Recensione Omega Quintet

Dalle stalle alle stelle
Omega Quintet si apre e mostra la sua complessità e profondità dopo le prime ore di gioco
Parlavamo della maturità e delle sfaccettature del gameplay. Ed ecco che Omega Quintet inizia ad aprirsi e a mostrare la sua complessità e profondità. Nel lato destro dello schermo, subito sotto la barra che indica la timeline d’attacco e la turnazione del party troviamo la Voltage Gauge. Questo indicatore misura il potere delle Verse Maiden e la capacità di utilizzare determinate abilità. Bisognerà stare attenti al comportamento sul campo in quanto attaccando ed uccidendo i nemici questa aumenterà di valore, mentre se subiremo danni o uno dei membri del party cadrà in battaglia questa decrescerà. Un’altra opzione che ci troveremo ad usare spesso in battaglia e che spesso servirà a ribaltare le sorti dello scontro è l’Harmonics. Attivabile quando due o più Vers Maiden si susseguono nella timeline, l’Harmonics consente al gruppo di sferrare attacchi in successione creando un’unica, potente ed interminabile combo. In questa situazione particolare potremo decidere se ordinare alla nostra idol di concentrare i suoi colpi su un nemico o concatenare insieme più Skill (skill point permettendo) amplificando il potere dell’abilità creando combinazioni uniche e devastanti chiamate Chain Skill, che si sbloccheranno strada facendo nel corso della nostra avventura.
Per ottenere nuove abilità da usare sarà importante dedicare tempo al Disc Analysis, una sorta di Sferografia sulla falsariga di Final Fantasy X che permette di sbloccare nuove Skill, migliorare quelle esistenti e ampliare il proprio parco mosse utilizzando i punti guadagnati durante gli scontri.
Ultimo aspetto sul quale è doveroso soffermarsi è il Live Concert Mode, altra opzione da utilizzare a nostro vantaggio contro i nemici e che consente a seconda del livello della Voltage Gaude, di far partire una determinata canzone che infonderà alcuni effetti al gruppo (che possono spaziare dal potenziare gli attacchi, al rendere più efficienti le skill e così via), con la possibilità di personalizzare le canzoni con grande varietà di soluzioni appolicabili.

 

Vi abbiamo parlato a grandi linee del gameplay di Omega Quintet ma quello descritto è solo una parte di quello che vi offrirà il gioco, e ci è sembrato quasi stucchevole fornirvi ogni singolo dettaglio di questo sistema così ricercato e a conti fatti ben funzionante. Vi lasciamo quindi la soddisfazione e il divertimento di scoprire tutti gli aspetti che Omega Quintet nasconde e di divertirvi a sperimentare tutte le possibilità che vi offre.
 

On the road
Omega Quintet offre anche alcune attività collaterali oltre alla storia principale
Omega Quintet offre anche alcune attività collaterali oltre alla storia principale, come la possibilità di dedicarsi alle missioni secondarie, spesso indispensabili per l’aumento dell’affezione del pubblico nei nostri confronti. Andando nell’apposita mappa che rappresenta la città dove si svolge il gioco troveremo le richieste di alcuni abitanti. Si passerà dal classico ritrovamento di alcuni oggetti alla sconfitta di determinati mostri, al più banale mostrare delle mosse speciali al richiedente. Ogni quest secondaria avrà una durata che sarà scandita dalla progressione del gioco tramite le missioni principali e, una volta scadute non sarà più possibile portare a termine, precludendoci tra le altre cose anche il True Ending, obbligando il giocatore ad effettuare una seconda run.
Di per sé Omega Quintet non è un gioco troppo impegnativo e difficilmente durante la storia sarete messi alle strette dai nemici, la cui difficoltà è indicata sopra di loro da un icona colorata.
Per gli amanti delle sfide e del grinding abbiamo il Training Facility, una struttura divisa in 10 piani che ci permette di affrontare numerosi scontri e mettere alla prova le nostre doti combattive, con nemici via via sempre più agguerriti e difficili da sconfiggere.

All’interno dell’ufficio poi, il nostro quartier generale, oltre alle numerose “scenette” che ci raccontano la storia o i siparietti comici fra i vari personaggi, troviamo tutto l’indispensabile a supporto della nostra causa, come il Workshop dove preparare il nostro equipaggiamento, il Collection Box che ci consente di sbloccare numerosi extra utilizzando dei gettoni collezionabili nel gioco e il PVS. Questa opzione ci permette di creare o editare i Promotional Video, video musicali nei quali le nostre eroine si dedicheranno a cantare e ballare. Anche qua tutto è interconnesso e maggiori saranno i progressi fatti nel gioco maggiori le ricompense e le azioni che sbloccheremo in questa modalità accessoria, che è stata inserita più per sollazzo e feticismo voyeuristico del giocatore. Nel PVS potremo intervenire su molteplici aspetti, dalla regia agli effetti, impostando la coreografia di ogni singola ragazza per ogni passaggio, nonché l’aspetto delle stesse. Addirittura potremo interagire anche con la PlayStation Camera o il defunto Move per un’immersione completa nel mondo delle Idol.

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Golden Idol
Compile Heart confeziona un titolo che sul piano tecnico mostra le stesse problematiche dei precedenti lavori
Nonostante il passaggio su PlayStation 4, Compile Heart confeziona un titolo che sul piano tecnico mostra le stesse problematiche dei precedenti lavori, come a trovarsi di fronte ad un gioco della precedente generazione solamente scalato a 1080p e con un frame rate tendenzialmente stabile per quasi tutta la durata dell’avventura (salvo qualche sporadico rallentamento nelle fasi esplorative).
A beneficiare del salto generazionale, oltre ai modelli delle Idol troviamo le ambientazioni, generalmente più ampie ed articolate. Le critiche mosse a titoli come Fairy Fencer F o gli stessi Hyperdimension Neptunia tornano prepotentemente, con location scarne sotto il profilo strutturale, texture approssimative e un’ispirazione abbastanza sottotono per quanto riguarda la resa visiva del mondo di gioco.
Decisamente meglio per quanto concerne il character design e la realizzazione dei personaggi, decisamente ben caratterizzati da questo punto di vista, con le classiche silhouette che in questa nuova serie appaiono più animate con diverse transizioni corporali e animazioni facciali che contribuiscono a rendere più “viva” la narrazione e far pesare meno l’assenza di filmati o cut-scenes.
Essendo un gioco sulle Idol è lecito aspettarsi una colonna sonora valida. Ed è quello che troviamo una volta avviato il gioco, sebbene molte delle canzoni cantate, tra cui la opening e la sigla di chiusura che scandiscono ogni capitolo del gioco, spesso rimangano emarginate a momenti ben specifici. Per il resto come da consuetudine abbiamo la possibilità di selezionare il dual audio inglese-giapponese, mentre la localizzazione dei testi è presente solamente in inglese, e vista la presenza massiccia di testi consigliamo una conoscenza almeno discreta della lingua.

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Verdetto
7.5 / 10
A chi la devo dare per diventare famosa?
Commento
Compile Heart sfiora il colpaccio per un soffio. Omega Quintet è il titolo più maturo (e ben confezionato) della software house che ha datto i natali alla serie di Hyperdimension Neptunia, con un gameplay ricco ed articolato che riesce a tener testa alle produzioni maggiori. Dove fallisce però è nel raccontare la storia, che pur avendo del potenziale alle spalle non riesce a sviluppare degnamente l'avventura, finendo per cadere nella banalità e nella noia. Anche la scelta di un tema così specifico come quello delle Idol rischia di essere un ostacolo per quei giocatori allergici a certi fenomeni così giapponesi. Nel complesso un buon titolo che interesserà principalmente chi ha già giocato (e apprezzato) uno dei precedenti giochi di Compile Heart e che getta delle ottime basi per la serie Galapagos RPG e in generale per la futura produzione della software house.
Pro e Contro
Gameplay ricco ed articolato
Editor PV
Colonna sonora ben selezionata

x Tematica Idol poco sviluppata
x Storia priva di spunti interessanti

#LiveTheRebellion