Le malelingue dicono che i GDR a turni sono morti. Octopath Traveler è la prova del contrario.
Dopo uno stupefacente primo anno, Nintendo Switch sembra aver tirato il freno a mano. Sembra perchè tra la valanga di produzioni indipendenti e porting di Wii U, qualche colpo è stato sparato.
Tra
Kirby,
Mario Tennis Aces e
Sushi Striker, la libreria dell’ibrida aspettava un titolo immenso, capace di rubare ore al giocatore come
Breath of the Wild e
Xenoblade 2.
A colmare questa lacuna chi se non la
Business Division 11 di
Square Enix, che in collaborazione con
Acquire aveva già confezionato su 3DS i due Bravely? Era tempo di raccontare una nuova storia.
O sarebbe meglio dire otto nuove storie, raccolte in un unica cartuccia.
Octopath Traveler racconta infatti le peripezie di otto personaggi, tutti differenti negli ideali e nelle convinzioni. Ad un mese dal rilascio e con già un milione di copie vendute, siamo finalmente pronti a dire la nostra sulla nuova esclusiva Nintendo Switch.
Octopath Traveler dimostra che c’è ancora spazio per i GDR a turni.
Otto storie per un unico continente
Sarebbe facile cominciare ad elencare ognuno degli otto protagonisti e scendere nel dettaglio di ogni storia. Un aspetto sì fondamentale di Octopath Traveler ma analizzabile anche senza perdersi in riassunti da retro di copertina.
Alla base di Octopath Traveler c’è la libertà.
Fin dalla scelta del nostro personaggio principale tra gli otto. Vincolo che ci accompagnerà per le ore successive, dato che non potremo rimuoverlo dal party fino al termine della sua storia.
Libertà di decidere se farci accompagnare da tutti e otto i viaggiatori, o di arruolarne solo una parte influenzando positivamente o negativamente le strategie di combattimento. Questa libertà sul flusso narrativo, ha un lato oscuro, che è sfociato in alcune delle polemiche che hanno accompagnato Octopath Traveler nel suo primo mese di vita.
Le otto storie infatti non si incrociano mai, eccezion fatta per un dungeon esplorabile una volta completate tutte le trame.
Pur viaggiando insieme gli otto viaggiatori interagiranno solamente in piccoli teatrini tra una vicenda e l’altra. Il protagonista del capitolo proseguirà da solo le proprie disavventure dando poco senso alla coralità del gruppo.
È comprensibile come quest’aspetto possa far storcere il naso, soprattutto a chi, giocando lo stesso genere, è abituato a dinamiche di gruppo.
Ma distanziare così drasticamente gli otto racconti è fondamentale per la libertà del titolo. Dando la possibilità di giocare anche solo una storia,
Octopath Traveller è godibile anche in una piccola parte.
Certo,
ci sono delle storie migliori di altre, capaci di toccare argomenti importanti come prostituzione e religione. Personaggi più intriganti che si affiancano a tipici stereotipi da Gioco di Ruolo.
Ma ogni elemento compone una trama a comparti stagni che è apprezzabile in ogni sua unicità.
Se le otto storie principali non si incrociano, non si può certamente dire lo stesso del mondo di gioco.
Eosterra vive grazie ai suoi abitanti. Elementi folkloristici, libri e leggende si ripetono mentre proseguiamo nelle storie separate dei protagonisti. Ad esempio,
il Rito della Sacrafiamma, punto focale della storia di Ophelia, viene ripreso in più città da sacerdoti e credenti.
Eosterra è popolata da i più svariati personaggi, e molti hanno problemi da risolvere. Le missioni secondarie di Octopath Traveler richiedono l’utilizzo delle abilità uniche di ogni personaggio. Dal rubare dalle tasche con
Therion, o comprare onestamente lo stesso oggetto con
Tressa, allo sfidare a viso aperto con
Olberic o tramite le creature catturate da
H’annit, fino al condurre tramite la fede con
Ophelia o sedurre con
Primrose. Utilizzando invece l’abilità unica di Cyrus o di Alfyn, andremo a scoprire i segreti degli abitanti. Indagare serve sia nella storia che nelle missioni secondarie, ma fornisce anche ulteriori punti di vista su
Eosterra.
Purtroppo le missioni secondarie sono la parte più debole del gioco. Nonostante ce ne siano alcune divertenti e riuscite, nessuna lascerà un segno tangibile, risultando principalmente un palliativo tra un capitolo principale e l’altro.
Se leggende e dicerie non dovessero bastare, il regno di Octopath Traveler è un dipinto in pixel art capace di stregare da una semplice spiaggia ad una cima innevata. L’esplorazione, divisa a zone, è sancita da un livello di pericolo, segnale della difficoltà degli incontri casuali. Nemici in agguato, capaci di sorprenderci mentre raggiungiamo tranquillamente la meta successiva.
Nelle zone si nascondono anche dei labirinti segreti, in cui affrontare boss fight aggiuntive o mettere le mani sulle
classi secondarie per i nostri eroi. Il tutto è segnalato adeguatamente sulla mappa di gioco, in cui avremo accesso anche al viaggio veloce per spostarci più rapidamente (
ed evitare i nemici).
L’erede di Final Fantasy VI
Il vero punto di forza di Octopath Traveler però, è il sistema di combattimento. Pur utilizzando un sistema a turni
a detta di molti vecchio e ormai morto, il titolo si dimostra avvincente in ogni boss battle, spingendo sulle abilità dei protagonisti e rendendo il giocatore fiero di ogni vittoria. Il party è composto da un massimo di quattro personaggi e, come abbiamo già specificato, ognuno può disporre di abilità specifiche e di un massimo di due classi (
quella base e una secondaria). Sconfiggendo i nemici, guadagneremo non solo punti esperienza, ma anche punti abilità, che serviranno per sbloccare i poteri speciali attivi e passivi con cui migliorare la nostra formazione.
Ancora una volta, c’è libertà di scelta su come migliorare il nostro personaggio
Libertà di scegliere che classi e abilità selezionare, così da essere pronti ad ogni evenienza. Il gameplay di Octopath Traveler
è una danza sinergica tra i quattro membri del party, che dovranno collaborare per distruggere i nemici.
Ogni avversario ha delle debolezze specifiche, che dovremo utilizzare per romperne le difese e attaccare senza pietà. In Octopath Traveler si paga ogni errore e, soprattutto se sarete di un livello inferiore a quello consigliato, vi troverete a sudare e sprecare oggetti rivitalizzanti per uscirne vincitori.
In questo passato moderno, c’è un’unica meccanica ancorata ai GDR a turni degli anni novanta. L’esperienza non viene condivisa con i compagni in panchina. Questo si traduce in un dislivello tra i personaggi che userete più spesso (
tra cui la vostra scelta iniziale) e quelli che di conseguenza vi aspetteranno alla locanda, in attesa di affrontare la propria avventura. Se sceglierete di affrontare tutti gli otto viaggi, dovrete tenere in considerazione un
grinding più o meno costante tra un capitolo e l’altro.
Il titolo di erede di Final Fantasy VI non è casuale.
Nelle circa settanta ore passate a Eosterra infatti, la sensazione di trovarsi di fronte ad un emule di uno dei migliori capitoli a due dimensioni è stata insistente. La magnifica colonna sonora, capace di stregarci fin dal tema iniziale dove si staglia il titolo del gioco su schermo nero. L’aspetto grafico in pixel art, un richiamo al Super Nes, ma pur sempre in alta definizione che rende strabilianti alcuni luoghi del continente facendo breccia nel cuore dei più nostalgici. E ancora la caratterizzazione degli otto protagonisti, e la crescita degli stessi in ognuna delle singole storie.
Infine, un ennesimo plauso alla capacità di poter giocare ovunque e in qualsiasi momento grazie alla modalità portatile di Nintendo Switch. Proprio per questo, pur passando ore nelle lande ad allenare i nostri panchinari, Octopath Traveler è riuscito a non annoiarci. Tra viaggi e giornate a bordo piscina, le ore ad Eosterra si accumuleranno quasi senza accorgersene.
Nintendo Switch è la casa perfetta anche per i GDR a turni.
Verdetto
8.5 / 10
Tira più un pelo d'artista che un carro di buoi
Commento
Pro e Contro
✓ Otto storie completamente divise
✓ Colonna sonora eccelsa
✓ Gameplay solido e divertente
x Otto storie completamente divise
x Missioni secondarie poco riuscite
x Il grinding potrebbe demoralizzarvi
#LiveTheRebellion