnare non solo preziosi punti esperienza ma anche soldi da investire per acquistare nuovo equipaggiamento o le stesse mosse, che saranno gestibili da un menù nel quale potranno essere attivate o disattivate a piacimento a seconda delle necessità.
Oltre all’ufficio collocamento dove prendere parte ai vari lavori (un massimo di 3 alla volta), nelle varie aree della città di Tokyo sarà possibile visitare anche i ristoranti e le farmacie, importanti per recuperare immediatamente le energie o comprare oggetti curativi per noi o i nostri compagni. Infatti durante le varie scorribande ad affiancarci troveremo uno degli amici di Kunio come Shinji, un’inquietante biker o Misuzu, imponente studentessa e all’occorrenza delinquente. Questi verranno gestiti automaticamente dalla CPU, anche se potremo impartire dei semplici comandi per aumentarne la loro reattività in battaglia, e potranno partecipare alla lotta solamente uno alla volta, a patto di averli selezionati prima di buttarsi in missione.

Yakuza Light
Fra il tempo speso a completare qualche missione e a livellare per affrontare le impegnative boss fight, River City: Tokyo Rumble vi richiederà all’incirca 6/7 ore prima di riportare la pace fra le strade di Tokyo. Una volta completato il gioco però potremo continuare a divertirci con Kunio e i suoi amici partecipando ad uno dei due minigiochi che trovano spazio insieme alla Modalità Storia: Rumble e Dodgeball.
Rumble riprende le meccaniche del gioco base, permettendo ad un massimo di 4 giocatori di sfidarsi in risse di gruppo utilizzando vari protagonisti, sbloccabili progredendo nella storia principale. Ognuno dei lottatori avrà una sua “signature move” che a seconda del comando concederà un vantaggio nello scontro. Dodgeball invece, come suggerisce il nome, ci butterà in campo in partite tutti contro tutti, nelle quali dovremo sconfiggere i nostri avversari a suon di “pallonate” fino a che non li avremo eliminati tutti.
Sia Rumble che Dodgeball sfruttano la funzione download play di Nintendo 3DS che consente ai propri amici di accedere al comparto multiplayer anche se in possesso di una sola copia di gioco, scaricando sulle altre console solamente la porzione dedicata al gioco di gruppo.

Vintage ma non troppo
River City: Tokyo Rumble omaggia la serie con un comparto tecnico di per sé essenziale, che rifacendosi al passato va a richiamare lo stesso stile grafico dell’episodio per NES. Nonostante l’uso di elementi tridimensionali, e un’ottima implementazione dell’effetto stereoscopico 3d della console, il risultato che ne esce ricalca quello 2D dell’originale, andando (ovviamente) a migliorare le animazioni dei personaggi rigorosamente “pixellosi” che si muovono in ambienti ben dettagliati e realizzati, pur nella loro semplicità. La possibilità di cambiare angolazione e aumentare o meno lo zoom del punto di vista accentua l’effetto diorama che gli sviluppatori hanno voluto ricreare in River City.
Buone le musiche che ci accompagneranno nell’avventura e che faranno da sfondo alle nostre scazzottate. I fan della serie ritroveranno alcuni dei temi storici che si affiancano ad altri in pieno stile chiptune, che così come avvenuto per la grafica, esaltano l’aspetto vintage del titolo.
Per quanto riguarda l’adattamento, River City: Tokyo Rumble arriva a noi con la sola presenza della lingua inglese, che diversamente da altre produzioni la semplicità dei testi (nonché la presenza limitata di dialoghi) non rappresenta un ostacolo al divertimento.


Per approfondire:
Yakuza 5
Verdetto
7 / 10
A Tokyo menarsi per strada è sport nazionale
Commento
River City: Tokyo Rumble è un picchiaduro che nella sua essenzialità riesce a convincere e a fare breccia soprattutto nel cuore dei fan storici della serie. C'è qualche ombra sulla storia, che pur divertendo rischia di creare qualche complicazione quando entreranno in scena vecchi rancori e personaggi ricorrenti, spiazzando chi si trova ad aver a che fare con la saga di Kunio-kun per la prima volta. Per il resto un gameplay semplice e una realizzazione tecnica dal gusto vintage chiudono il cerchio su un titolo dall'appeal "old school", che farà sicuramente la gioia degli amanti dei beat'em up a scorrimento, genere che negli anni è andato via via scemando.
Pro e Contro
Stile grafico accattivante
Gameplay semplice ma funzionale
Modalità extra divertenti

x La storia da per scontato certi avvenimenti
x Una volta terminato potrebbe non invogliare il replay

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