Recensione ReCore

 

This is (Hard)Core
Il gameplay di ReCore è uno degli aspetti più convincenti del gioco
Un altro aspetto convincente di ReCore è il suo gameplay, che pur non proponendo chissà quali novità riesce lo stesso a mettere insieme diverse idee che nel complesso funzionano a dovere. Joules è dotata di un esoscheletro che l’aiuterà a migliorare i suoi movimenti in battaglia, sfruttando la spinta propulsiva del suo equipaggiamento per effettuare doppi salti o rapide schivate. La precisione del sistema di controllo permette poi di avere perfetta padronanza della nostra protagonista in ogni situazione, specie durante le sezioni platform. L’influenza old school riaffiora proprio in queste fasi, nelle quali precisione e tempismo verranno testate, con una difficoltà sempre crescente e stimolante. Anche il sistema di combattimento mostra i suoi punti di forza grazie alla semplicità d’utilizzo e all’immediatezza dei suoi semplici comandi: con un tasto si mira e si effettua il lock sul nemico di turno, con un altro si spara, mentre cerchiamo di evitare il fuoco avversario saltando e schivando. Ogni battaglia avviene con il giusto dinamismo, e grazie ad alcuni elementi che arricchiscono il combat system, si riesce a trovare un certo spessore che va oltre il semplice “punta e spara” tipico degli TPS. Joule può fare affidamento sul suo fucile, l’unica arma presente nel gioco, che nel corso dell’avventura riceverà dei potenziamenti che permetteranno di migliorare l’affinità con i nuclei dei nemici: divisi in 3 colorazioni differenti (Rosso, Blu e Giallo), i nuclei sono più vulnerabili agli attacchi del proprio colore. Diventerà quindi fondamentale, una volta ottenuto il corrispettivo miglioramento, utilizzarlo per infliggere al nemico danni maggiori. Anche i Nucleobot nemici, in base al colore del “core”, attaccheranno sfruttando elementi diversi. Ad esempio i mostri che avranno innestato un nucleo blu sfrutteranno attacchi elettrici, che saranno in grado di paralizzarci per qualche secondo, quelli rossi, basati sul fuoco sprigioneranno potenti fiamme in grado di consumare lentamente la nostra barra di energia, e infine i gialli, che rallenteranno i movimenti del personaggio ed schermare i nostri colpi.

 

Nel corso del gioco sarà possibile anche trovare delle varianti di nemici, come quelli in grado di cambiare il colore del loro nucleo o rigenerare la propria energia, rendendo gli scontri sempre ben articolati e mai noiosi. I nuclei rappresentano una risorsa vitale all’interno di ReCore, e la raccolta di quest’ultimi è un’attività da tenere in considerazione, specialmente durante le battaglie sfruttando l’Estrattore per poterli rimuovere dal nemico. Una volta indebolito apparirà su di lui un’icona che ci darà il via libera per strappargli il nucleo, tramite un semplice QTE nel quale ci troveremo a fare una sorta di tiro alla fune con il nemico. Stando attenti a non sforzare troppo il cavo, se effettuato con successo potremo ottenerlo, eliminando così l’avversario in maniera rapida ed indolore.

Il Nucleobot è il miglior amico dell’uomo
ReCore abbozza una certa componente RPG nello sviluppo dei Nucleobot
Come abbiamo detto non saremo soli nel corso dell’avventura, e se ad inizio gioco troveremo a farci compagnia il fido Mack, man mano che ci avventureremo su Far Eden si uniranno a noi preziosi aiutanti come Seth, un ragno meccanico e Duncan, nucleobot dotato di grande forza e agilità. Oltre a combattere con noi, daranno una mano durante le fasi esplorative, dissotterrando oggetti preziosi (Mack), sfruttare rotaie per spostarsi velocemente da un posto all’altro (Seth) o riuscire a frantumare le rocce per aprire varchi o riportare alla luce tesori nascosti (Duncan).
Ogni Nucleobot potrà essere scambiato ed equipaggiato su uno degli scheletri robotici in nostro possesso, cosa che si rivelerà indispensabile superata una certa porzione di gioco, ad esempio quando troveremo un nuovo Nucleobot che ci permetterà di alzarci in volo ed effettuare planate, ma che necessiterà di un suo nucleo per potersi attivare. I Nucleobot saranno liberamente personalizzabili, equipaggiando nuovi pezzi creati tramite la raccolta di schemi e risorse per tutta Far Eden che ne aumenteranno le caratteristiche. Sia il fucile di Joule che i nuclei dei compagni saranno soggetti ad una crescita di livello che abbozza nel gioco una certa componente RPG. Uccidendo nemici otterremo dei punti esperienza che faranno salire di livello i nuclei, migliorandone attacco, difesa e ed energia. A loro volta potremo potenziarli ulteriormente attraverso il banco di lavoro del nostro campo base, spendendo le risorse raccolte. Per cercare di mantenere un certo equilibrio, specie nelle fasi più avanzate quando i nostri compagni saranno ben livellati, è stato limitato a 2 il numero di Nucleobot che è possibile portare con noi.

Questo ci conduce ad uno dei problemi più grossi di tutto il gioco, i caricamenti, che nella versione Xbox One viaggiano con tempi d’attesa che variano dai 2 ai 3 minuti. Tempi troppo lunghi che si fanno sentire maggiormente se verremo sconfitti, possibilità non troppo remota, specie verso la fine del gioco, o quando decideremo di sfruttare il trasferimento rapido per ritornare alla base per gestire la squadra o archiviare le risorse. Da questo punto di vista viene lecito chiedersi del perché non aver snellito il tutto offrendo l’opzione della gestione del team e dei miglioramenti attraverso un semplice menù senza dover necessariamente fare una tappa obbligatoria presso il nostro rifugio, diluendo ulteriormente i tempi morti.
Fra un caricamento e l’altro è possibile completare ReCore nel giro di 12/15 ore, tempi che diventano più o meno lunghi in base a quanto dedicherete al completamento del gioco. Per terminare l’avventura sarà richiesto il collezionamento di una cinquantina  di Nuclei Prismatici, recuperabili esplorando Far Eden o uno dei suoi numerosi dungeon. Questi si dividono per il tipo di sfida proposta, dalle gare “di corsa” su piattaforme a vere e proprie arene dove massacrare orde di Nucleibot, entrambi i casi saranno scanditi dal tempo e dal completamento di obiettivi secondari, che se soddisfatti, ci premieranno con gustose ricompense. Una sfida nella sfida quindi, che incentiva la rigiocabilità dei dungeon, e che allunga il tempo necessario per terminare al 100% il gioco.

 

Far East (of Eden)
Il comparto grafico di ReCore non è all’altezza della produzione
Come avrete letto in questa recensione, ReCore alterna alti e bassi, e a contrapporsi ad un gameplay semplice ma tutto sommato ben riuscito, ci pensa un comparto grafico non all’altezza della produzione. Se da un lato abbiamo una manciata di idee che sulla carta funzionano, vedi la concezione del mondo d gioco e i suoi abitanti grazie ad un design azzeccato ed accattivante, dall’altro ci troviamo di fronte ad una realizzazione tecnica che lascia a desiderare. Non solo per la pochezza grafica di certe modellazioni poligonali in alcuni casi a dir poco abbozzate o un set di texture talmente poco risolute da risultare fastidiose alla vista, quanto per un frame rate a dir poco osceno che ammazza l’azione a schermo. In particolar modo nelle location interne, vuoi per la maggior presenza di elementi a video tra ambientazione e nemici, ReCore sente il peso di questa perdita di frame, con scatti d’immagine talmente evidenti e ripetuti e dei quali è impossibile far finta di nulla. Per non parlare poi dei numerosi crash e glitch che affliggono diverse porzioni del gioco, come i checkpoint di alcuni dungeon dove durante le fasi platform salva la posizione di Joule nel vuoto, finendo in un loop di cadute continue. Ed è un peccato, perché sarebbe bastato poco per valorizzare quando fatto sul versante del gamepley, che nell’insieme funziona e riesce a divertire. Anche il comparto sonoro, con le sue musiche d’atmosfera e un buon doppiaggio italiano che ben si adatta al gioco, non è privo di difetti, per lo più di natura tecnica intaccando ulteriormente la qualità generale con un livello delle voci che in più di un’occasione viene coperto dalla musica di sottofondo o si perde dei pezzi per strada, lasciando “muti” certi dialoghi.

 

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Verdetto
7.5 / 10
'Ar core nun se comanda
Commento
ReCore è l'esempio palese dell'occasione sprecata e la dimostrazione di quanto sarebbe bastato poco per salvare il gioco dai numerosi problemi che lo affliggono. E dispiace vedere la nuova creatura di Kenji Inafune e Armature Studios crollare così sotto il peso di una realizzazione tecnica altalenante e di alcune scelte di design poco felici. Perché sotto la scorza dei difetti, pulsa un titolo solido, ben strutturato e divertente. Certo non siamo di fronte ad un titolo rivoluzionario, né le idee proposte così originali quanto avremmo sperato, ma nel complesso al netto di tutto ReCore funziona ed anche bene. Con il senno di poi, in quest'industria che vede giornalmente titoli rinviati all'ultimo momento per garantire una migliore qualità al giocatore, forse c'era da augurarsi un destino simile anche per ReCore se questo si fosse tradotto in una migliore ottimizzazione del prodotto. Purtroppo la storia non si scrive con i se e con i ma, e allo stato attuale la nuova esclusiva Xbox deve convivere con i propri “demoni”. Speriamo in un supporto da parte del team di sviluppo nei prossimi mesi, che cerchi tamponare con qualche patch tutte le magagne tecniche che affliggono il gioco. Anche perché, visto il prezzo decisamente invitante con il quale viene proposto, ReCore potrebbe sorprendervi, regalandovi più di una sorpresa inaspettata.
Pro e Contro
Gameplay solido e ben articolato
Prezzo di lancio
Atmosfere riuscite...

x ...ma mal sviluppate
x Caricamenti estenuanti
x Comparto tecnico non sempre all'altezza

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