Recensione Prince of Persia (2008)

Matteo Rocchini nasce a Verona il 30 settembre del 1992. Appassionato di videogiochi fin dall’infanzia e fumetti dall’adolescenza, frequenta il corso di sceneggiatura per fumetto alla Scuola Internazionale di Comics, dopo di che decide di proseguire gli studi con il corso di Game Design della Scuola Internazionale di Comics. Matteo è qui alla sua prima prova come recensore.
 

Prima di cominciare questa recensione vorrei fare una premessa. Sono stato un grandissimo amante del brand di Prince of Persia, anche se ho giocato i 3 capitoli principali della saga Ubisfot su piattaforme diverse e solo in seguito ho potuto giocarli sulla stessa console, quando comprai la remastered HD su PS3. Non contento ero pure andato al cinema a vedere il film targato Disney con Jake Gyllenhaal, di cui mi astengo nel fare commenti. Insomma: un amore infinito che tuttora spera nell’uscita di un nuovo capitolo dopo che la casa francese Ubisoft rilasciò l’ultimo nel lontano 2010. Detto ciò mi addentro ora in quello che è un capitolo che si stacca completamente dalla saga del Principe, non solo per via del diverso protagonista ma anche come trama ed elementi di gameplay, ma che comunque si incastra alla perfezione nel mondo di PoP: Prince of Persia (2008).

Versione testata: PlayStation 3
Prince senza principe
Salutiamo il nostro amato Principe in favore di una sua versione 2.0, anche se di nobile quest’ultimo non ha nulla essendo più un razziatore di tombe
Partiamo dalla trama di questo “nuovo” Prince of Persia che, come già accennato, propone un nuovo protagonista. Salutiamo il nostro amato Principe in favore di una sua versione 2.0, anche se di nobile quest’ultimo non ha nulla essendo più un razziatore di tombe. La storia inizia proprio col nostro eroe che perde di vista la sua asina Farah (un colpo al cuore per i nostalgici) in un tempesta di sabbia, nella sua ricerca si imbatte però in Elika una principessa che appartiene al culto di Ormazd. La ragazza sta fuggendo dalle guardie di suo padre, il quale sta cercando di bloccare la figlia dall’imprigionare Ahriman, il dio del caos e fratello di Ormazd. Il dio infetta la città di Elika trasformandola con un liquido nerastro chiamato “Corruzione” inoltre libera anche i suoi quattro generali, per riuscire a consolidare al più presto il proprio potere. La missione dei due protagonisti sarà quello di risanare i Suoli Fertili della città, sconfiggere i boss (i generali, per l’appunto) e imprigionare nuovamente il dio del caos. Prince of Persia può essere completato in circa 8 ore, ma varia molto in base alla bravura nel platforming da parte del consumatore. Ad ogni modo, per tutto il corso dell’avventura la trama riesce a mantenere alta l’attenzione giocatore grazie ad una storia affascinante e, soprattutto, grazie a dialoghi (alcuni facoltativi) ben scritti che riescono a caratterizzare ottimamente i due protagonisti. Proprio riguardo i nostri due eroi, i fan di lunga data non potranno ignorare l’assenza del Principe in favore di uno sconosciuto senza nome, ma il nuovo protagonista, anche se molto più scanzonato del predecessore, è comunque un personaggio carismatico in grado di far breccia anche nel cuore dei più diffidenti. Lo stesso discorso si applica anche alla sua controparte femminile, Elika richiama alla memoria Farah come spalla ma la sua personalità risulta più forte, nonché molto più utile nei combattimenti.

Sabbie esaurite
Il gameplay di questa nuova incarnazione del titolo è profondamente diverso dal passato
Il gameplay di questa nuova incarnazione del titolo è profondamente diverso dal passato. Se prima si preferivano combattimenti a “orde” (ossia più avversari assieme da affrontare) qua si è passati a un più spettacolare e coreografico 1vs1. In passato il giocatore poteva trovare diverse spade o pugnali che potevano essere aggiunti all’arma base, adesso il Principe avrà sempre la stessa spada ma al suo arsenale si è aggiunto un nuovo strumento: il guanto d’arme. Questo guanto permette al giocatore di comporre diverse combo durante il combattimento; ad esempio si può lanciare in aria il nemico col guanto e colpirlo al volo con la spada oppure usare Elika per lanciare un attacco magico. Si, avete letto bene, Elika non solo sarà la vostra spalla durante il viaggio permettendovi non solo di avanzare con la magia nelle zone di platforming, ma rimanendo anche al vostro fianco in ogni battaglia. Data l’assenza di una barra della vita sarà lei a salvarvi se state per essere uccisi respingendo il nemico o accecandolo per permettervi di mettervi in salvo.  Piccolo focus sui boss, oltre ad Ahriman ad ostacolare il giocatore ci sono i suoi quattro generali da sconfiggere. Ognuno di essi è legato al dio del caos per avergli ceduto l’anima in cambio di qualcosa, ma sono estremamente diversi tra loro come stile di combattimento e per l’interazione verso il protagonista. Ad esempio il Cacciatore non possiede più la sua coscienza perciò attacca con colpi rapidi e veloci sibilando come un serpente, mentre il Guerriero è lento e potente ma si mostra benevolo verso il protagonista ed Elika. Non illudetevi però: nessuno si scanserà per farvi passare ma questo contribuisce a rendere più vivi i personaggi che si muovono dentro il mondo di gioco. Se i vecchi capitoli erano molto più lineari con una struttura a corridoio questo cambia in parte la sua struttura classica. Anche se conserva in parte la linearità dell’ambiente, Prince of Persia prova a cambiare dandosi un’impronta di finto open-world ossia una mappa si vasta che si dipana in quattro macroaree, con annessi boss, tutti interconnessi tra di loro. Il rischio di perdersi c’è, ma per fortuna abbiamo Elika al nostro fianco che grazie ai suoi poteri farà da navigatore indicandoci la via su nostra richiesta, non solo essa avrà anche il potere di attivare le tavole di Ormazd, degli speciali power-up che consentono al giocatore di acquisire dei poteri temporanei per superare delle specifiche zone della mappa di gioco. Non tutto è oro ciò che luccica, c’è da dire però che il potenziale che aveva questo capitolo è andato tutto sprecato. Non solo per la scellerata gestione della proprietà intellettuale, chi non lo sapesse questo gioco ha un’espansione chiamata “Epilogue” che avrebbe dovuto chiudere il cerchio ma non solo non è riuscito nel proprio scopo, ma si è anche presentato al pubblico con un costo troppo alto. Anche la gestione dei sequel non è stata da meno, infatti il finale di questa trilogia (sì, viene considerata una trilogia vera e propria) è uscito come esclusiva per Nintendo DS col titolo di “Prince of Persia: The Fallen King”.

Le Mille e una palette cromatica
Prince of Persia convince appieno sia per stile visivo che per quello sonoro
La storia si incastra alla perfezione nell’universo narrativo della saga grazie ad un incantato regno arabesco e leggende in stile “Mille e una notte”, coadiuvate da una scelta stilistica in cel shading che ne risalta i colori, anche se il risultato può sembrare in alcuni casi troppo cartoonesco e collide con il passato della saga che invece preferiva una resa grafica più realistica. Per quanto riguarda il comparto sonoro, Prince of Persia può vantare una colonna sonora ricercata e un ottimo doppiaggio in italiano che riesce a contribuire notevolmente nella caratterizzazioni dei due protagonisti.

Verdetto
8.5 / 10
Recensione di Matteo Rocchini in occasione del corso di Game Design 2016/2017
Commento
Prince of Persia rappresenta un punto di svolta per la saga e un tentativo di dargli nuova linfa vitale dopo aver concluso la magnifica saga del Principe. Quello che è nato come un esperimento è diventato un enorme successo, confermato anche dall’accoglienza riservata sia dalla critica che, soprattutto, del pubblico. Sfortuna vuole che non vedremo mai un seguito vero e proprio di questo entusiasmante capitolo e dato anche il lunghissimo silenzio da parte di Ubisoft probabilmente non vedremo mai più il nostro amato principe in azione, sia esso quello classico o la sua versione 2.0.
Pro e Contro
Trama avvincente dai toni fiabeschi
Mondo vasto e colorato
Solido platforming
Sistema di combattimento ampio

x Le combo sono poche e alla lunga ripetitive
x Viaggiare tra le varie aree senza viaggio rapido può risultare pesante

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