Il gaming su mobile si è ormai affermato come importanza su scala mondiale, riuscendo a proporre di tanto in tanto anche titoli venduti ad un prezzo più alto del tipico “coffee price” che ha fatto la fortuna di questo mercato.
Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, uscito nel novembre del 2013, è stato proprio uno di questi prodotti, riuscendo all’epoca a giustificare (
almeno per quanto riguarda gran parte della critica) i suoi 8,99€ in virtù di un comparto tecnico ed acustico di prim’ordine e di una (
non propriamente celata) ispirazione alla serie di
The Legend of Zelda. Oggi il titolo di Cornfox & Brothers arriva su Steam cercando di bissare il successo dell’originale: ce l’avrà fatta?
Versione testata: PC
The Legend of Oceanhorn
I richiami a Zelda iniziano già sul piano narrativo: Oceanhorn però non decolla mai da questo punto di vista
L’incipit di Oceanhorn vede il padre del protagonista lasciare il proprio figlio, già orfano della madre, per andare ad affrontare il misterioso pericolo rappresentato dall’Oceanhorn, una creatura marina legata a doppio filo alla propria famiglia. Tempo dopo, la responsabilità del padre ricadrà giocoforza sul figlio, chiamato ad imbarcarsi in un viaggio attraverso il cosiddetto “Mare Inesplorato” con l’obbiettivo di trovare e sconfiggere il mostro e ripristinare l’ordine nel mondo.
Già da queste poche righe si capisce che le vicende narrate quindi non si distaccano troppo dal canovaccio tracciato dalla serie Nintendo: si tratta essenzialmente di una storia dai toni epici che vede l’eroe di turno affrontare un viaggio che ha lo scopo di portare la salvezza nel mondo. Più che nella forma, le differenze con The Legend of Zelda si ravvisano guardando alla sostanza, a causa di una narrazione tutto sommato prevedibile e mai troppo brillante e all’assenza di personaggi di spessore che non permettono mai alla componente narrativa di Oceanhorn di decollare del tutto.
In fondo al mar
Le fasi sulla barca sono molto più “su binari” rispetto a quelle di The Wind Waker
Dal punto di vista delle meccaniche, anche in questo caso “omaggiando” i lidi nintendiani e rifacendosi a
The Wind Waker, Oceanhorn è essenzialmente diviso in due fasi: quelle a terra, dove il focus è sull’esplorazione e sui combattimenti, e quelle “marine” a bordo della barca del protagonista. Queste all’inizio sono poco più che filmati e non presentano alcuna interazione con lo scenario (
non permettendo nemmeno di navigare liberamente, ma solo seguendo rotte predefinite da un’isola all’altra), evolvendo poi verso soluzioni ludiche più vicine a quelle dello sparatutto su binari man mano che il protagonista sale di livello e aumenta la dotazione di armi della barca (una volta sbloccato il fucile ad esempio lungo la strada si incontrano nemici marini e mine, che vanno colpiti a distanza per evitare di subire danni).
Insomma, siamo lontani dalla libertà di esplorazione concessa da The Wind Waker, complice forse anche la natura originaria del titolo, pensato per i sistemi iOS.
Cazzate la randa
Anche sul fronte ludico l’influenza di Zelda si sente: promossa l’esplorazione ed il battlye system…
Una volta scesi a terra il feeling torna nuovamente in “Zelda”, proponendo come detto delle sezioni che pongono maggiormente l’accento su esplorazione, combattimenti ed enigmi. Iniziamo con le note positive:
Oceanhorn dal punto di vista dell’esplorazione è più che convincente, incentivando il giocatore sia a parlare con i personaggi non giocanti per carpire informazioni utili (
o coordinate per nuove isole, data la natura “inesplorata” del mare in cui le vicende sono ambientate) che a visitare tutte le aree che ogni luogo propone, vista anche la mole di contenuti pensata dagli sviluppatori. Anche il sistema di combattimento, per quanto semplice, fa il suo dovere: si hanno a disposizione scudo e spada (e più avanti anche arco e bombe), con la possibilità quindi sia di pararsi che di attaccare gli avversari di turno, e di tanto in tanto ci si ritrova ad affrontare anche qualche boss fight decisamente riuscita sul piano ludico. Gli unici nei sono quelli che di tanto in tanto fanno accusare la mancanza di un sistema di lock-on più preciso (con l’arco ad esempio non si è sempre precisissimi) e rimpiangere la scelta di una telecamera quasi a volo d’uccello, funzionale (specie nella versione originaria per iPhone e iPad) ma un po’ troppo rigida una volta approdati su PC.
…Da rivedere invece gli enigmi
Ma
i difetti più gravi vanno ricercati nell’ultima delle tre componenti citate poco sopra, ovvero gli enigmi: questi sono spesso e volentieri molto semplici e ripetuti fino allo stremo, e si traducono quasi sempre in “sposta questa scatola per poter attraversare il passaggio” o a “premi questo bottone” (nelle varianti “lisce” e “lascia un oggetto qui sopra”). Nulla che non sappia di già visto e, ad ogni modo, riesca ad impegnare vagamente il giocatore, annoiandolo piuttosto che intrattenendolo.
Bellezza corallina
C’è Qualche bug minore, ma audio-visivamente Oceanhorn è riuscito
Dal punto di vista tecnico, le uniche sbavature da segnalare riguardano qualche bug minore e qualche problema dal punto di vista delle compenetrazioni di poligoni: non si tratta di problematiche tali da rendere il prodotto ingiocabile, ma fanno sicuramente storcere un po’ il naso. A parte questo, il titolo tecnicamente si difende davvero bene e conferma quindi uno dei tratti salienti della versione originale, riuscendo a regalare un colpo d’occhio veramente riuscito anche alle risoluzioni più alte grazie all’aumento poligonale eseguito dagli sviluppatori in vista dell’arrivo su Steam.
Si riconferma ovviamente anche la colonna sonora, che può contare su due collaboratori di eccezione come Nobuo Uematsu e Kenji Ito.
Verdetto
7 / 10
Nathan Drake non c'entra nulla
Commento
Pro e Contro
✓ Colonna sonora di spessore
✓ Visivamente riuscito
✓ Tantissimi contenuti
x Enigmi semplici e ripetitivi
x La telecamera fissa ogni tanto pesa
x Non molto originale
#LiveTheRebellion