Con Pandora’s Tower si chiude un terzetto di titoli, i cui altri membri sono Xenoblade Chronicles e The Last Story, di particolare importanza per Nintendo Wii e Nintendo in generale. Con questi giochi Nintendo of Europe si è finalmente dimostrata più intraprendente e coraggiosa della filiale americana, decidendo di tradurre e pubblicare in Europa i tre titoli molto prima che Nintendo of America si decidesse a sua volta. Si è trattato di un avvenimento epocale che ha segnato la fine dell’epoca in cui i fan europei di Nintendo erano “fan di serie b”, la fine di tante localizzazioni mancate o assurdamente ritardate, che nel 2012 sembravano oggettivamente anacronistiche. Da un punto di vista più strettamente legato ai giochi stessi, i due titoli precedenti hanno avuto modo di dimostrare come il genre dei JRPG abbia ancora molto da dire e come Nintendo Wii non sia affatto una piattaforma inadatta ad ospitare dei core games, al contrario di come tante pigre software house occidentali ci hanno ripetuto negli ultimi anni. Ma vediamo ora di analizzare un po’ più nel dettaglio questo Pandora’s Tower.
Pandora’s Tower è sicuramente il più atipico dei tre giochi della fantomatica “Operation Rainfall” e quello, forse ingiustamente, con meno hype attorno a sè. Dopotutto non proviene da blasonati team come Mistwalker o Monolith Soft., ma dai ben più umili Ganbarion. Si tratta del primo titolo originale del team di sviluppo, noto per aver in precedenza lavorato a diversi videogiochi dedicati al manga One Piece e soprattutto a Jump Superstars e Jump Ultimate Stars, picchiaduro per DS usciti in Giappone che mettevano a disposizione i più famosi personaggi dei manga pubblicati dalla rivista Shounen Jump, da Dragon Ball a Naruto, da One Piece a Bleach e così via. Per il loro primo titolo originale i ragazzi di Ganbarion hanno optato per un hack ‘n’ slash con elementi RPG, con ambientazione del tutto inedita. Il gioco ci metterà nei panni di Aeron, giovane soldato del regno di Athos che si ritroverà ad affrontare una terribile prova per salvare una ragazza di nome Elena da un terribile destino. Su Elena incombe infatti una maledizione che la fa lentamente trasformare in un orribile mostro, a meno che non si cibi delle carni di 13 temibili bestie chiamate Magister. Aeron dovrà quindi addentrarsi all’interno delle 13 fatidiche torri in cui dimorano i Magister, affrontare le insidie che nascondono, aprirsi la strada verso le stanze in cui essi risiedono ed affrontarli in spettacolari boss battle. Il gameplay è tipicamente hack ‘n’ slash ma con una interessante aggiunta: oltre alle armi da taglio (inizieremo con una spada, ma nel corso del gioco ne potremo acquisire altre tre, adatte a specifiche occasioni) avremo nel nostro arsenale una catena. Questa catena mistica, donata dalla vecchia Mavda (che agisce sia da consigliera che da mercante durante l’avventura), permette una notevole varietà all’approccio del combattimento. Mirando col puntatore del WiiMote potremo lanciarla per attacchi a distanza, legare nemici, strappare loro pezzi di armatura od armi, legarli tra di loro o ad elementi dello scenario, lanciarli, farli roteare e così via. Esplorare le possibilità fornite dalla catena aggiunge moltissima varietà al combattimento del gioco, che altrimenti risulterebbe ripetitivo. Siamo lontani infatti dalla spettacolarità di un God of War o di un Devil May Cry, ed il combattimento, con un unica combo per arma, ricorda più quello di titoli come Rygart od i Castlevania per PS2.
La catena viene utilizzata intensivamente anche per la risoluzione di diversi puzzle ambientali, per agganciarsi a sporgenze altrimenti irraggiungibili, tirare interruttori e così via, a tratti in modo simile all’arpione in The Legend of Zelda. Le torri, ciascuna caratterizzata da un ben specifico elemento e ben differente dalle altre, sono disseminate di questi interruttori e puzzle e ricordano nella costruzione i dungeon di Zelda, anche se con una spiccata componente verticale e con alcuni importanti accorgimenti di level design. Più procederemo nella torre e più avremo modo di scoprire od aprire delle scorciatoie per abbreviare l’esplorazione in un secondo momento. Questo è d’importanza cruciale visto che il gioco prevede una grossa dose di backtracking. La maledizione di Elena è infatti attiva in ogni momento ed accanto alla barra della nostra vitalità avremo anche quella di Elena. Solo la carne magistra può arrestare la trasformazione della ragazza, ma finchè non avremo raggiunto la stanza del boss dovremo aver premura di evitare che la ragazza si trasformi completamente, pena il game over. Per far ciò dovremo ritornare spesso all’osservatorio, la base delle nostre avventure, e consegnare alla ragazza la carne dei nemici comuni. Questo non basterà a ripristinare completamente la sua vitalità ma ci fornirà sufficente tempo per riprendere l’esplorazione. All’osservatorio potremo anche gestire il nostro inventario, che si riempie di oggetti fin troppo rapidamente, acquistare e vendere oggetti, oppure riparali o crearli, o ancora potenziare le armi con il bottino ottenuto dai nemici. Sarà inoltre importante mantenere un buon rapporto con Elena: se le porteremo spesso la carne, le parleremo, le faremo dei doni, pian piano aumenterà la barra dell’affinità con la ragazza, e da questa dipenderà il finale che potremo ottenere.
Dal punto di vista grafico il gioco si distingue per lo stile accattivante e per le ambientazioni piene di fascino, anche se la realizzazione tecnica ha qualche magagna. Le animazioni sono infatti più legnose di quanto ci si potrebbe aspettare e le texture del gioco, specie quando si utilizza la funzione di zoom della catena, appaiono sgranate. E’ ovvio come Nintendo Wii non sia la più potente delle piattaforme, ma forse sotto questo punto di vista poteva essere fatto qualcosa di più. Anche la telecamera solleva qualche perplessità. Questa non è infatti controllabile dal giocatore, ma posizionata in angoli fissi; la maggior parte delle volte vengono offerte le visuali più ampie possibili ma non è raro il caso in cui ci si ritrovi a combattere con dei nemici in un angolo inquadrato male, o sul filo di due inquadrature divere, e ciò può essere fronte di qualche frustrazione considerando anche la resilienza dei nemici. Un punto di merito è invece il design dei nemici, vario, accattivante, decisamente mostruoso e repellente. In particolare i Magister sembrano delle creature uscite dalla fantasia malata di H.R. Giger, o da manga come Berserk o Claymore. L’aspetto sonoro del gioco è ben curato, con composizioni di stile classico e buoni effetti, anche se si sente un po’ la mancanza di un vero e proprio brano killer e si nota una certa ripetitività di fondo. Il gioco, come successo per Xenoblade e The Last Story prima di esso, è stato interamente doppiato con l’ausilio di attori madrelingua inglesi, il cui accento spiccatamente “british” ben si adatta alle atmosfere del gioco. Sfortunatamente non è presente, come invece avvenne su Xenoblade, la traccia audio originale giapponese.
Pandora’s Tower offre una durata compresa tra le 12 e le 18 ore di gioco, ma complice la presenza di ben cinque finali diversi e di una modalità New Game +, è in grado di assicurare molte più ore di divertimento. In particolare se ci si immerge a fondo nelle opzioni di creazione di oggetti ed equipaggiamento e se si va alla ricerca di tutte le note scritte sparse all’interno delle torri (che forniscono informazioni sul mondo di Pandora’s Tower e dei retroscena molto interessanti, attraverso uno storytelling che ricorda molto da vicino quello di Metroid Prime), si potrà scoprire che il gioco offre una profondità difficile da intaccare per chi si limiterà a giocare più velocemente possibile. La difficoltà è media ed aumenta progressivamente nella seconda metà del gioco, i nemici richiedo molti colpi per essere uccisi, ed il costante time limit è un avversario da non sottovalutare, così come non sono da sottovalutare le lunghe ed estenuanti battaglie contro i boss.
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